Il settore immobiliare chiude la prima settimana dell’anno in forte ribasso, scontando l’ascesa dei rendimenti dei Treasury su nuovi record e le prospettive di una politica più prudente da parte della Federal Reserve. Anche l’Europa sarà alla prese con decisioni non facili, nel duplice tentativo di rivitalizzare la crescita e contenere le spinte inflazionistiche. Tutti fattori che pesano sul mercato immobiliare.
BCE e Fed spostano l’attenzione su i prezzi
Anche il bollettino mensile della BCE ha puntato l’attenzione sull’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato dell’Eurozona, che ha allargato lo spread rispetto ai Treasury, dopo le elezioni USA, compreso il Bund tedesco, passato in territorio positivo. Un trend che sconta una politica fiscale più sbilanciata della nuova amministrazione Trump, che entrerà in carica il prossimo 20 gennaio.
Frattanto, l’inflazione della Zona Euro si è allargata, attestandosi ad un +2,4%, dopo il +2,2% registrato nel mese precedente, ma risulta in linea con le aspettative degli analisti.
Quanto alla Fed, i verbali dell’ultima riunione di politica monetaria hanno rafforzato l’attesa di una riacutizzazione dell’inflazione, a causa delle politiche su commercio e immigrazione. A tal punto, che il FOMC ha giudicato “opportuno rallentare il ritmo dell’allentamento della politica monetaria” e “continuare a muoversi gradualmente verso una posizione di politica più neutrale nel tempo”. Una impostazione avallata dal forte dato sul mercato del lavoro diffuso venerdì (+256mila posti creati), che ha fatto schizzare i rendimenti dei Treasury ed il dollaro.
Segnali di frenata dal mercato immobiliare
Sul fronte dei dati macro della settimana si segnala l’uscita, nella mattinata di martedì, dell’indice Halifax sul mercato delle abitazioni in Regno Unito, che hanno registrato a dicembre una crescita tendenziale del 3,3%, più bassa del 4,7% del mese precedente.
Dagli USA, sono giunte solo le statistiche settimanali sul mercato dei mutui immobiliari, che evidenziano ancora un calo del 3,7% dopo il -12,6% della settimana prima, a fronte di una ulteriore crescita dei tassi dei mutui trentennali ad un nuovo record del 6,99% dal 6,97%. Un aumento che ha seguito quello dei Treasury, che hanno toccato nuovi record: secondo gli analisti di T. Rowe Price sarà anche possibile veder lievitare il rendimento del decennale prima al 5% entro il primo trimestre e poi su un picco del 6%, sulla prospettiva di un atteggiamento più prudente della Fed.
Guardando agli studi di settore, un recente report sul mercato immobiliare di Pwc segnala che il 2024 è l’anno della ripresa, con un valore del mercato immobiliare che si è portato a 635 miliardi di dollari, trainato proprio dal residenziale, che domina il settore con oltre 516 miliardi di dollari. Una ripresa che si rispecchia anche in Italia, dove si registra un aumento del 41% nei volumi di transazione rispetto al 2023, la crescita più alta tra le nazioni europee, a 8 miliardi di euro.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, nel terzo trimestre 2024, c’è stato un aumento congiunturale sia del numero di abitazioni (+2,2%) sia della superficie utile abitabile (+2,4%). L’edilizia non residenziale, invece, registra un calo del 6,3% rispetto al trimestre precedente.
L’andamento del settore in Borsa
Il settore immobiliare ha vissuto una settimana negativa a livello europeo, dove l’indice Stoxx 600 Real Estate ha ceduto circa il 4% su base settimanale.
Una performance analoga è stata messa a segno dall’Italia, dove l’indice FTSE Italia All Share Real Estate ha accusato una perdita di oltre il 2%, in controtendenza rispetto all’indice di mercato FTSE MIB che segna un progresso di quasi il 3%.
Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, la migliore performance è ancora quella di Risanamento che fa un saldo di circa il 7% su base settimanale. Nel comparto brillano anche Gabetti (+2%) e Abitare In (-1,6%), mentre dal lato negativo si segnalano Brioschi (-1,4%) e Aedes (-0,6%).