Coronavirus, chi sono i “debolmente positivi” e perché il loro aumento lascia ben sperare

Aumentano i "debolmente positivi" e, ad oggi, questa potrebbe essere una bella notizia

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Gli aggiornamenti sul fronte Covid sono di fatto costanti. Con una certa regolarità, infatti, scopriamo dettagli nuovi sull’infezione, il suo sviluppo, i sintomi e le conseguenze fisiche che i pazienti devono fronteggiare. Di recente si sta parlando spesso di debolmente positivi, al punto che occorre effettuare una precisazione. In questa particolare fase storica, infatti, l’informazione dettagliata, completa e certa è decisamente cruciale.

Quando si usa questa espressione, si fa riferimento a dei pazienti che hanno contratto il Coroanvirus e che, al contrario di molte altre persone, presentano una carica virale minore. Al netto del fatto che non si sa ancora perché alcuni organismi reagiscano in maniera grave e altri meno, tali soggetti sono di certo da considerarsi potenzialmente meno pericolosi. Allo scoppio della pandemia e nel periodo in cui il numero dei morti e dei contagi aveva raggiunto il picco, intorno a febbraio – marzo, la percentuale di pazienti debolmente positivi rasentava lo zero. Da febbraio a giugno però le cose sono cambiate in maniera evidente, il numero è notevolmente aumentato e, stando a quanto dicono gli esperti, questa è una notizia positiva.

Coronavirus, il peggio è veramente passato?

L’emergenza Coronavirus non è ancora rientrata del tutto, ma pare starsi un po’ placando. Gli esperti, però, ci dicono che il numero dei contagi in Italia non può e non deve essere sottovalutato. Basta un solo infetto, d’altronde, per far partire un nuovo focolaio. A chi è ancora scettico sull’andamento del virus ed è pronto a scommettere su una nuova ondata di contagi dopo l’estate, si contrappone chi invece riesce già a vedere la fine di questa pandemia.

Per alcuni il virus sta cambiando, non è più lo stesso e, per questo motivo, è destinato a scomparire da solo. Zangrillo qualche settimana fa aveva addirittura dichiarato che “Il Coronavirus non esiste più” (clicca qui per approfondire), ma le ultime notizie da Pechino sul nuovo ceppo virale europeo non sembrano essere così ottimiste.

Ad ogni modo, mentre rimaniamo in attesa del vaccino promesso dal Ministro Speranza, un dato interessante sui contagi oggi lascia ben sperare, ed è appunto quello dei debolmente positivi.

Chi sono i debolmente positivi

Con il termine “debolmente positivi” gli esperti indicano oggi i pazienti che hanno contratto il Coronavirus ma che, di fatto, sono potenzialmente meno contagiosi. La loro carica virale è così bassa che, anche se risultano positivi ai tamponi, non sono un pericolo per gli altri.

Il loro numero, che a febbraio oscillava dallo 0 al 3 per cento, nei mesi successivi è salito al 50 per cento, raggiungendo picchi del 58 per cento in Lombardia nella prima settimana di giugno.

Il numero delle persone positive al Covid è il risultato di tutti i test sierologici effettuati in giornata e, tra questi, vi sono anche i tamponi dei debolmente positivi. Questo dato, quindi, ci permette di leggere i dati dei contagi di Milano e dintorni con meno scetticismo. È vero che sono ancora molto alti, ma più della metà di essi – come i dati dimostrano – sono anche potenzialmente non pericolosi.