Corruzione in calo in Italia: i nuovi dati sulle tangenti

L'Istat ha pubblicato i dati sulla corruzione in Italia nel biennio 2022-2023, che mostrano un calo delle richieste di denaro in cambio di agevolazioni

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Un recente studio condotto dall’Istat sulla corruzione in Italia nel biennio 2022-2023 ha rivelato una significativa riduzione delle richieste di denaro, favori o regali alle famiglie italiane in cambio di agevolazioni, beni o servizi.

Il calo è evidente rispetto all’indagine del 2015-2016, con una diminuzione dal 2,7% al 1,3% nelle richieste ricevute dalle famiglie nei tre anni precedenti l’intervista. Settori come il lavoro, gli uffici pubblici, la sanità e la giustizia hanno mostrato i maggiori miglioramenti.

L’indagine è stata condotta tra novembre 2022 e luglio 2023, e ha coinvolto 24.915 individui dai 18 agli 80 anni. La raccolta dati ha utilizzato una tecnica mista di interviste telefoniche e faccia a faccia, coprendo un’ampia gamma di reati contro il patrimonio e la persona.

Diffusione delle esperienze di corruzione

Nel corso della vita, il 5,4% delle famiglie italiane ha ricevuto richieste di denaro, favori o regali in cambio di agevolazioni o servizi. Dove c’è più corruzione

La distribuzione geografica della corruzione in Italia mostra significative variazioni tra le diverse regioni. Le richieste di denaro, favori o regali sono più frequenti nelle regioni del Centro, dove il 6,8% delle famiglie ha subito almeno un episodio corruttivo nel corso della vita.

Al Sud, stando ai dati, il fenomeno è altrettanto preoccupante, con il 4,2% dei cittadini che segnalano di aver ricevuto offerte in cambio del voto durante le elezioni. Anche le isole mostrano una presenza consistente di corruzione, con il 3,6% delle famiglie coinvolte.

A livello regionale, il Lazio e la Campania emergono come le aree con il maggior numero di casi segnalati, rispettivamente il 10,4% e il 6,6% delle famiglie. Inoltre, le aree metropolitane, in particolare i centri delle grandi città, registrano un’alta incidenza di episodi corruttivi, con l’8,3% delle famiglie che dichiarano di aver ricevuto richieste di denaro o altro in cambio di favori o servizi.

Imprenditori e lavoratori autonomi

Circa 2,9 milioni di imprenditori e liberi professionisti ritengono che sia comune dover pagare per ottenere servizi o agevolazioni. L’1,3% di questi ha avuto esperienze dirette, come ottenere licenze, concessioni, contratti con la pubblica amministrazione, permessi di import/export e agevolazioni fiscali.

Corruzione e voto di scambio

Il 2,7% dei cittadini italiani, tra i 18 e gli 80 anni, ha ricevuto offerte di denaro, beni o agevolazioni in cambio del voto, una diminuzione rispetto al 3,7% registrato nel 2015-2016. La pratica è più diffusa al Sud (4,2%) e al Centro (3,6%).

Settori coinvolti nella corruzione

Nel 2022-2023, circa 1,2 milioni di famiglie hanno subito richieste di denaro, regali o altro per ottenere servizi in vari settori. Il settore sanitario ha registrato richieste all’1,3% delle famiglie, il settore lavorativo allo 0,8%, l’istruzione allo 0,7%, e le public utilities allo 0,4%. Gli uffici pubblici e il settore della giustizia hanno avuto percentuali rispettivamente del 2% e del 4,8%.

Circa il 15% delle famiglie che hanno subito episodi di corruzione ha subito richieste in più settori. Questo fenomeno, noto come plurivittimizzazione, è più comune al Sud e nelle isole, con circa il 20% delle famiglie coinvolte.

Dinamiche delle richieste di corruzione

Nei tre anni precedenti l’intervista, 297 mila famiglie hanno subito episodi di corruzione. Le richieste sono state fatte principalmente da diretti interessati (31,5%) o tramite intermediari (22,6%). Il denaro è la forma più comune di richiesta (66,4%), seguita da favori (9,4%) e regali (8,9%).

Tolleranza in Italia verso la corruzione

Circa il 20,1% dei cittadini italiani ritiene accettabile pagare per trovare lavoro a un figlio, con una maggiore tolleranza tra coloro che conoscono persone coinvolte in episodi di corruzione. Tra gli imprenditori e i lavoratori autonomi, la tolleranza è inferiore, con il 17,3% che ritiene accettabile pagare per trovare lavoro a un figlio.

Oltre il 90% dei cittadini è favorevole alla denuncia dei casi di corruzione, considerandola un danno per la società. Tuttavia, il 63,4% ritiene pericoloso denunciare fatti di corruzione. Le opinioni su chi denuncia sono prevalentemente positive, con il 95,7% che li definisce persone oneste o coraggiose.