Mobilità e crisi climatica, la bicicletta può tagliare le emissioni del 55% entro il 2030

"La tutela dell'ambiente viaggia su due ruote" il convegno a Milano ha trattato i temi della mobilità sostenibile, focus su salute, clima e giovani generazioni

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 3 Dicembre 2024 14:18

Nel cuore di Milano si è svolto il convegno pubblico intitolato “La tutela dell’ambiente viaggia su due ruote”, un evento che ha posto al centro dell’attenzione i rischi e i bisogni delle giovani generazioni. L’incontro, organizzato nell’ambito della Conferenza Presidenti di Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), ha rappresentato un momento cruciale per discutere il ruolo della mobilità sostenibile nel contrastare la crisi climatica.

Fiab, con i suoi 20.000 soci e una rete capillare di 180 sezioni locali, è la principale organizzazione in Italia dedicata al ciclismo urbano e al cicloturismo. Questo evento ha offerto un’occasione unica per riunire rappresentanti da tutta Italia, creando un dialogo vivace e costruttivo tra diverse figure professionali: medici, esperti di clima e amministratori pubblici.

Durante il convegno si è sottolineato come la crisi climatica rappresenti una sfida urgente e complessa, che richiede un ripensamento radicale delle nostre città. Le discussioni si sono focalizzate sulla necessità di sviluppare nuove strategie e alleanze per accelerare la transizione ecologica, sfruttando il potenziale offerto dalla bicicletta. Non si tratta solo di un mezzo di trasporto ecologico, ma di uno strumento capace di migliorare la qualità della vita, riducendo l’inquinamento e promuovendo uno stile di vita più sano.

È emerso con forza il messaggio che la bicicletta non sia solo un veicolo per gli spostamenti quotidiani, ma un elemento chiave per costruire città più vivibili e sostenibili. Incentivare l’uso della bicicletta significa ridurre le emissioni di CO2, diminuire la congestione del traffico e migliorare la salute pubblica. Per i giovani, inoltre, rappresenta una via per essere protagonisti del cambiamento, contribuendo attivamente alla tutela del pianeta.

La crisi climatica e diritti dell’infanzia: Unicef e Fiab per un futuro sostenibile

Chiara Ricci, direttrice dell’Ufficio Sostenibilità e Climate Change di Unicef Italia, ha ribadito con forza come la crisi climatica rappresenti una delle minacce più gravi per i diritti dei bambini e degli adolescenti. Durante un recente incontro, Ricci ha evidenziato che i più giovani sono particolarmente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico, pur essendo i meno responsabili delle sue cause. “La crisi climatica è una crisi dei diritti umani”, ha dichiarato Ricci, sottolineando come questa emergenza globale metta a rischio la salute, la sicurezza e il futuro delle nuove generazioni.

Dal 2023, Unicef collabora con Fiab per promuovere i diritti dell’infanzia legati alla salute e alla sostenibilità ambientale. Questa partnership nasce con l’obiettivo di sensibilizzare la società civile e le istituzioni sull’importanza di un approccio integrato che unisca la tutela ambientale alla protezione dei minori. Fiab, nota per il suo impegno nella promozione della mobilità sostenibile e dell’uso della bicicletta, è un partner ideale per tradurre in azioni concrete i principi promossi da Unicef.

Secondo l’ultimo report sul cambiamento climatico di Unicef, la situazione è allarmante: ben un miliardo di bambini vive in paesi classificati come ad altissimo rischio climatico. Inoltre, il 99% dei bambini nel mondo è esposto ad almeno uno dei principali rischi climatici o ambientali, come eventi estremi, shock climatici o stress ambientali. Questi dati dipingono un quadro chiaro e urgente: senza interventi tempestivi, le conseguenze del cambiamento climatico continueranno a compromettere la qualità della vita dei più piccoli, privandoli di un futuro sicuro.

La collaborazione tra Unicef e Fiab si propone di affrontare questa sfida attraverso progetti che coinvolgano le comunità locali, incentivando pratiche sostenibili e promuovendo l’adozione di uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente. La bicicletta, in questo contesto, assume un ruolo centrale: non solo come mezzo di trasporto ecologico, ma anche come simbolo di una transizione verso città più vivibili e sostenibili.

