Con la morte di Silvio Berlusconi, ora inizia il capitolo dell’eredità, ma sembra che nulla sia stato lasciato al caso. L’ex premier avrebbe pianificato attentamente con i suoi legali ogni aspetto della successione. Il punto cruciale e delicato riguarda il controllo della Fininvest, la holding di famiglia che sovrintende al gruppo. È la Fininvest che riscuote i dividendi dalle aziende operative (Mediaset, Mediolanum, Mondadori, ecc.), li gestisce, li investe e poi distribuisce i profitti alla famiglia.
Questo è stato il modus operandi fin dal momento in cui la cassaforte è stata creata nel 1975 e nel suo portafoglio si trovavano le storiche aziende immobiliari e di costruzioni: Cantieri Riuniti, Edilnord, Milano 2. Successivamente, c’è stata la scalata nel mondo della televisione a partire dalla fondazione di Telemilano nel 1978, l’incontro con Adriano Galliani e l’acquisizione di Elettronica Industriale nel 1980, l’alleanza con Ennio Doris e la creazione di Programma Italia nel 1982, seguiti dall’acquisizione del Milan nel 1986, di Mondadori dopo la “guerra di Segrate” con Carlo De Benedetti nel 1991 e dalla quotazione di Mediaset e Mediolanum nel 1996, fino all’assetto attuale.
Le aziende resteranno in mano alla famiglia
La partita per la successione, che sia amichevole o competitiva, si gioca proprio all’interno della Fininvest. Attualmente, si stima che il patrimonio che verrà trasmesso agli eredi ammonti a circa 4 miliardi di euro, tenendo conto della quota di patrimonio netto della società capogruppo e di altri beni al di fuori del suo perimetro.
In una recente dichiarazione, la Fininvest ha sottolineato il “genio imprenditoriale” e la “straordinaria umanità” del fondatore, attributi che sono sempre stati parte integrante del gruppo e che non possono essere separati da esso. Inoltre, è stato trasmesso un messaggio forte e chiaro per il periodo successivo a Silvio: “Questo patrimonio rimarrà alla base di tutte le nostre attività, che proseguiranno con una totale continuità in ogni ambito”.
Il nodo Marta Fascina: punto di riferimento per i figli, amica di Marina Berlusconi
C’è però da considerare la questione di Marta Fascina e ci si chiede quale sarà la sua parte nell’eredità come ultima compagna di Silvio Berlusconi. Durante gli ultimi periodi della vita di Silvio Berlusconi, Marta Fascina è diventata un punto di riferimento importante anche per i figli del Cav.
Ha dimostrato una dedizione totale, mettendo da parte ogni altra cosa per essere al suo fianco. Ha sostenuto Silvio Berlusconi giorno dopo giorno durante la sua malattia in ospedale, rispondendo prontamente alle chiamate dei figli che cercavano aggiornamenti sullo stato di salute del padre.
Inoltre, ha sviluppato un legame speciale con Marina, la figlia maggiore dei “fantastici 5”, che ha una maggiore responsabilità per quanto riguarda il futuro della famiglia. Il loro rapporto ha trovato un equilibrio, e sarà interessante osservare come si svilupperà ora e come Marta Fascina continuerà a essere parte integrante della famiglia.
Quanto spetterebbe a Marta Fascina
Dopo l’arrivo quasi improvviso nel 2020, successivo a Francesca Pascale, Marta Fascina ha impiegato del tempo per essere accettata dalla famiglia di Silvio Berlusconi. I cinque figli, molto protettivi nei confronti del padre e delle immense ricchezze familiari, non hanno visto di buon occhio la nuova relazione. Era facile, dal loro punto di vista, immaginare scenari negativi in una situazione del genere.
Berlusconi avrebbe desiderato sposare Marta, facendola diventare la sua terza e ultima moglie anche legalmente. Tuttavia, secondo fonti interne alla famiglia, avrebbe trovato l’opposizione dei figli. Ciò che preoccupava gli eredi diretti era la possibilità che Fascina potesse ottenere il controllo della Fininvest, di cui Berlusconi deteneva oltre il 60%, mentre solo una piccola parte era di proprietà di Marina e Pier Silvio.
Se nei giorni scorsi c’era l’ipotesi che per la 32enne non ci sarebbe stato spazio nel testamento, ora secondo le indiscrezioni l’ultima compagna dell’ex premier ed ex patron di Milan e Monza, che lui stesso ha sempre definito come moglie, potrebbe vedersi riconoscere un’eredità da 100 milioni di euro, più la proprietà di una o due ville e la residenza nella casa di Arcore. Queste ultime indiscrezioni, salvo clamorose sorprese, terrebbero Fascina fuori da Fininvest, cassaforte che in 30 anni è valsa 2,5 miliardi alla famiglia Berlusconi.