Nel corso della prima giornata del congresso Amit sulle malattie infettive e tropicali in programma negli ultimi due giorni a Milano, Matteo Bassetti ha rilanciato il tema della resistenza agli antibiotici. Ha anche fatto il punto sull’ingombrante presenza della burocrazia nella sanità italiana e nella gestione dell’emergenza Covid che “ci sta ammazzando”, citando le parole dell’esperto. Due argomenti in apparenza scollegati, ma che hanno un filo rosso comune, quello di togliere tempo e risorse alla lotta contro i “super batteri”.
Ovvero contro i patogeni rafforzati dall’uso sbagliato dei farmaci che, secondo le stime delle autorità sanitarie, saranno responsabili della morte di almeno 10 milioni di persone nei prossimi anni. Solo nel 2019, secondo dati pubblicati su The Lancet, i super batteri hanno causato 1,27 milioni di vittime a livello globale. Le infezioni ospedaliere e in altri contesti sanitari rappresentano un aspetto cruciale dell’antimicrobico resistenza.
Super batteri: i numeri della resistenza agli antibiotici
Il nostro sistema sanitario dovrà affrontare una grossa sfida da qui al 2050, visto che il nostro è uno dei Paesi in tutta Europa più colpiti dal fenomeno dell’uso errato degli antibiotici, con oltre 10 mila decessi annui su un totale di circa 33 mila. Qua lo studio.
Le infezioni ospedaliere hanno un impatto maggiore rispetto a molte altre malattie non infettive. Ogni anno in Italia vengono registrati tra i 450 mila e i 700 mila casi di infezioni ospedaliere su 9 milioni di ricoveri, corrispondenti a una percentuale compresa tra il 5% e l’8% dei pazienti ospedalizzati. Si stima che con interventi efficaci di prevenzione e controllo sia possibile prevenire tra il 35% e il 70% delle patologie nosocomiali.
Entro i prossimi 30 anni i batteri resistenti agli antibiotici, che possono causare anche sepsi e polmoniti gravi, potrebbero diventare la principale causa di morte in tutto il mondo. L’OCSE stima che per il 2050 ci saranno almeno 10 milioni di decessi all’anno a livello globale per questo motivo. Anche chi non ha mai assunto antibiotici è a rischio, visto che potrebbe contrarre un super batterio esposto agli antibiotici sbagliati in altri organismi.
La soluzione alla resistenza agli antibiotici in Italia
Nonostante la situazione critica, si registrano alcuni progressi nella lotta all’antibiotico resistenza. Nel 2020 il consumo di antibiotici in Italia è diminuito del 27,4% rispetto al 2016, sebbene rimanga elevato nel contesto europeo. Nel settore veterinario, come richiesto dall’Ue e spiegato qua, le vendite di antibiotici sono diminuite del 58,8% tra il 2010 e il 2021, con una riduzione significativa delle vendite di farmaci considerati di importanza critica anche per la salute umana.
Secondo gli esperti che si sono riuniti nel capoluogo lombardo, è necessario un intervento strutturale per evitare che le prescrizioni “facili” possano causare una strage. A iniziare da un maggiore controllo nelle strutture residenziali e nei presidi medici. Una migliore interazione tra ospedali e Rsa potrebbe salvare molte vite nella Penisola, dove la popolazione diventa via via sempre più anziana, e i territori beneficeranno sicuramente di un rafforzamento della medicina territoriale.
Lo scorso febbraio il Ministero della Salute ha approvato il Piano nazionale di controllo dell’antimicrobico resistenza, di cui vi abbiamo parlato approfonditamente qua, che uccide 12 persone ogni 100 mila abitanti ogni anno. Un numero particolarmente alto, che può essere fermato con uso moderato dei farmaci e una migliore gestione delle infezioni nosocomiali.