Colf e badanti, stangata causa aumenti: è emergenza famiglie

Secondo il sondaggio dell'associazione dei datori di lavoro Assindatcolf, il 60% delle famiglie ritiene insostenibili gli aumenti ai collaboratori domestici

Pubblicato: 17 Febbraio 2023 20:08

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Le famiglie italiane lanciano l’allarme per l’aumento dei compensi di colf, badanti e babysitter, che rischiano di diventare insostenibili, e per questo chiedono un sostegno da parte dello Stato.

In forza dell’adeguamento all’inflazione, da gennaio le retribuzioni minime dei collaboratori domestici sono cresciute del 9,2%. Una stangata per il 59% dei datori di lavoro associati ad Assindatcolf, che in un recente sondaggio hanno dichiarato di riuscire a malapena a far fronte ai costi dell’assistenza a casa.

Colf e badanti, stangata causa aumenti: il rapporto

Il dato emerge dal Rapporto 2023 Family (Net)Work-Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico, uno studio promosso dall’l’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, con la partnership di Censis, Effe (European Federation for Family Employment & Home Care), Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e Centro Studi e Ricerche Idos.

Secondo il questionario dal titolo “Il lavoro domestico. Una risorsa per il nuovo welfare”, realizzato dal Censis tra dicembre 2022 e gennaio 2023, sono quasi 6 su 10 le famiglie che dichiarano di insostenibile o solo parzialmente sostenibile la spesa i collaboratori domestici.

Rispetto all’attuale indennità di accompagnamento, dal sondaggio è emerso che l’82,9% degli intervistati preferirebbero una prestazione universale in denaro commisurata all’effettivo fabbisogno assistenziale, con la previsione di una maggiorazione in presenza di personale domestico regolarmente assunto.

Per la maggior parte dei partecipanti al questionario, gli incentivi all’assunzione sarebbero lo strumento più urgente per venire incontro alle famiglie alle prese con i rincari degli stipendi di colf e badanti.

In questo senso il disegno di legge delega in favore allo studio del governo prevede un assegno universale per gli anziani non autosufficienti che assorbirà le altre agevolazioni, tra cui l’indennità di accompagnamento (in precedenza avevamo parlato dell’assegno universale per gli anziani nella riforma dell’accompagnamento).

Colf e badanti, stangata causa aumenti: le stime

Come abbiamo spiegato riportando le cifre dei rincari per i collaboratori domestici, ingaggiare ad esempio una badante formata convivente livello D super (per una persona non autosufficiente) oggi può arrivare a costare fino a 1.384 euro al mese oltre a 194 euro di indennità e la quota di mensilità aggiuntive quali tredicesima e Tfr.

Secondo le stime calcolate da Assindatcolf, Nel caso di badante non convivente assunto per 30 ore settimanali, l’adeguamento all’80% equivale a 85 euro in più al mese con uno stipendio minimo che mensile che passa da 926,9 euro a 1012 euro, cui vanno aggiunti il rateo del Tfr e le ferie.

Per la badante a tempo pieno convivente l’aumento sarebbe di oltre 94 euro, con una retribuzione minima che passerà da 1.026,34 euro a 1.120,76 euro, cui si aggiungerà l’aumento dei contributi che porta il totale annuo da 17.177 a 18.752 euro (1.575 euro in più).

Ancora più pesante l’impatto sulle babysitter assunte a tempo pieno (40 ore) non conviventi: lo stipendio minimo passerà da 1.234 a 1.348,53 euro, quasi 115 euro in più a mese, mentre il costo totale annuo (comprensivo anche di contributi, tfr, ferie e tredicesima) subirà un incremento di 1.743 euro.

Gli aumenti sono scattati automaticamente in seguito al mancato accordo tra sindacati e associazioni datoriali, durante la riunione della Commissione nazionale per l’aggiornamento retributivo dello scorso 16 gennaio (in precedenza avevamo parlato degli aumenti scattati a gennaio sullo stipendio di colf e badanti).

La perequazione è pari all’80% dell’inflazione rilevata dall’Istat al 30 novembre 2022 per le retribuzioni minime contrattuali, e in misura pari al 100% per i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio.