Incendio nell’Inalca di Reggio Emilia, il colosso delle carni va a fuoco

Un violento incendio è divampato nello stabilimento Inalca di Reggio Emilia: non ci sono vittime, ma lo stabilimento del colosso della carne ha subito diversi danni.

Foto di Riccardo Castrichini

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 11 Febbraio 2025 10:58

Un violento incendio è scoppiato nel corso della notte tra il 10 e l’11 febbraio 2025 all’interno dello stabilimento Inalca di Reggio Emilia, azienda del Gruppo Cremonini leader nel settore delle carni, provocando ingenti danni. Sul posto sono intervenute diverse squadre dei Vigili del Fuoco, con l’allarme che è stato dato per primo da una guardia giurata in servizio.

La fase più critica sarebbe superata, ma forte sarebbe l’odore acre scatenato dalle fiamme. Non sono note, al momento, le cause del rogo, ma per fortuna non si ci sarebbero feriti e vittime. Resta il danno economico per l’azienda specializzata nella lavorazione delle carne bovine, con l’incendio che ha fortemente danneggiato un’intera area produttiva.

I marchi Inalca, leader delle carni

Il rogo divampato nella notte ha provocato ingenti danni nello stabilimento Inalca di Reggio Emilia, anche se al momento è ancora troppo presto per poter fornire una stima corretta. L’azienda fa parte del Gruppo Cremonini ed è uno dei principali operatori nel settore delle carni bovine in Europa che presidia l’intera filiera produttiva, dall’allevamento al prodotto finito.

Entrando più nello specifico, produce e commercializza le carni bovine, sia fresche che surgelate e in scatola, che vengono vendute nei supermercati con i marchi Montana, Fiorani, Montagna e con private Label.

In Italia sono 16 in totale gli stabilimenti produttivi di Inalca specializzati per tipologie di lavorazione in macellazione, disosso, trasformazione, confezionamento e distribuzione delle carni. Cinque, invece, gli impianti produttivi nel mondo distribuiti in Russia, Africa e Polonia.

Quanto allo stabilimento di Reggio Emilia, sarà ora necessario effettuare una stima concreta dei danni, accertare le cause e capire quale sarà il futuro dei lavoratori, circa 200. Ad andare a fuoco è stata l’area dell’azienda specializzata nel trasporto a temperatura controllata delle carni.

Dagli Hamburger alle carni in scatola

Inalca fa parte del Gruppo Cremonini che è leader in Italia nel settore delle carni bovine ed è specializzata nella produzione di hamburger e carni in scatola. Nel 2023 ha registrato ricavi totali per 2.990,81 milioni di euro, con un margine operativo lordo (EBITDA) di 236 milioni di euro e un risultato operativo (EBIT) di 152 milioni di euro.

Ben l’88% del fatturato deriva dalla produzione, trasformazione e commercializzazione delle carni bovine, mentre il restante 12% dalla produzione e dalla lavorazione di salumi e snack. Per quanto riguarda la sola Inalca, ben il 40% del suo fatturato viene realizzato all’estero.

L’azienda si occupa anche di pasti destinati alle scuole, ai supermercati come Coop e ai ristoranti come McDonald’s.

L’esplosione e poi le fiamme

Come detto in precedenza, non sono al momento note le cause dell’incendio nell’Inalca di Reggio Emilia, con le forze dell’ordine che avvieranno le doverose indagini. Stando alle prime ricostruzioni, i Vigili del Fuoco sarebbero intervenuti intorno all’1:30 in via Due Canali dopo aver ricevuto l’allarme da parte di una guardia giurata in servizio in quel momento.

A rendersi conto che qualcosa non andava, anche diversi cittadini della zona che, sempre intorno all’una di notte, hanno avvertito un forte una forte esplosione. Lo stabilimento è collocato nel quartiere del Tondo, non lontano dall’Autostrada A1, con molti automobilisti di passaggio sulla direttrice che hanno visto le fiamme divampare all’interno della fabbrica.

Sul posto sono intervenuti i Vigli del fuoco delle stazioni di Modena, Parma e Bologna che hanno evitato che le fiamme potessero propagarsi nelle vie residenziali circostanti. Il calore generato dalle fiamme, tuttavia, ha sciolto le tapparelle delle limitrofe case.

La situazione emergenziale più critica è stata al momento risolta, anche se questa mattina (11 febbraio) è ancora alta la coltre di fumo e forte è l’odore acre percepito a diversi chilometri di distanza. L’Arpae sta effettuando rapidamente gli esami sulla qualità dell’aria, con la raccomandazione che è quella di tenere chiuse le finestre negli uffici e nelle abitazioni della zona.