Bauli riorganizza i suoi marchi e punta a 1 miliardo di fatturato nel 2030

La nuova strategia di crescita di Bauli che riorganizza i marchi e valorizza i mercati esteri e il salutismo.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Bauli riorganizza i suoi marchi e pensa in grande dichiarandosi pronta a raggiungere l’ambiziosa quota di fatturato di 1 miliardo di euro entro il 2030. Per farlo l’azienda italiana di prodotti da forno fondata nel 1922 da Ruggero Bauli ha improntato una nuova strategia di crescita e potenziamento dei brand che prevede l’investimento, tra questo e il prossimo anno, di 82 milioni di euro. Tre gli assi attorno a cui ruota il nuovo progetto che sarà coordinato da Fabio Di Giammarco, amministratore delegato dell’azienda dall’inizio del 2023. Si va dalla centralità del marchio capogruppo alla creazione di nuovi canali di vendita, passando per la riorganizzazione dei prodotti e l’evoluzione dei mercati esteri.

Bauli e la riorganizzazione dei marchi

Nella nuova strategia di riorganizzazione dei marchi dell’azienda, il più importante passaggio è dato dalla centralità che avrà proprio il brand capogruppo, Bauli, che ingloberà al suo interno alcuni noti prodotti come Buondì e Girella, attualmente venduti con il marchio Motta. Lo stravolgimento interesserà anche Motta stessa che, nella nuova visione strategica, occuperà un ruolo premium.

La centralità del marchio Bauli

A spiegare nei dettagli la nuova strategia di crescita di Bauli è stato l’ad Fabio Di Giammarco che, dopo la chiusura del bilancio 2023 che ha segnato un valore della produzione di 633 milioni (+84 milioni) e un utile netto di 4 milioni (-6 milioni), ha preso a tutti gli effetti le redini dell’azienda.

Il primo tassello strategico è rappresentato dalla geografia del marchio che all’estero ha il 20 per cento del proprio fatturato. “Ragioniamo da gruppo multinazionale – ha detto Di Giammarco – Vorremmo portare quella quota al 40 per cento”. Per farlo “l’ambizione è sviluppare più aggressivamente i mercati esteri, quelli dove siamo già presenti – su tutti l’India – poi l’America e l’Europa occidentale più vicina a noi, a cominciare da Germania e Svizzera dove c’è un palato interessante per i nostri prodotti”.

La riorganizzazione dei prodotti Bauli

Oltre a un nuovo approccio ai mercati esteri, il progetto di Bauli prevede una maggiore valorizzazione dei prodotti di consumo giornaliero che, oggi, “pesano più di quelli delle ricorrenze“. Si legga soprattutto panettoni e pandori, ovvero la base da cui è partito il brand e si è poi evoluto. “Svilupperemo snack e prodotti per il mondo salutistico – ha detto Di Giammarco – senza glutine, senza lattosio, senza zuccheri aggiunti sono aree di sviluppo importanti”.

I nuovi canali di vendita

Il terzo punto centrale della strategia di Bauli, che mira a raggiungere la quota di fatturato di 1 miliardo di euro entro il 2030, è relativo ai canali di vendita. “Abbiamo una posizione dominante nella grande distribuzione – ha detto l’ad –  ma c’è un’area di sviluppo importantissima nei canali quali il travel e il pasto on-the-go. Stiamo sviluppando prodotti e formati più adatti a questo tipo di consumo e con essi le partnership con chi opera in quel settore per posizionare i nostri prodotti”.

Non è infine da escludere che il gruppo Bauli possa provvedere da qui ai prossimi anni anche a nuove acquisizioni che, come ricordato anche da Di Giammarco, “fanno parte del nostro Dna, valutiamo i candidati giusti nel nostro percorso di crescita”.