È un passaggio strategico di ampio respiro quello compiuto da Saipem e Subsea7, che rafforza le basi gettate lo scorso febbraio con la firma del memorandum d’intesa. Le due società hanno ufficializzato l’accordo di integrazione, che prevede la nascita di un’unica piattaforma industriale globale nel campo dei servizi per l’energia.
L’intesa consolida il disegno industriale avviato nei mesi scorsi e apre la strada a una fase di sviluppo che punta a ridefinire gli equilibri del settore, grazie alla portata dell’operazione, al peso economico dell’aggregazione e al potenziale innovativo del nuovo gruppo.
Indice
Saipem7, la struttura del nuovo gruppo e la ripartizione degli azionisti
La società risultante, che prenderà il nome di Saipem7, nascerà dall’incorporazione di Subsea7 in Saipem, seguendo le disposizioni del diritto comunitario. Il quartier generale resterà in Italia, mentre le azioni saranno trattate su due piazze borsistiche: Milano e Oslo.
La composizione dell’azionariato post-fusione sarà bilanciata: gli investitori attuali delle due aziende deterranno ciascuno il 50% del capitale, a condizione che l’adesione all’operazione sia totale da parte degli azionisti Subsea7. I principali soci saranno Siem Industries, con circa l’11,8%, Eni con il 10,6% e Cdp Equity con il 6,4%.
Dettagli dell’operazione e modalità di partecipazione
Chi possiede titoli Subsea7 riceverà 6,688 nuove azioni della società unificata per ogni azione detenuta. In aggiunta, prima della finalizzazione della fusione, è previsto un dividendo straordinario da 450 milioni di euro, da distribuire agli attuali azionisti Subsea7. A questo si aggiunge un ulteriore dividendo straordinario di 105 milioni di euro, legato alla cessione di attività considerate non strategiche, per le quali Subsea7 sarebbe in fase avanzata di dismissione.
Come riporta il Sole24Ore, a giudizio di Equita, la nuova distribuzione incide lievemente sull’equilibrio economico dell’operazione, con una riduzione del 2% a vantaggio di Subsea7 nel rapporto di scambio. Il giudizio degli operatori di mercato sull’accordo resta ampiamente positivo.
È prevista anche una clausola di tutela per gli investitori contrari alla fusione: in caso di voto negativo all’assemblea straordinaria, potranno cedere le proprie azioni ricevendo un corrispettivo in contanti, determinato secondo una formula che sarà resa pubblica.
Il completamento dell’integrazione tra le due realtà industriali è attualmente atteso nella seconda parte del 2026.
Governance condivisa e ruoli manageriali già definiti
Per garantire una leadership bilanciata, le principali parti coinvolte, Eni, Cdp Equity e Siem Industries, hanno sottoscritto un accordo che disciplina le nomine ai vertici. Come da intesa, il futuro amministratore delegato di Saipem7 sarà indicato da Eni e Cdp Equity, mentre la presidenza sarà di nomina Siem Industries.
Nello specifico, Kristian Siem è destinato alla presidenza del consiglio di amministrazione, mentre Alessandro Puliti sarà alla guida operativa del gruppo. La divisione dedicata all’ingegneria e alle costruzioni offshore sarà condotta da John Evans, con Puliti nel ruolo di presidente di questa società controllata, che manterrà il nome Subsea7.