Borse in leggero rialzo in una seduta senza spunti per il Black Friday

Come sono andati i principali listini oggi e a cosa guardare nei prossimi giorni

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Redazione

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listini europei hanno chiuso la seduta odierna in leggero rialzo, in una giornata priva di grandi spunti complice la chiusura di ieri di Wall Street per la festività del Thanksgiving e la seduta corta di oggi a New York per il Black Friday. A Milano ha brillato il lusso dopo che gli analisti di JPMorgan hanno migliorato raccomandazione e target price su vari titoli, parlando del 2026 come di “un anno di stabilizzazione” e prevedendo un ritorno alla crescita grazie al miglioramento della fiducia dei consumatori in Cina, a margini più stabili e al lancio di nuovi prodotti. Ancora in rosso MPS, dopo che l’AD Luigi Lovaglio ha ricevuto un avviso di garanzia da parte della Procura di Milano con le ipotesi di reati di ostacolo alle funzioni di vigilanza e manipolazione di mercato in merito all’operazione su Mediobanca.

 

I principali listini

Tra i listini europei piccolo passo in avanti per Francoforte, che mostra un progresso dello 0,29%, composta Londra, che cresce di un modesto +0,27%, e performance modesta per Parigi, che mostra un moderato rialzo dello 0,29%.

Seduta in lieve rialzo per Piazza Affari, con il FTSE MIB, che termina a 43.357 punti, continuando la scia rialzista evidenziata da quattro guadagni consecutivi, innescata martedì scorso; sulla stessa linea, piccolo scatto in avanti per il FTSE Italia All-Share, che arriva a 46.017 punti. Leggermente positivo il FTSE Italia Mid Cap (+0,38%); con analoga direzione, in frazionale progresso il FTSE Italia Star (+0,39%).

 

I titoli di Piazza Affari

In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Stellantis (+1,99%), Brunello Cucinelli (+1,75%), Moncler (+1,57%) e Leonardo (+1,56%). I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Banca MPS, che ha archiviato la seduta a -2,12%. Vendite su Telecom Italia, che registra un ribasso dell’1,80%. Discesa modesta per Buzzi, che cede un piccolo -1,12%. Pensosa Amplifon, con un calo frazionale dello 0,71%.

Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Comer Industries (+4,66%), Technoprobe (+3,52%), Caltagirone SpA (+3,22%) e LU-VE Group (+2,71%). Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Moltiply Group, che ha terminato le contrattazioni a -1,99%. Tentenna Fincantieri, con un modesto ribasso dell’1,45%. Giornata fiacca per Juventus, che segna un calo dell’1,02%. Piccola perdita per Ascopiave, che scambia con un -0,76%.

 

I dati macro

I dati pubblicati in giornata per i paesi dell’Eurozona offrono segnali misti, con le aspettative di inflazione della BCE che si mantengono intorno al 2,8% (contro il 2,6 previsto sull’orizzonte di anno). Sul fronte delle attese di politica monetaria, continua ad aumentare la probabilità di un taglio dei tassi nella riunione del 10 dicembre della Fed.

In Italia il PIL finale 3° trimestre ha comportato una revisione al rialzo della crescita congiunturale a +0,1% (da 0% della seconda stima): i consumi privati (+0,1%), la spesa pubblica (+0,2%), gli investimenti (+0,6%) e l’export (+2,6%) hanno compensato il calo delle scorte e degli oggetti di valore. A novembre l’inflazione flash armonizzata ha mostrato un incremento di +1,1% a/a, contro +1,3% atteso e precedente, con il rallentamento che è stato guidato dai servizi (+2,5% da +2,9%).

In Germania, dove a ottobre le vendite al dettaglio sono scese di -0,3% m/m, il tasso di disoccupazione di novembre è rimasto invariato al 6,3%. Invece l’inflazione tedesca armonizzata è salita a novembre, secondo la prima stima, a +2,6% a/a da +2,3% precedente (contro attese di marginale incremento a +2,4%).

 

La riunione dell’OPEC+

È improbabile che l’OPEC+ modifichi i livelli di produzione nella riunione (online) di domenica, spostando l’attenzione sul compito più controverso di stabilire i livelli di produzione di riferimento che guideranno le politiche a partire dal 2027. Il dibattito recente sottolinea le persistenti tensioni tra i membri con capacità produttiva inutilizzata limitata, come la Nigeria, e i produttori come gli Emirati Arabi Uniti che possono pompare di più. Dopo aver sospeso ulteriori aumenti della produzione per il primo trimestre del 2026, la volontà dell’OPEC+ di imporre nuove restrizioni potrebbe essere messa alla prova più avanti nel 2026, in un contesto di segnali di crescente surplus globale e di una persistente pressione al ribasso sui prezzi del greggio.

 

L’attesa per la Fed

La Fed dovrà prendere la sua prossima decisione sui tassi di interesse – la riunione è in calendario per il 9-10 dicembre – sulla base di dati scarsi a causa del prolungato shutdown, anche se il mercato vede una probabilità di oltre l’80% di un taglio dei tassi da 25 punti base. I dati sull’occupazione e sull’inflazione per ottobre-novembre e la crescita del PIL per il terzo trimestre non saranno pubblicati prima della riunione della Fed. Il cosiddetto blackout period della Fed inizia domani, sabato, ma prima della decisione sui tassi di interesse, saranno pubblicati anche gli indici ISM manifatturiero e dei servizi di novembre, l’occupazione del settore privato ADP, le ultime statistiche su licenziamenti e fiducia dei consumatori, e i consumi privati ??e le offerte di lavoro di settembre.