L’Inps ha fornito i dati relativi alle richieste di pensioni anticipate avanzate dagli aventi diritto nel 2024 che, va detto molto chiaramente, si sono rivelate essere un vero e proprio flop. Le strette volute sul tema dal governo di Giorgia Meloni, con il passaggio al sistema contributivo per Quota 103 e l’allungamento delle finestre per le uscite, hanno portato a un netto calo del 15,7% in un solo anno.
Pensioni anticipate, cala il numero di richiedenti
Nel 2024 il dato complessivo delle pensioni anticipate erogate si è fermato a 215.058, mentre solo nel 2023 era a 255.119 unità. I dati esposti assumono ancora più risonanza se paragonati con quelli di alcuni specifici anni del passato, come il 2020, quando erano attivi degli strumenti invitanti. Ai tempi di Quota 100, infatti, le pensioni anticipate totali erano state 333mila.
A incidere, come detto, sono state le mosse del Governo volte a rendere estremamente più vantaggioso per i lavoratori continuare la loro attività per alcuni anni anziché smettere in anticipo. Se si pensa, per esempio, a Quota 103, questa nel 2024 ha permesso l’uscita dal lavoro a 62 anni di età e 41 di contributi, ma l’assegno pensionistico veniva calcolato soltanto con il metodo interamente contributivo, senza dunque tener conto degli anni lavorati prima del 1996, e l’importo massimo della pensione non poteva superare 4 volte il trattamento minimo Inps, pari a 2.394,44 euro lordi al mese.
Pensioni, un confronto anno su anno
A fronte della netta riduzione delle anticipate, l’Osservatorio Inps segnala una più stabile situazione nel confronto tra il 2024 e il 2023 in tema di pensioni di vecchiaia. Quelle con decorrenza nell’anno sono state 254.213, nel 2023 erano state 256.342. In totale (comprendendo cioè tutte le opzioni possibili) le pensioni con decorrenza 2024 sono state 830.452 con l’importo medio che è stato di 1.245,64 euro al mese.
Ci sono dei raffronti possibili da fare anno su anno. Se è vero che è sceso il numero totale rispetto al 2023, quando le nuove pensioni concesse erano state 907.066, lo è altrettanto che nel 2024 l’importo medio alla decorrenza è aumentato (nel 2023 era a 1.230,76 euro).
A scendere, oltre al numero delle pensioni anticipate, sono anche i dati delle nuove pensioni di invalidità previdenziali, passate da 61.128 a 52.261, e di quelle ai superstiti, da 242.592 a 213.680. A crescere, invece, sono stati gli assegni sociali, da 91.885 a 95.240.
Gli importi medie delle pensioni
Parlare di pensioni senza citare le cifre medie relative a un arco temporale di riferimento è impossibile. Ecco dunque che nel 2024 l’importo medio mensile è stato:
- di 2.117,40 euro per la pensione anticipata (nel 2023 era a 2.055,45 euro);
- di 1.164,11 euro per quella di vecchiaia (1.119,82 nel 2023);
- di 492,60 euro per l’assegno sociale (468,58 nel 2023);
- di 825,17 euro per la pensione di invalidità di 825,17 euro;
- di 903,74 euro per la pensione ai superstiti.
Tutti gli aumenti descritti risentono del recupero degli importi al valore dell’inflazione.
Le differenze uomo donna negli importi
Interessante è notare le differenze molto importanti che intercorrono tra le pensioni liquidate agli uomini e alle donne con decorrenza nel 2024. I primi hanno avuto un valore medio mensile della pensione superiore del 29% rispetto alle seconde, con le cifre pari rispettivamente a 1.475,28 e 1.047,71 euro.
Anche in merito alle sole nuove pensioni anticipate, gli uomini godono assegni mensili maggiorati: 2.231,06 euro contro 1.886,83 euro, con la riduzione dell’importo che è pari al 15,43%.