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La Borsa del 28 febbraio, Milano apre in calo con il settore tech e lusso, in rialzo Nexi
Donald Trump ha annunciato che dal 4 marzo Canada e Messico dovranno fare i conti con dazi del 25%, mentre alla Cina verrà inflitta un'ulteriore sovrattassa del 10%
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Borse appesantite dal timore dazi
Le borse europee aprono in calo, appesantite dalle minacce di nuovi dazi annunciate da Donald Trump e dalla debolezza di Wall Street nella seduta precedente. Il Ftse Mib segna un ribasso dello 0,63%, mentre il Dax di Francoforte e il Cac 40 di Parigi cedono entrambi lo 0,7%. Maggiore la flessione dell’Aex di Amsterdam, che arretra dell’1,07%. L’unica eccezione tra i principali listini è l’Ibex di Madrid, che avanza dello 0,1%.
I mercati restano in allerta per il rischio che l’escalation della guerra commerciale, con le nuove tariffe su Canada, Messico e Cina in arrivo la prossima settimana e i dazi reciproci attesi per il 4 aprile, possa complicare le strategie della Federal Reserve nella lotta all’inflazione, ritardando eventuali interventi sui tassi d’interesse. In questo contesto, gli investitori attendono con attenzione la pubblicazione del dato Pce di gennaio, indicatore chiave per le decisioni della banca centrale statunitense. Trump continua a catalizzare l’attenzione anche sul fronte geopolitico: oggi potrebbe essere il giorno decisivo per l’accordo sulle terre rare dell’Ucraina, risorsa strategica con forti implicazioni economiche e industriali a livello globale.
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Spread a 108 punti
Lo spread tra BTp e Bund apre in rialzo, attestandosi a 108 punti base nei primi scambi, rispetto ai 107 punti della chiusura precedente. Nonostante l’allargamento del differenziale, il rendimento del BTp decennale di riferimento registra un lieve calo, scendendo al 3,47% rispetto al 3,49% segnato alla chiusura della giornata di ieri.
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Pochi i rialzi, tech e lusso in calo
A Piazza Affari prevale la cautela, con pochi titoli in rialzo nella seduta odierna. Nexi si distingue come la migliore del listino, mettendo a segno un progresso del 4,59% grazie al ritorno all’utile nel 2024 e all’annuncio di un dividendo di 0,25 euro per azione, una notizia accolta positivamente dagli investitori. Tra gli altri titoli in territorio positivo, Hera avanza dello 0,76%, seguita da Snam (+0,22%), Italgas (+0,16%) ed Enel (+0,11%), che beneficiano della stabilità del comparto utility.
Sul versante opposto, le vendite colpiscono in particolare il settore tecnologico, con Stmicroelectronics che lascia sul terreno il 2,61%, penalizzata dal clima negativo che pesa sull’intero comparto dopo la debolezza registrata da Nvidia a Wall Street. In difficoltà anche Campari, che arretra dell’1,61%, mentre Brunello Cucinelli perde l’1,52%, frenato da prese di beneficio dopo i recenti guadagni. Segno meno anche per Banca Popolare di Sondrio (-1,28%) e Ferrari (-1,26%), con quest’ultima ancora sotto pressione dopo il netto calo della vigilia.
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Borse negative questa mattina
Le principali borse europee avviano la seduta in territorio negativo, con un clima di incertezza che pesa sui mercati. A Francoforte il Dax registra un calo dello 0,63%, mentre a Londra il Ftse 100 apre in ribasso dello 0,25%. Anche Parigi mostra segnali di incertezza, con il Cac 40 che cede lo 0,02%, mentre Piazza Affari segue la tendenza negativa con il Ftse Mib in flessione dello 0,54%.
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Occhi sulle banche e Ferrari
Sul fronte azionario, oggi a Piazza Affari l’attenzione sarà su Nexi, che ha chiuso il 2024 in utile e annunciato un dividendo di 0,25 euro. Gli investitori seguiranno da vicino il risiko bancario, dopo l’ingresso di Deutsche Bank nel capitale di Banco Bpm con una quota del 5,1% e la salita di Caltagirone all’8% in Mps.
Riflettori puntati anche su Prysmian e Ferrari, reduci dai forti cali della seduta precedente.
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Si preannunciano crolli in Borsa
Le borse europee si preparano a un venerdì difficile. Il future sull’Eurostoxx50 segna un calo dell’1,22% dopo l’annuncio del presidente Usa, Donald Trump: dal 4 marzo, Canada e Messico affronteranno dazi del 25%, mentre alla Cina sarà applicata un’ulteriore sovrattassa del 10%. L’Europa potrebbe essere la prossima.