La pandemia da Covid-19 sembra aver insegnato tanto al mondo intero, con la sanità che ha un vero e proprio occhio di riguardo al primo sentore di un possibile rischio. Negli ultimi tre anni, dallo scoppio dei contagi arrivati dalla Cina, sono stati sgonfiati tantissimi casi di nuovi possibili malattie pronte a minacciare l’umanità, ma nonostante questo non pochi sono i campanelli d’allarmi su virus che potrebbero tenere sotto scacco il mondo.
Ad alzare la voce ancora una volta ci ha pensato l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che ha sottolineato come nel Vecchio Continente il rischio di incappare in nuove epidemie è ancora elevato.
L’allarme dell’Ecdc sulle possibili epidemie
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, si sa, non parla a vanvera e quando ha comunicazioni importanti da fare trova il modo per farsi sentire. Le ultime, definite importanti e con l’obiettivo di essere da monito per l’intera popolazione europea, è arrivata infatti in uno degli eventi più seguiti e attenzionati dai Paesi europei nell’ultimo periodo.
In occasione della settimana europea dell’immunizzazione, l’Ecdc ha infatti lanciato un chiaro messaggio d’allarme su alcune malattie che potrebbero provocare epidemia. Si tratta di uno step al di sotto della tanto temuta pandemia, è vero, ma non di certo da sottovalutare. Soprattutto se i virus che potrebbero causarle sono riconosciuti e si hanno già delle cure per poterle evitare.
Morbillo e poliomielite, infatti, sono le due “cattive” attenzionate, con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie che ancora oggi registra dei focolai non di poco conto su queste malattie prevenibili. Ma perché allora, nonostante le cure presenti, questi virus continuano a circolare tanto da far preoccupare gli esperti?
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Epidemie e vaccini, l’Europa resta indietro
La principale causa sembra essere una: la mancanza di vaccini. O per meglio dire la disparità di copertura tra Paesi e regioni d’Europa. Nel corso della settimana europea dell’immunizzazione l’Ecdc ha infatti sottolineato che il rischio di nuove epidemie è connesso alle “persistenti lacune nella copertura vaccinale” nei Paesi dell’Ue e dello Spazio economico europeo.
Il problema, infatti, sarebbe da rintracciare nei tassi di copertura vaccinale insufficienti, dati che hanno di certo risentito dello stop subito durante gli anni di pandemia da Covid. Se la spinta, infatti, è stata data principalmente alla copertura vaccinale per il virus proveniente da Wuhan, tante altre malattie sembrano essere state messe in secondo piano (qui vi abbiamo parlato dei vaccini su tumori e malattie cardiache).
Nello specifico la preoccupazione è rivolta verso la poliomielite, per cui tra il 2012 e il 2021 quasi 2 milioni e mezzo di bambini nell’Ue potrebbe “non aver ricevuto nei tempi adeguati le tre dosi di vaccini”. Ecco quindi spiegato il perché del manifestarsi del ceppo in diverse Regioni d’Europa, anche se il territorio è stato dichiarato libero dalla malattia dal 2002.
Dati poco confortanti arrivano anche dal morbillo, con la circolazione che è sì diminuita, ma con una incidenza che invece è maggiore nei bambini che non possono essere vaccinati e che dovrebbero però essere protetti dall’immunità di comunità. La copertura vaccinale però è al di sotto del livello minimo sperato in molti Paesi e per questo si teme che in futuro ci possa essere un aumento dei casi nell’Ue.