Nel giro di 25 anni avverrà un ricambio generazionale nella Top 10 delle economie più forti al mondo: si vedrà lo spostamento del potere economico globale dalle economie avanzate verso quelle emergenti soprattutto in Asia e in America latina. E il potere economico, naturalmente, si accompagna tradizionalmente al peso politico e a quello militare. Ed esempio, un importante attore come la Francia perderà il suo posto al sole nella Top 10 dei Paesi che contano di più. Mentre l’Italia, come se si trovasse su di un piano inclinato, proseguirà lentamente la sua discesa verso l’irrilevanza internazionale. Si tratta della previsione della multinazionale di consulenza Pwc, che ha ridisegnato la mappa del potere economico mondiale nell’anno 2050.
Come cambierà il mondo tra 25 anni
Questo il quadro generale affrescato dai professionisti di Pwc per la prossima generazione:
- il Pil mondiale, rispetto al dato del 2016, crescerà del 130% nel 2050;
- la Cina nell’anno 2050 acquisirà una quota pari al 20% del Pil mondiale, a parità di potere d’acquisto;
- l’India otterrà la medaglia d’argento nella classifica del Pil mondiale, dietro la Cina ma davanti agli Stati Uniti, sempre a parità di potere d’acquisto;
- i 27 Paesi dell’Europa unita raggiungeranno, tutti insieme, appena il 9% del Pil mondiale.
Il mondo, dunque, sarà più ricco nel complesso. Ma la fetta di ricchezza che toccherà all’Occidente sarà più piccola.
G7 ed E7
Il report analizza l’andamento previsto delle economie dei Paesi del G7 (Gruppo dei 7) e dei Paesi E7 (economie emergenti):
- il G7 è composto Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti;
- l’E7 è composto da Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia and Turchia.
Secondo gli analisti, l’economia mondiale potrebbe più che raddoppiare le proprie dimensioni entro il 2050, superando di gran lunga la crescita della popolazione, grazie ai continui miglioramenti della produttività guidati dalla tecnologia.
I mercati emergenti (E7) potrebbero crescere in media circa il doppio rispetto alle economie avanzate (G7).
Di conseguenza nella Top 10 delle economie più sviluppate al mondo nel 2050, 6 posti potrebbero essere occupati da Paesi E7. Questa è la proiezione per la prossima generazione:
1 | Cina | E7 |
2 | India | E7 |
3 | Stati Uniti | G7 |
4 | Indonesia | E7 |
5 | Brasile | E7 |
6 | Russia | E7 |
7 | Messico | E7 |
8 | Giappone | G7 |
9 | Germania | G7 |
10 | Regno Unito | G7 |
Il futuro dell’Italia
Nella Top 10 del nuovo ordine economico mondiale del 2050 i Paesi E7 battono il G7 per 6-4, conquistando anche i primi due posti del podio, secondo la previsione di Pwc. La Francia, che finora era stata saldamente in Top 10, uscirà dalla lista. E l’Italia uscirà dalla Top 20: il Bel Paese nel 2016 era già fuori dal podio, essendosi posizionato alla 12esima posizione; nel 2050 l’Italia andrà ad occupare la 21esima posizione secondo le proiezioni. Con la possibile eccezione dell’Italia, tutti i membri del G7 continueranno ad essere sopra ai membri dell’E7, in base alle classifiche del Pil pro capite nel 2050.
Pwc puntualizza comunque che le economie emergenti devono migliorare significativamente le loro istituzioni e infrastrutture se vogliono realizzare il loro potenziale di crescita a lungo termine.
Il record di crescita
Secondo il report, tre economie emergenti che si manterranno molto lontane dal podio sperimenteranno comunque la più alta percentuale di avanzamento. Si tratta di Vietnam, Filippine e Nigeria:
- il Vietnam avanzerà di 12 posizioni passando dal 32esimo posto in classifica nel 2016 al 20esimo posto nel 2050 con un tasso di crescita annuo del Prodotto interno lordo pari al 5,1%;
- le Filippine avanzeranno di 9 posizioni passando dal 28esimo al 19esimo posto con un tasso di crescita annuo del 4,3%;
- la Nigeria avanzerà di 8 caselle passando dal 22esimo al 14esimo posto con un tasso di crescita annuo del 4,2%.
Il report prevede che il potere economico mondiale segnerà una svolta in favore dei Paesi E7 entro il 2040:
- nel 1995 il peso economico dei Paesi E7 era circa la metà rispetto a quello dei Paesi del G7;
- attorno al 2015 il peso dei Paesi E7 ha grosso modo raggiunto quello dei Paesi del G7;
- nel 2040, secondo gli attuali trend di crescita, i Paesi E7 avranno il doppio della potenza economica dei Paesi del G7.
Le sfide politiche
Per affrontare le nuove sfide globali, Pwc propone alcune strade per chi tiene le redini del potere politico-economico nei vari Paesi:
- evitare un ritorno al protezionismo, dal momento che la storia suggerisce che sarebbe dannoso per la crescita globale a lungo termine;
- garantire che i potenziali benefici della globalizzazione siano condivisi più equamente in tutta la società;
- sviluppare nuove tecnologie verdi per garantire che la crescita globale a lungo termine sia ecologicamente sostenibile;
- intraprendere investimenti massicci ed efficaci in istruzione, infrastrutture e tecnologia;
- sviluppare istituzioni politiche, economiche, legali e sociali per generare incentivi all’innovazione e all’imprenditorialità, creando economie sicure e affidabili in cui fare affari.
Opportunità per le imprese
Nel mondo che cambia, le imprese hanno due sole alternative: governare il cambiamento o rassegnarsi a perdere quote di mercato. Il rapporto Pwc considera anche le opportunità per le imprese. Qui tre punti da tenere in considerazione:
- man mano che i mercati emergenti maturano, diventeranno meno attraenti come basi di produzione a basso costo, ma più attraenti come mercati consumer e business-to-business (B2B);
- le aziende con business internazionali necessitano di strategie improntante alla flessibilità così da adattarsi alle preferenze dei clienti locali e alle dinamiche dei mercati locali in rapida evoluzione. Le aziende dovrebbero essere pronte ad adattare il loro marchio e la loro posizione di mercato per soddisfare preferenze locali diverse e spesso più sfumate. Una comprensione approfondita del mercato locale, dei regimi normativi e dei consumatori sarà cruciale, il che spesso implicherà la collaborazione con partner locali;
- poiché i mercati emergenti possono essere volatili, gli investitori internazionali devono anche essere abbastanza pazienti da superare i cicli economici e politici a breve termine in questi Paesi. Alti e bassi economici e politici a breve termine si verificano inevitabilmente di tanto in tanto nei mercati emergenti mentre procedono verso la maturità. Ma le proiezioni nel rapporto Pwc chiariscono che non contaminarsi economicamente con questi mercati significa perdere la maggior parte della crescita nell’economia mondiale da qui al 2050.