La bicicletta, arma vincente contro il cambiamento climatico, l’appello di Daniele Pernigotti

Daniele Pernigotti, Ceo di Aequilibria Srl, azienda Bike Friendly certificata Fiab, e Presidente del CEN/TC 467 “Climate Change”, ha recentemente sottolineato l’importanza di un cambio radicale nelle modalità di trasporto per contribuire in maniera decisiva alla decarbonizzazione e per raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati dal Green Deal europeo. “È necessario un cambiamento nelle abitudini di mobilità se vogliamo davvero ridurre le emissioni e raggiungere il target di -55% entro il 2030 e il coefficiente 0 entro il 2050″, ha affermato Pernigotti, indicando la necessità di adottare strategie che promuovano la sostenibilità ambientale attraverso il trasporto a basse emissioni.

Il messaggio di Pernigotti è supportato dai dati del Parlamento Europeo, che nel suo ultimo rapporto ha evidenziato come, dal 1990 al 2019, i livelli di emissioni di CO2 siano diminuiti in tutti i principali settori, come quello residenziale, commerciale, energetico, industriale e agricolo, tranne che nei trasporti interni, dove, al contrario, si è registrato un aumento sostanziale delle emissioni. In particolare, il 71,7% dell’incremento delle emissioni è attribuibile al trasporto su strada. Questo dato è un chiaro segnale che la mobilità sostenibile deve diventare una priorità per il futuro delle nostre città e per il raggiungimento degli obiettivi climatici.

Per promuovere la mobilità in bicicletta e rendere il trasporto su due ruote una scelta effettiva per i cittadini, Pernigotti ha sottolineato l’importanza di un impegno condiviso da parte di tutte le parti coinvolte. È fondamentale che siano realizzate infrastrutture di qualità, che garantiscano la sicurezza e la comodità dei ciclisti, e che si favorisca l’intermodalità con il trasporto pubblico locale. Solo con una rete integrata di biciclette e mezzi pubblici sarà possibile incentivare una mobilità più green ed efficiente, che riduca l’uso delle automobili e, di conseguenza, le emissioni di CO2.

Inoltre, è essenziale che vengano garantiti i diritti dei ciclisti, in particolare il rispetto delle norme di sicurezza e la protezione da incidenti stradali. Un altro aspetto cruciale per il successo della mobilità sostenibile è l’educazione e la comunicazione efficace riguardo ai vantaggi della bicicletta e della mobilità verde in generale. È necessario sviluppare campagne di sensibilizzazione che mettano in evidenza i benefici ambientali e salutistici del pedalare, oltre ad una maggiore consapevolezza pubblica sull’importanza di una mobilità a zero emissioni.

Il legame tra mobilità sostenibile e qualità della vita

Nel presentare il rapporto tra bicicletta e salute e i co-benefici per le persone e l’ambiente, Paolo Crosignani, rappresentante di Isde Italia (International Society of Doctors for the Environment), ha spiegato che i benefici della mobilità attiva, come camminare o andare in bicicletta, restano validi anche in aree inquinate, purché l’attività non superi i 90 minuti al giorno. Questa evidenza suggerisce che la bicicletta rappresenta una scelta salutare anche in contesti urbani ad alta concentrazione di inquinamento, contribuendo a migliorare la qualità della vita senza rinunciare ai vantaggi fisici.

Mobilità sostenibile e il Nuovo Codice della Strada, le criticità evidenziate da Fiab

“Abbiamo voluto portare alla ribalta temi di grande attualità per la mobilità sostenibile e l’ambiente in un momento storico in cui la recente approvazione del Codice della Strada porta l’Italia indietro di 40 anni rispetto ad altri paesi europei”, ha dichiarato Alessandro Tursi, presidente di Fiab, concludendo i lavori di un importante incontro. Tursi ha sottolineato come una delle principali criticità del nuovo Codice della Strada sia l’assenza di provvedimenti per la riduzione della velocità, una delle principali cause di morte sulle strade. Questo vuoto normativo è stato condiviso anche dalle altre associazioni ambientaliste e dai familiari delle vittime della strada, che vedono nella velocità eccessiva una delle principali minacce alla sicurezza stradale e al benessere collettivo.