Prezzo del gas in aumento dopo lo stop di Ucraina e Russia, vola a 50 euro/MWh

Prezzi del gas a 50 €/MWh, gelo e geopolitica spingono l’Europa verso alternative. L’Italia punta su scorte e rigassificatori

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 2 Gennaio 2025 08:09

Il mercato del gas naturale in Europa torna a ribollire. I prezzi in aumento sfondano di nuovo il tetto dei 50 euro al megawattora, un livello che non si vedeva dall’ottobre 2023. L’aria gelida non è l’unico fattore: il blocco del gas russo in transito dall’Ucraina agita ulteriormente il settore. L’interruzione, programmata da tempo, sta spingendo le nazioni europee a rafforzare i propri piani di emergenza energetica.

Scorte italiane al sicuro ma aumentano le bollette

Per ora, l’Italia può dormire sonni tranquilli: le riserve sono solide. “Le riserve sono adeguate e stiamo adottando misure per massimizzare gli stoccaggi e affrontare serenamente l’inverno”, ha spiegato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.

Ma la bolletta (non solo per questo, ma anche alla luce della Manovra appena approvata) potrebbe raccontare un’altra storia. La dipendenza del nostro sistema energetico dalle fluttuazioni del mercato globale resta un fattore di incertezza.

Intanto, si aspetta una nuova nave rigassificatrice a Ravenna, un tassello importante per aumentare l’importazione di gas naturale liquefatto e mettere il Paese in una posizione di vantaggio rispetto a eventuali turbolenze future. Il progetto, che si inserisce in un piano più ampio di diversificazione delle fonti energetiche, è considerato strategico e salvifico per il momento.

Tra speculazioni e meteo, i prezzi prendono il volo

Il freddo è solo un’altra parte di questo complesso puzzle. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, punta il dito su geopolitica e speculazioni di mercato. Il non sorprendente mancato rinnovo del contratto tra Russia e Ucraina pesa come un macigno, spingendo la domanda oltre i limiti. A questo si aggiungono le tensioni legate all’instabilità politica internazionale, che spesso influenzano i mercati più di quanto si possa immaginare.

Anche i flussi alternativi di gas, come quelli provenienti dalla Norvegia e dagli Stati Uniti, stanno facendo la loro parte per calmierare i prezzi. Tuttavia, la rapidità con cui questi cambiamenti vengono messi in atto è cruciale per evitare ulteriori scossoni.

L’Arera ha evidenziato che il conto della luce, legato al prezzo del gas, subirà un rialzo del 18,2% nel primo trimestre del 2025 per i clienti in maggior tutela. Questo riguarda circa 3,4 milioni di utenti, tra cui ultra 75enni e percettori di bonus sociale.

Fine di un’epoca per il gas russo in Europa

Il primo gennaio 2025 ha segnato, come già accennato poco fa, la chiusura di un capitolo: la Russia ha fermato i flussi attraverso l’Ucraina. Un evento atteso, ma comunque simbolico che vale la pena approfondire.

“Le infrastrutture europee sono pronte a ospitare gas da fonti alternative grazie alle nuove capacità di importazione di Gnl”, ha dichiarato un portavoce della Commissione Europea. Gazprom (che di recente ha bloccato la fornitura di gas alla Moldavia), nel frattempo, dovrà fare i conti con perdite miliardarie. Dall’altra parte, l’Ucraina rinuncia a circa un miliardo di dollari annui in tariffe di transito. Per compensare, i costi per i consumatori interni aumenteranno sensibilmente.

L’Ucraina, come riporta Reuters, ha sottolineato l’impatto dello stop. “Abbiamo fermato il transito del gas russo. Questo è un evento storico”, ha dichiarato il ministro dell’Energia German Galushchenko.

Nel frattempo Paesi come Austria e Slovacchia si sono già organizzati con forniture alternative, sfruttando nuove rotte. Ma il mercato europeo, dopo aver assorbito decenni di dominanza russa, ora naviga verso una configurazione completamente diversa. L’era delle pipeline sovietiche sembra definitivamente tramontata.