Scuola, 8 studenti su 10 usa l’AI: il 36% dei docenti lo ignora

L’intelligenza artificiale è già nelle scuole, cresce l'utilizzo tra docenti e studenti. Non c'è solo diffidenza o timori, ma anche sperimentazione

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Tra i banchi di scuola sta crescendo la “Generazione AI”. Così si apre il report del team di Yellow Tech, che ha condotto l’indagine sull’impatto dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) sul sistema scolastico italiano. Quello che emerge è che l’uso della GenAI è ampio e consolidato: la utilizza il 66% dei docenti e l’83% degli studenti. Eppure il 35,6% dei docenti crede che i propri studenti non la usino mai.

Lo studio si focalizza sull’uso che si fa dell’AI, dagli studenti che controllano le risposte e cercano idee, fino ai docenti che creano attività didattiche, materiali o verifiche. Quello che emerge, per quanto riguarda gli insegnanti, è il trascurare l’uso dell’AI per ridurre il carico amministrativo e burocratico. Proprio questo aspetto viene invece valorizzato dal ministero dell’Istruzione, che con l’ultima direttiva invita a sperimentare con l’AI, garantendo comunque sicurezza e privacy.

L’uso dell’AI è intergenerazionale

L’uso dell’AI è ormai sdoganato. Se fino a uno o due anni fa c’era reticenza nel dirsi parte di quella percentuale che usa l’AI tutti i giorni anche solo per la lista della spesa, nel 2025 è ormai normale parlare di come e quanto si usino ChatGPT, Gemini o altre AI nella propria quotidianità. In particolar modo sono la metà della Gen Z e quattro Millennial su dieci a utilizzarla ogni giorno.

A fronte di questo uso massiccio, era inevitabile l’ingresso anche nelle scuole. Tra gli studenti, infatti, l’uso della GenAI è ancora più pronunciato: l’86% degli studenti universitari utilizza l’AI nei propri studi, il 24% quotidianamente e il 54% almeno una volta alla settimana. ChatGPT si conferma lo strumento più impiegato (66%), seguito da Grammarly e Microsoft Copilot (entrambi al 25%), con una media di oltre due strumenti AI utilizzati per studente. Gli impieghi principali includono la ricerca di informazioni (69%), il controllo grammaticale (42%), il riassunto di documenti (33%) e la creazione di bozze iniziali (24%).

I dati provengono da uno studio condotto su scala globale, ma zoomando sull’Italia si conferma il quadro. Su un campione di 274 scuole, emerge tanto un utilizzo consistente dell’AI, quanto il timore di un abbassamento delle capacità intellettive e critiche.

L’uso delle GenAI nelle scuole italiane

L’indagine conferma il sentimento generale, ovvero che l’AI è ormai ovunque e che tutti la utilizziamo, in un modo o nell’altro. Per esempio, nell’anno scolastico 2024-25, sei insegnanti su dieci hanno riferito di aver utilizzato strumenti di GenAI per il loro lavoro su base settimanale, mentre tra gli studenti, il numero sale a più di otto su dieci.

I dati sulla percezione ci dicono molto su come viene valutato l’uso dell’AI. C’è infatti un divario notevole tra studenti e docenti che si dicono consapevoli dell’utilizzo della GenAI da parte dei coetanei o degli alunni.

Mentre le aspettative degli studenti nei confronti dei propri insegnanti sono piuttosto accurate, con divari entro il 5% dalla realtà, i docenti sovrastimano l’utilizzo di strumenti di GenAI da parte dei propri colleghi. In media, un docente si aspetta che quattro su cinque colleghi usino strumenti di GenAI, quando in realtà sono molti meno (il 68%). Gli studenti, invece, sopravvalutano notevolmente quanto i loro compagni usino strumenti di GenAI. Infatti, pensano che meno di uno studente su cinque non la usi almeno una volta a settimana, quando in realtà la percentuale corretta di chi non la utilizza è più del doppio.

Il dato forse più interessante, e che ci riporta alla direttiva per l’ingresso ufficiale dell’AI nelle scuole italiane, è la percezione dei docenti sull’uso della GenAI da parte dei loro studenti. Il 35,6% degli insegnanti crede che gli studenti non la usino mai, mentre ciò è vero solo per il 17,1%.

L’uso della GenAI: l’approdo nelle aule e non solo

La GenAI è ormai all’interno dell’istituzione scolastica e sta ridefinendo il rapporto tra scuola e apprendimento. Offre strumenti, automatizza i compiti e la burocrazia. Con il decreto ministeriale del 9 agosto, la scuola italiana si dota ufficialmente dell’AI per accompagnare il lavoro scolastico.

Le regole stringenti, dalla sicurezza alla privacy, hanno alla base un approccio antropocentrico. In questo modo la paura dell’AI lascia il posto all’opportunità di avere uno strumento al servizio della crescita umana.

Sarà utilizzata dagli studenti per approfondire, dai docenti per creare materiale didattico, dal personale amministrativo e dai dirigenti per facilitare la gestione dei dati e automatizzare pratiche che fanno perdere tempo.