Stop per Silvio Berlusconi sull’acquisizione della partecipazione qualificata di Banca Mediolanum a causa della mancanza del requisito di onorabilità del leader di Forza Italia. Il divieto, deciso dalla Bce, è stato confermato dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea respingendo il ricorso della holding Fininvest.
Mediolanum, Corte Ue blocca Berlusconi: la vicenda legale
Il contenzioso ha inizio nel 2014 con la sospensione da parte della Banca d’Italia dei diritti di voto e la cessione delle eccedenti il 9,99% di Mediolanum a Fininvest. L’istituto di via Nazionale, d’intesa con l’Ente di vigilanza Ivass, aveva imposto alla holding la cessione della quota della banca milanese in seguito al recepimento delle norme europee sui conglomerati finanziari e alla perdita dei requisiti di onorabilità di Silvio Berlusconi, a causa della condanna per frode fiscale ricevuta dall’ex presidente del Consiglio nel 2013.
Una decisione quella di Bankitalia annullata però nel marzo 2016 dal Consiglio di Stato. Quando nel 2015 la finanziaria Mediolanum è stata incorporata dalla sua controllata, Banca Mediolanum, la Fininvest (che partecipava in Mediolanum) è diventata direttamente azionista della Banca fondata da Ennio Doris. Con l’avvio di una nuova valutazione da parte di Banca d’Italia e Banca centrale europea sulla quota in capo a Fininvest, la Bce ha rifiutato di autorizzare l’acquisizione di una partecipazione qualificata e adesso la Corte Ue ha respinto il ricorso della holding per l’annullamento di questa decisione.
Il Tribunale della Ue ha spiegato con la sentenza come sia indispensabile una previa valutazione dell’idoneità di qualsiasi persona che intenda acquisire una partecipazione in un ente creditizio, per assicurare che la proprietà di tali enti creditizi rimanga idonea e solida sotto il profilo finanziario. Inoltre, dicono ancora i giudici europei, “per garantirne la solidità prudenziale, gli enti creditizi sono tenuti a rispettare un insieme di norme dell’Unione in materia, e tale rispetto dipende altresì strettamente dall’idoneità dei loro proprietari e di qualsiasi nuovo proprietario prima che esso acquisti una quota rilevante in tali enti”.
Infine, si legge ancora in un estratto del comunicato della Corte Ue, “la procedura di autorizzazione delle acquisizioni di partecipazioni qualificate è diretta a garantire la gestione sana e prudente dell’ente cui si riferisce il progetto di acquisizione nonché l’idoneità del candidato acquirente e la solidità finanziaria del progetto di acquisizione considerato, tenendo conto della sua probabile influenza sull’ente interessato”.
Mediolanum, Corte Ue blocca Berlusconi: la nota di Finivest
In una nota, Fininvest ha fatto sapere di “non condividere le motivazioni del Tribunale europeo, ritenendole gravemente erronee in fatto e in diritto, e per questo motivo ha già dato mandato ai propri legali di impugnare la sentenza del Tribunale dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea”.
“Fino alla pronuncia definitiva della Corte di giustizia dell’Ue, resta sospeso – si legge – come da ordinanza del Tar del Lazio del 17 aprile 2018, il provvedimento con cui la Banca d’Italia, a seguito del provvedimento di diniego della Bce, aveva ordinato l’alienazione della partecipazione eccedente il 9,99% di Banca Mediolanum”. Con la sentenza la Corte ha dunque respinto il ricorso di Fininvest e Berlusconi contro il provvedimento della Bce del 25 ottobre 2016 con cui, su proposta di Bankitalia, si oppose al mantenimento da parte di Fininvest della partecipazione in Banca Mediolanum eccedente il 9,99% a causa della condanna di Berlusconi per frode fiscale nel 2013.