Ritrova un vecchio libretto bancario che oggi vale 2 milioni

Un imprenditore fa un ritrovamento sorprendente tra i ricordi di famiglia: vale circa due milioni di euro

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Redazione

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Pubblicato: 13 Febbraio 2019 11:37Aggiornato: 11 Aprile 2022 17:44

Un libretto bancario – il più antico d’italia – che vale una cifra a tanti zero: è questo il sorprendente ritrovamento effettuato da un imprenditore.

La terra regala spesso manufatti antichi o tesori di grande valore appartenenti ad epoche passate, ma non sono da meno cantine di palazzi storici o vecchi bauli, che se scoperchiati possono rivelare oggetti di proprietà dei propri antenati dal valore inestimabile. Non sono infatti pochi i casi di persone che, pur a distanza di anni, hanno ritrovato libri, lettere, quadri che ad oggi, se messi in vendita, possono valere una vera fortuna. Anche un semplice “pezzo di carta”, magari un po’ spiegazzato e con quelle striature che rimarcano i segni del tempo, può avere un potenziale inaspettato.

Ed è quello che è accaduto a Mario Pinto, un imprenditore salernitano che vive a Pesaro e che mentre soggiornava con la compagna presso la sua villa di famiglia, ha rinvenuto qualcosa che molto probabilmente non immaginava neppure di possedere. Tra vecchi ricordi e foto di famiglia è emerso un libretto bancario nominativo intestato al conte Gioacchino Pinto, un nobile di Oporto e di cui Mario è l’ultimo erede.

Il libretto – emesso dal Credito agricolo della Cassa di risparmio di Bologna – è stato sottoposto a una valutazione da un consulente contabile. I risultati ottenuti hanno rivelato che si tratta del più antico libretto bancario d’Italia il cui valore è pari a circa due milioni di euro. Il saldo segnato sul libretto intestato a Gioacchino Pinto è di 8.000 lire all’anno 1886, ma considerati gli interessi legali maturati a partire dalla data di emissione fino a quella effettiva del ritrovamento, il valore attuale ammonterebbe proprio a questa cifra.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Banca d’Italia rispondono direttamente dei Titoli di Stato che sono stati emessi nel corso del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana e sono proprio questi due Enti ad essere stati “chiamati in causa” dall’imprenditore di Pesaro. Mario Pinto infatti, avvalendosi del supporto di avvocati professionisti, ha deciso di intraprendere un’azione legale nei confronti dei due Enti pubblici, di fronte al Tribunale civile di Roma, per poter ottenere il rimborso che gli spetterebbe.