Putin ha messo nel mirino le aziende e le banche occidentali, che vengono costrette a cedere gli asset russi a Mosca. A luglio il Cremlino ha sequestrato le filiali locali di Danone e Carlsberg ribadendo con forza che tutto ciò che è occidentale non è più al sicuro in terra russa. Cessione dopo cessione, aziende e banche accelerano la fuga dalla Russia trattando con il governo per quella che è stata ribattezzata “Russia-exit”.
Banca Intesa in Russia: si valuta l’uscita
Oggi Putin starebbe per dare l’approvazione necessaria all’uscita di Banca Intesa dalla Russia. Non è semplice per una banca lasciare la Russia: nel 2022 il Cremlino ha proibito la vendita di asset finanziari. La misura venne presa in risposta alle sanzioni europee e americane. Per lasciare la Russia le banche occidentali devono ottenere un permesso direttamente dal governo russo. E per chi resta la vita è una corsa a ostacoli: a ottobre 2022 il governo russo ha proibito a 45 banche di effettuare transazioni con azioni senza l’approvazione del governo: “Il presidente russo si riserva il diritto di autorizzare la vendita di azioni detenute da soggetti di nazioni ostili solo con una decisione speciale”, è stato spiegato con un provvedimento datato agosto 2022. La stretta sarebbe dovuta durare fino al 31 dicembre 2022, salvo proroghe: “Il termine di validità delle restrizioni stabilite dal presente decreto può essere ripetutamente prorogato dal Presidente della Federazione Russa”. Traduzione: Putin ha la possibilità di esercitare il suo controllo per tutto il tempo che desidera.
Per gli operatori occidentali quella russa è una situazione di incertezza e instabilità. Il quadro può cambiare a seconda del vento: il raggio d’azione degli operatori può venire nuovamente stretto, ad esempio, come risposta a nuove sanzioni che arrivano da Occidente.
Intesa Sanpaolo: il futuro delle filiali in Russia
In queste ore il caso Intesa Sanpaolo è sul tavolo di Vladimir Putin. La notizia viene confermata da Reuters e dal collettivo russo indipendente Agentsmedia. Putin starebbe valutando di concedere il via libera alla banca guidata da Carlo Messina affinché trasferisca le sue attività russe a una gestione locale.
Con l’inasprirsi della tensione geopolitica, Intesa Sanpaolo si è prodigata per ridurre i rischi in Russia. “Ora possiamo essere considerati una banca a esposizione zero verso la Russia, ma continueremo a lavorare per ridurre la limitata esposizione residua”, aveva annunciato Carlo Messina a fine 2022. A giugno, Banca Intesa ha registrato una forte riduzione ai prestiti ai clienti russi: si parla del -77% rispetto all’anno precedente per i prestiti transfrontalieri (pari a 700 milioni di euro) e del -66% relativamente ai prestiti locali (100 milioni di euro). Nel terzo quadrimestre del 2022, l’esposizione con la Russia era stata ridotta del 65%, pari a 2,3 miliardi di euro (lo 0,3% dei crediti totali di Intesa Sanpaolo). Oggi per Banca Intesa i clienti russi sono lo 0,2% del totale.
La guerra economica di Vladimir Putin
Putin ha più di una freccia nella sua faretra: sul campo di battaglia ci sono i mercenari della Wagner, centinaia di migliaia di soldati e missili ultra tecnologici. Negli uffici dei colletti bianchi c’è il controllo sulle aziende occidentali in Russia, l’influenza sul prezzo del grano e l’influenza russa sul prezzo di petrolio e gas.