Pensioni, ipotesi bonus per le donne, più facile usare Rita

Al vaglio un più facile accesso all’Ape social per le donne e una possibile immediata entrata in vigore della Rita, ossia la Rendita integrativa anticipata temporanea

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Pubblicato: 26 Febbraio 2018 15:55

Il Governo sta valutando un bonus contributivo per permettere alle donne di accedere con più facilità all’anticipo pensionistico, quindi un più facile accesso all’Ape social (con sconti sui versamenti previdenziali che potrebbero essere di 2/3 anni) e una possibile immediata entrata in vigore della Rita, ossia la Rendita integrativa anticipata temporanea.
Sono soluzioni che, con la manovra 2019, hanno come obiettivo quello di rendere più appetibile (anche fiscalmente) l’accesso alla previdenza complementare.

Cosa prevede la Rita

La misura conosciuta con l’acronimo Rita (Rendita integrativa anticipata temporanea) consente di andare in pensione in anticipo sfruttando la tassazione agevolata sui contributi che si dovranno versare. Tra le proposte in discussione per favorire le donne e le mamme lavoratrici c’è anche la possibile entrata in vigore immediata. L’ipotesi al vaglio è quella di slegarla dall’Ape (anticipo pensionistico volontario) in modo che chiunque voglia e possa andare in pensione anticipata riesca a anche a beneficiarne.

Bonus lavoratrici, un anno in meno a figlio

Visto il boom di domande arrivate all’Inps per l’Ape social, i lavoratori e i sindacati, chiedono all’esecutivo che siano aumentati i fondi per garantire la copertura totale per la prestazione. Inoltre, tra le altre richieste delle parti sociali ci sono più opportunità per le donne che vogliono lasciare il mondo del lavoro, e non si esclude l’ipotesi di introdurre una sorta di bonus contributivo in relazione al numero di figli. Si pensa a uno sconto contributivo di un anno per ogni figlio. Ma Palazzo Chigi e il ministero del Lavoro non sembrano orientati ad accogliere in toto le richieste dei sindacati anche per evitare eventuali stop dal Mef. Il Governo sarà chiamato anche a dare indicazioni sull’Ape volontario dopo il parere con osservazioni del Consiglio di Stato sul decreto attuativo che dovrebbe diventare operativo a settembre.