Pete Hegseth, il nuovo uomo di Trump al Pentagono tra tv e tatuaggi

Pete Hegseth, ex militare e volto di Fox News, è il nuovo segretario alla Difesa scelto da Trump. Tra tatuaggi controversi e crociate anti-woke, divide l’opinione pubblica e non solo

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 4 Febbraio 2025 08:21

La squadra di Donald Trump è composta da personaggi che spesso riescono a sorprendere, e talvolta spiazzare, anche i più fedeli sostenitori del Partito Repubblicano. Tra di loro, spicca il nome di Pete Hegseth, nominato da Trump come nuovo segretario alla Difesa. La scelta è il risultato di un rapporto consolidato nel tempo: Trump ha imparato ad apprezzare Hegseth già durante il suo primo mandato, quando quest’ultimo guidava il Dipartimento dei Veterani.

Ma chi è Pete Hegseth e cosa ha fatto e detto per ottenere la fiducia del presidente Trump?

Pete Hegseth: chi è e la sua esperienza nell’esercito

Nato nel Minnesota, Pete Hegseth è cresciuto in un contesto che mescolava i “valori tradizionali” americani e un’istruzione piuttosto costosa. Infatti dopo aver studiato a Princeton e successivamente ad Harvard, ha intrapreso la carriera militare, servendo nella Guardia Nazionale degli Stati Uniti per vent’anni, dal 2002 al 2021. Durante questo periodo, ha partecipato a missioni in Afghanistan, Iraq e nella base di Guantanamo, guadagnandosi due medaglie di bronzo al valore.

Le sue credenziali per il ruolo scelto da Trump non hanno però placato le polemiche. Sebbene la sua esperienza militare sia indiscutibile, molti esperti e osservatori politici mettono in dubbio la sua capacità di guidare un Dipartimento che supervisiona 1,3 milioni di soldati, 750 mila civili e gestisce un budget di oltre 800 miliardi di dollari.

Inoltre le sfide del Pentagono includono questioni complesse come la guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente, la competizione con la Cina e la presenza statunitense nell’Indo-Pacifico. Pete Hegseth potrebbe non essere il personaggio adatto a questo delicato ruolo, si dice. Ma perché?

Le frasi sul “woke” che piacciono a Trump

La parte dolente della nomina di Hegseth sono le sue uscite pubbliche. Si è infatti distinto nel panorama conservatore non solo per il suo passato militare, ma soprattutto per le sue posizioni politiche e culturali. Da fervente sostenitore del movimento MAGA, è uno degli attori principali nella guerra contro la cosiddetta cultura “woke”.

Tra le sue affermazioni più controverse, Hegseth ha criticato la diversità nell’esercito, sostenendo che “gli uomini bianchi e le minoranze possono agire in modo simile, ma lo stesso non vale per le donne”. Secondo lui, la presenza femminile nei ruoli di combattimento indebolirebbe l’efficacia delle divisioni.

Queste posizioni, per quanto estreme, sono state accolte con favore da Donald Trump, che ha spesso elogiato la sua visione di un esercito più “letale” e meno influenzato da politiche progressiste.

Tv e tatuaggi controversi: cosa significano

Dal 2014, Pete Hegseth è una presenza fissa su Fox News, dove ha consolidato la sua immagine di commentatore schietto e filo-conservatore. Co-conduttore di “Fox and Friends Weekend” dal 2017, ha spesso ricevuto telefonate in diretta dallo stesso Trump. Questo rapporto si è rafforzato ulteriormente dopo la pubblicazione del suo libro “The War on Warriors”, un atto di accusa contro i generali statunitensi e il sistema militare, che lo ha reso il candidato ideale agli occhi dell’ex presidente.

Ma Hegseth non è solo un volto televisivo: i suoi tatuaggi lo hanno spesso messo al centro di polemiche. Uno dei più controversi è la croce di Gerusalemme sul petto, associata ai crociati e adottata da alcuni gruppi suprematisti bianchi. Hegseth ha respinto queste accuse, definendo il tatuaggio un “semplice simbolo cristiano”. Sul braccio, invece, porta la scritta Deus Vult (Dio lo vuole), un grido di battaglia medievale ripreso da movimenti nazionalisti e di estrema destra.

Queste scelte, insieme a video pubblicati sui social in cui promuove pallottole prodotte da un’azienda “anti-woke”, hanno alimentato il dibattito sulla sua figura pubblica e sulla sua idoneità al ruolo di segretario alla Difesa.