Il nuovo presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, ha ottenuto il 48,60% dei voti, battendo di poco Andrea Orlando, fermo al 47,47%. Un margine risicato che non ha impedito al centrodestra di celebrare quella che viene definita una “vittoria meritata” da tutti gli alleati.
Matteo Salvini, in diretta tv, ha esultato: “Una vittoria contro tutto e tutti, tra arresti e una campagna giudiziaria politica e mediatica devastante, ma il lavoro paga sempre”. Sulla stessa linea Antonio Tajani, che ha parlato di un successo ottenuto “nonostante gli attacchi di certa magistratura”.
Bucci: “Presidente? No, sindaco della Liguria”
Con la tensione della campagna ormai alle spalle, Bucci ha promesso che guiderà la regione con determinazione, mettendo da parte le polemiche. “Abbiamo cinque anni di grande lavoro davanti a noi”, ha detto, ricordando che Genova non sarà messa in secondo piano, come qualcuno aveva insinuato. La promessa è quella di servire tutti i liguri, indipendentemente dalle preferenze politiche.
Nel suo discorso post-vittoria, Bucci non ha risparmiato frecciate agli avversari e ha tracciato una linea di fermezza all’interno della propria coalizione. Commentando il comportamento di alcuni esponenti del centrosinistra, ha dichiarato senza mezzi termini: “I panni si lavano in casa”, lasciando intendere che, sotto la sua guida, non saranno tollerati tradimenti o lotte intestine.
Marco Bucci ha conquistato la guida della Liguria, ma rifiuta l’etichetta formale di “presidente”. Durante la conferenza stampa, ha chiarito subito di voler essere chiamato “sindaco della Liguria”, sottolineando la sua intenzione di restare vicino ai cittadini e mantenere lo stile diretto di chi amministra le cose concrete. “Il nostro compito è servire i cittadini, non farsi servire,” ha dichiarato.
Genova, l’amaro in bocca per l’astensionismo
Il risultato a Genova, in controtendenza rispetto al resto della regione, è stato un campanello d’allarme per Bucci, sindaco della città e ora nuovo governatore. Alla stampa ha ammesso senza mezzi termini che l’astensione è stata una sconfitta: “Abbiamo lavorato molto per portare tutti al voto, ma quando si aprono tanti cantieri c’è sempre qualcuno che non gradisce il disagio”, ha spiegato, riconoscendo una perdita di consensi a favore del centrosinistra.
Il “dopo Toti” tra ombre giudiziarie e continuità
La vittoria di Bucci segna la fine dell’era di Giovanni Toti, travolto dalle accuse di corruzione e finanziamento illecito e costretto a lasciare la guida della regione. Salvini, unico tra i leader della coalizione a citarlo apertamente, ha ricordato: “Questo risultato è anche figlio del buon governo del centrodestra e di Giovanni”.
L’ex presidente, ora ai servizi sociali, avrebbe confidato ai suoi di essere “contento della vittoria di Bucci. Evidentemente i liguri hanno interpretato bene quanto accaduto”.
L’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha reagito ai risultati elettorali con una punta di soddisfazione e non poche critiche rivolte agli avversari. Parlando a Repubblica, ha definito i risultati come un chiaro segnale di maturità da parte dei liguri, che non si sono fatti trascinare in piazza dalle narrazioni populiste, puntando il dito contro il Movimento 5 Stelle, “precipitato al minimo storico col suo giustizialismo”. Nonostante l’affluenza non sia stata esemplare, Toti ha osservato che è comunque “in linea con la media nazionale”.
Complimenti a stilettate: Tajani e Meloni si fanno sentire
Antonio Tajani, su X, non ha perso tempo a congratularsi con Bucci per quella che ha definito una “grande vittoria di squadra”, ricordando che fino a qualche mese fa era un obiettivo lontano. Giorgia Meloni, invece, ha celebrato la conferma della fiducia nel centrodestra unito e ha assicurato che Bucci sarà un leader “capace e determinato”.
Orlando: “La coalizione ha bisogno di stabilità”
Il candidato del centrosinistra Andrea Orlando non ha nascosto la sua delusione per una sconfitta che definisce “di misura”, ma ha preferito guardare avanti. Nella sua analisi post-voto, Orlando ha ammesso le difficoltà nel tenere unita una coalizione ampia e ha suggerito la necessità di trovare una base solida per il futuro. Un avvertimento che suona come un invito alla leadership del Partito Democratico.