Dopo i dazi alle auto cinesi Saic Motor denuncia Bruxelles alla Corte di giustizia Ue

L'azienda automobilistica con sede a Shanghai porterà la Commissione europea sul banco degli imputati dopo l'applicazione dei dazi sulle auto cinesi

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 3 Novembre 2024 18:45

La spinosa questione dei dazi europei sulle auto cinesi finirà presto all’attenzione della Corte di giustizia dell’Ue: Saic Motor, azienda automobilistica con sede a Shanghai, ha annunciato che intende denunciare Bruxelles di fronte alla “Curia” per proteggere i propri interessi dopo che l’Ue ha deciso di aumentare le tariffe sui veicoli elettrici costruiti in Cina fino al 45,3%.

Dazi Ue sulle auto cinesi

Tutto è iniziato con una serie di indagini in merito agli aiuti di Stato forniti da Pechino agli attori dell’automotive made in China. Dopo tali studi, l’Europa ha deciso di imporre i dazi alla Cina, scatenando le ritorsioni commerciali di Xi Jinping. Ora arriva anche la mossa di Saic Motor, che lamenta come le indagini della Commissione europea siano “errate nel determinare i sussidi” che sarebbero risultati erroneamente “gonfiati”. Saic Motor sostiene inoltre che le istituzioni Ue abbiano deliberatamente ignorato informazioni chiave e le controargomentazioni fornite dall’azienda.

Un portavoce ha inoltre affermato che Saic Motor sta adottando una serie di misure per adattarsi alle barriere commerciali e che intensificherà gli sforzi per portare in Europa i suoi nuovi modelli.

L’Unione Europea ha introdotto dazi mirati per “contrastare le sovvenzioni cinesi e favorire una concorrenza più equa, applicando tariffe variabili a seconda del livello di aiuti governativi ricevuti dai marchi”. Le tariffe maggiorate ai veicoli made in China resteranno in vigore per cinque anni, a meno che i funzionari dell’Ue e della Cina non trovino la quadra sui prezzi minimi. Un accordo però, al momento, non sembra all’orizzonte.

Saic Motor è soggetta alla tariffa più elevata del 35,3%, che va ad aggiungersi al 10% già esistente.

Azione legale di Pechino

La mossa di Saic Motor è solo l’ennesimo tassello di un intricato quadro: la notizia che riguarda l’azienda di Shanghai arriva dopo che il governo cinese ha dichiarato di aver presentato un’azione legale contro L’Ue presso l’Omc (Organizzazione mondiale del commercio).

Ma per il momento quella di Pechino potrebbe essere solo una minaccia. “Non mi risulta che sia stata presentata alcuna richiesta formale all’Omc”, ha dichiarato giovedì a Bruxelles un portavoce della Commissione, come riporta Euronews. “Siamo molto fiduciosi della compatibilità con l’Omc della nostra indagine e delle misure definitive che abbiamo imposto”, è stato aggiunto.

Nel frattempo, la Cina non è rimasta con le mani in mano e ha imposto dazi su una serie di prodotti europei come alcolici, auto di lusso e alimentari. Il rischio è quello di una vera e proprie guerra commerciale.

L’Ue indaga sui mangimi made in China

Ma le attenzioni dell’Unione europea non si fermano all’automotive: giovedì 31 ottobre l’Ue ha avviato una nuova indagine anti-dumping sulle importazioni cinesi di cloruro di colina, sostanza chimica utilizzata nei mangimi. Come aggiunge Euronews, l’indagine arriva in seguito a un reclamo dell’industria Ue in seguito al sospetto di pratiche commerciali sleali nel settore. “L’indagine – viene reso noto – determinerà l’eventuale imposizione di misure per rimediare agli effetti delle presunte pratiche sleali, tenendo conto degli interessi di tutti i tipi di aziende dell’Ue coinvolte (produttori, utilizzatori e importatori), che sono invitati a collaborare”.