Difesa: crescono i fondi dedicati al settore in Germania

Secondo i dati di Scope Fund Analysis il segmento ha raggiunto i 13,3 miliardi di euro in gestione

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Redazione

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Il contesto geopolitico globale sta alimentando una nuova tendenza nei mercati finanziari: i fondi di investimento dedicati al settore della difesa. Solo in Germania, secondo i dati di Scope Fund Analysis, il segmento ha raggiunto i 13,3 miliardi di euro in gestione, con ben 20 prodotti disponibili, la maggior parte dei quali lanciati solo di recente.

L’aumento dell’interesse da parte degli investitori riflette l’impatto delle tensioni legate ai conflitti in Ucraina, Medio Oriente e Nord Africa. I gestori patrimoniali hanno risposto con prontezza a questa domanda, proponendo strategie sia globali che regionali, con particolare attenzione all’Europa e all’area Indo-Pacifico. La rapida diffusione di ETF tematici, affiancati da un numero più contenuto di fondi attivi, testimonia come la difesa non sia più un settore marginale, ma un’area di investimento ormai consolidata.

I dati del settore militare

A rafforzare questa dinamica vi è l’evoluzione dei dati sul comparto militare. Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), la spesa militare globale ha raggiunto nel 2024 il record di 2,72 trilioni di dollari, in aumento del 9,4% rispetto all’anno precedente: il rialzo più marcato dalla fine della Guerra Fredda. Andreas Bartels, Senior Director di Scope, ha sottolineato come questo scenario trovi riscontro anche nei mercati finanziari, dove i fondi tematici sulla sicurezza e la difesa si stanno trasformando da prodotti di nicchia a strumenti ricorrenti nei portafogli sia istituzionali sia privati. Sebbene molte strategie non siano dedicate esclusivamente agli armamenti, l’analisi di Scope evidenzia una crescita chiara e misurabile, con 13,3 miliardi di euro raccolti da fondi con focus diretto sul comparto.

Offerta in forte espansione

Sul piano dell’offerta, il mercato ha conosciuto una rapida espansione a partire dal marzo 2023, quando fu lanciato il primo fondo difesa. Entro febbraio 2025, gli strumenti a orientamento globale erano già otto, con VanEck e HANetf a guidare il segmento grazie rispettivamente a 5,8 miliardi e 2,4 miliardi di asset in gestione.

Tra le scelte di portafoglio prevalgono titoli come BAE Systems, Leonardo, Rheinmetall, Rolls-Royce, Saab e Thales, presenti nella top ten di oltre metà dei fondi analizzati. Altri gruppi, come Airbus, Boeing, Palantir e RTX, compaiono più selettivamente ma rappresentano comunque una parte rilevante delle esposizioni. La varietà strategica è ampia: alcune soluzioni si concentrano unicamente su titoli legati alla difesa, mentre altre integrano settori adiacenti come la cybersicurezza, l’aerospazio e le infrastrutture di sicurezza.

I rendimenti

Dal punto di vista dei rendimenti, i fondi difesa hanno già registrato performance significative in un orizzonte temporale molto breve. Al 2 settembre 2025, tre prodotti – VanEck Defence UCITS ETF, HANetf Future of Defence ETF e iShares Global Aerospace & Defence ETF – hanno messo a segno guadagni annui rispettivamente del 62,5%, 49,2% e 35,1%, sovraperformando nettamente l’MSCI World (+8,5%).

Sebbene manchino track record pluriennali, questi dati confermano l’appeal del settore, che si sta consolidando come asset class a sé stante. Tuttavia, come osserva Bartels, gli investitori devono ponderare con attenzione non solo il potenziale di rendimento, ma anche i rischi legati a un comparto fortemente influenzato da dinamiche geopolitiche, oltre alle implicazioni etiche di investimenti in ambito militare. Il trend appare ormai irreversibile, con prospettive di crescita sostenute dal contesto internazionale e da una gamma di prodotti in costante evoluzione.