Le banche italiane si confermano tra le più robuste del Vecchio Continente, consolidando un primato che negli ultimi anni ha acquisito crescente rilevanza. Soprattutto in un contesto economico caratterizzato da incertezze geopolitiche, volatilità finanziaria e trasformazioni tecnologiche sempre più rapide.
La Banca Centrale Europea ha infatti pubblicato i risultati dell’ormai atteso Srep (il processo di revisione e valutazione prudenziale che ogni anno misura la solidità degli istituti di credito europei) e il bilancio per l’Italia è nuovamente positivo.
A guidare la classifica nazionale è il gruppo Credem, che non solo conquista il primo posto tra gli istituti italiani, ma riesce anche a collocarsi sul podio europeo delle banche più solide, confermandosi come un modello di gestione equilibrata e prudenziale.
Indice
I numeri delle banche italiane
Il parametro chiave alla base della valutazione è il Pillar 2 Requirement (P2R), il requisito di capitale aggiuntivo richiesto dalla Banca Centrale Europea a ciascuna banca per coprire rischi specifici non completamente inglobati nei requisiti minimi.
Più il valore è basso, minore è la rischiosità percepita dalla vigilanza, e dunque maggiore è il livello di fiducia della Bce nella capacità dell’istituto di fronteggiare eventuali shock.
Ecco la classifica delle banche italiane:
- Credito Emiliano Holding 1,25%;
- Banca Mediolanum 1,50%;
- Intesa Sanpaolo 1,65%;
- FinecoBank 2,00%;
- UniCredit 2,00%;
- Banco BPM 2,25%;
- Credito Cooperativo Italiano S.p.A. 2,25%;
- Iccrea Banca 2,25%;
- Bper 2,40%;
- Monte dei Paschi di Siena 2,40%.
Questi risultati collocano le principali realtà del nostro sistema creditizio ai vertici della graduatoria europea per solidità patrimoniale.
Lo scenario europeo: capitale stabile e meno “compiti a casa”
Il quadro generale che emerge dall’analisi della Bce per il 2025 è di un sistema bancario europeo in salute, caratterizzato da
posizioni robuste di capitale e liquidità e una forte generazione di utili.
I numeri di insieme lasciano pochi dubbi sul vigore del settore. Secondo l’ultimo resoconto della vigilanza Bce, nel secondo trimestre 2025 il livello medio del capitale CET1 – l’indicatore di solidità primario – si è attestato al 16,1%, ben al di sopra del requisito minimo stabilito per il 2026, che rimane stabile all’11,2%. Anche la patrimonializzazione totale ha toccato il 20,2%.
La liquidità del sistema rimane abbondante, con un rapporto di copertura aggregato al 158%, significativamente superiore alla soglia minima del 100%. A completare il quadro positivo, la redditività: il ritorno sul capitale (RoC) è cresciuto dal 9,5% di fine 2024 al 10,1% nel secondo trimestre del 2025.
Le priorità future della Bce
Guardando al triennio 2026-2028, la Banca Centrale Europea indica chiare priorità per le banche. L’attenzione si sposterà sempre di più sulla resilienza ai rischi geopolitici e alle incertezze macro-finanziarie, senza trascurare la solidità operativa e la sicurezza dei sistemi IT, fattori diventati cruciali nell’era digitale.
L’esame Srep ha coinvolto 105 istituti direttamente vigilati dalla Bce, tracciando una mappa aggiornata della stabilità finanziaria dell’Eurozona, in cui le banche italiane giocano un ruolo da protagoniste.