Fissata al 27 novembre, la chiusura delle domande per la Transizione 5.0, ma esercenti e industriali chiedono di più. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha comunicato la nuova data entro la quale chiedere gli incentivi statali messi a disposizione delle aziende per gli interventi di transizione digitale ed energetica.
L’estensione dei termini è arrivata dopo le polemiche per lo stop improvviso alle risorse comunicato il 7 novembre, che rischiava di lasciare fuori centinaia di imprese.
La proroga della scadenza
Il ministro Urso ha annunciato lo spostamento della scadenza nel tavolo convocato con le realtà interessate, da Confidustria a Cna, da Confcommercio all’associazione dei periti industriali, alla presenza dei colleghi al Mef, Giancarlo Giorgetti, e agli Affari europei, Tommaso Foti.
Il responsabile del Mit ha assicurato l’arrivo in Cdm di un decreto legge dedicato a Transizione 5.0 e Transizione 4.0, in cui verranno stabilite nuove procedure e la proroga dell’invio delle domande fino al 27 novembre.
In questo modo consentiremo agli imprenditori di completare la domanda e potremo arrivare a metà dicembre con una fotografia precisa dei fabbisogni, necessaria per programmare le coperture finanziarie con gli strumenti più adeguati. Nessuno verrà lasciato indietro
Una soluzione che, nonostante l’iniziale chiusura al 31 dicembre sia stata di fatto anticipata, ha fatto comunque tirare un sospiro di sollievo le associazioni di categoria, come affermato dal segretario generale di Confcommercio, Marco Barbieri.
Bene lo sforzo per trovare una copertura ai progetti già avviati. Certo, il termine per formalizzare le domande non è ottimale ma comprendiamo i vincoli dettati dai termini del Pnrr e dalla legge di Bilancio
Soddisfazione parziale espressa anche dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini:
Visto che chiediamo già da un anno che comunque gli investimenti abbiano una visione triennale, ci aspettiamo che oggi questo 27 novembre possa diventare il 31 dicembre 2025, perché io credo che oggi quello che serve è la continuità. Non possiamo lasciare indietro nessuno, quindi, ci fa piacere che un po’ di retromarcia è stata fatta su questo
Il Fondo Transizione 5.0
Il ministro Urso è dovuto correre ai ripari dopo le polemiche scoppiate per l’esaurimento dei fondi per la Transizione 5.0, finanziata inizialmente con 6,3 miliardi.
Uno stanziamento poi ridotto a 2,5 miliardi nell’ambito della rimodulazione del Pnrr, nonostante centinaia di aziende avessero già avviato i progetti per gli interventi.
Il Governo dovrà ora trovare circa un miliardo, tra fondi nazionali ed europei, per finanziare le richieste eccedenti il plafond e le circa 1.500 domande arrivate dopo il 7 novembre, di cui il ministro Urso ha assicurato la copertura.
Sulla falsa riga della Transizione 4.0, il piano Transizione 5.0 prevede un credito d’imposta destinato agli interventi di trasformazione dei processi produttivi delle imprese sul piano tecnologico e di riduzione dell’impatto energetico, sostenuti tra l’1 gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025.
L’agevolazione è del 35% per spese fino a 10 milioni di euro, estesa al 40% e 45% se il risparmio energetico annuo è rispettivamente del 10% o del 15% in più rispetto all’anno precedente. Un ulteriore 5% viene riconosciuto per le spese fino a 50 milioni.
Il credito di imposta è rivolto a tutte le imprese, indipendentemente dalle dimensioni, forme giuridiche, settore e sede, a patto che raggiunga una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o, in alternativa, di almeno il 5% del processo interessato dall’investimento.