La Pianura Padana è praticamente una camera a gas: quali soluzioni

La pianura padana è particolarmente colpita dai problemi legati all'aria inquinata. Legambiente propone delle azioni da attuare immediatamente

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Pubblicato: 4 Febbraio 2023 08:00

La pianura padana sta lottando contro l’inquinamento dell’aria e la qualità della vita dei suoi abitanti è sempre più a rischio. Legambiente chiede interventi straordinari per migliorare la situazione e prevenire ulteriori problemi per la salute della popolazione.

Le città più inquinate si trovano nella Pianura Padana

Secondo il nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”, redatto e pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign, i livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi, più stringenti, previsti per il 2030. In testa alla classifica di città più inquinate troviamo, come accade da anni, Torino e Milano, con altissime percentuali di polveri sottili (PM10 e PM 2,5) e anche di biossido di azoto. Le percentuali sono tanto alte da far pensare che non si potranno raggiungere gli obiettivi fissati dall’Ue in tema di inquinamento atmosferico entro il 2030.

Il report ha preso in esame i dati del 2022 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5), sia del biossido di azoto (NO2). Sono ben 29 città delle 95 monitorate, che hanno oltrepassato i limiti di legge per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), e quasi tutte si trovano in Pianura Padana.

Per Legambiente bisogna agire subito per diminuire lo smog

L’associazione ambientalista sottolinea la necessità di azioni immediate sulla mobilità, l’energia e la zootecnia, per ridurre le emissioni di smog e proteggere la salute pubblica. La pianura padana è particolarmente vulnerabile ai problemi legati all’aria inquinata, principalmente perché è un’area densamente popolata e intensamente industrializzata.

«Dobbiamo iniziare a chiederci se bastino provvedimenti come le Low Emission Zone, finora vista solo a Milano con AreaB – dichiara Federico Del Prete, responsabile Mobilità e Spazio Pubblico di Legambiente Lombardia. La realtà che dobbiamo affrontare è quella di una drastica sterzata verso il trasporto collettivo, in Lombardia particolarmente sofferente sia per la inadeguatezza dell’operatore regionale Trenord, sia per l’assenza di investimenti adeguati e di innovazione nell’offerta. Per non parlare dell’assurda insistenza in infrastrutture stradali, come la Pedemontana, la Cremona-Mantova o la Vigevano-Malpensa, manco fossimo ancora negli Anni Sessanta e in pieno Boom Economico: è inaccettabile pensare di dover creare nuova capacità stradale, quando la necessità è quella di razionalizzare la rete esistente».

Meno auto private nelle città

Legambiente Lombardia invita di conseguenza le autorità locali e nazionali a intervenire in modo concreto e a investire in soluzioni innovative per la lotta allo smog. Questo include la promozione di fonti di energia pulita, la regolamentazione delle attività zootecniche, la razionalizzazione del trasporto pubblico e la limitazione di quello privato.

«Le città devono rappresentare la società delle persone, non quella dei veicoli – aggiunge Del Prete. Milano prova a seguire Bologna con l’Ordine del Giorno in consiglio comunale per Città 30 km/h entro il gennaio del 2024, un provvedimento ormai standard in molte città europee, ma dalla giunta e dal sindaco arrivano segnali contraddittori, poco rassicuranti. Abbiamo bisogno di strade sicure per tutte le età e le abilità, non di anacronistiche invocazioni alla città che corre senza guardare a un futuro realmente sostenibile».

Servono politiche favorevoli a una transizione ecologica

L’obiettivo finale è quello di migliorare la qualità dell’aria nella pianura padana e di garantire un futuro più sano e sostenibile per tutti i suoi abitanti. Solo attraverso un impegno costante e una collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, sarà possibile raggiungere questo obiettivo e proteggere la salute della popolazione.

«Da anni l’efficacia delle politiche tradizionali di lotta allo smog nelle regioni padane è decrescente: questo perché sempre di più nello zoccolo duro dell’inquinamento difficile da abbattere pesano tutti i mali di una ricetta di sviluppo che ha preteso di concentrare un eccesso di fonti emissive nella pianura più densamente popolata d’Europa: non solo motori a combustione, ma anche emissioni industriali, energia da fonti fossili, combustione di biomasse e, soprattutto, emissioni di agricoltura e zootecnia intensiva: per vedere i risultati in termini di risanamento dell’aria, le politiche sulla mobilità devono essere parte di un serrato programma di transizione ecologica ed energetica dell’economia, della cui regia sono responsabili i governi regionali, e quello lombardo più di qualunque altro» chiarisce Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia.

Dalle zone a emissioni zero alla Sharing mobility

Per combattere l’inquinamento nelle aree urbane, Legambiente propone una serie di interventi specifici e concreti:

  • il passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle ZEZ (Zone a zero emissioni).
  • Il potenziamento del Trasporto Pubblico e del Trasporto Rapido di Massa (TRM), con la quadruplicazione dell’offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati, come ha fatto la Germania nell’estate del 2022.
  • Molto importante è la Sharing mobility, che permette di incentivare la mobilità elettrica condivisa (micro, bici, auto, van e cargo bike) e realizzare altri chilometri di piste ciclabili.
  • Ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo, con le “città dei 15 minuti”, la sicurezza stradale verso la “Vision Zero”, le “città 30 all’ora” seguendo l’esempio di Cesena, Torino, Bologna e Milano.
  • Adottare una mobilità completamente elettrica in città, anche prima del 2035, grazie alla progressiva estensione delle ZEZ alla triplicazione dell’immatricolazione di autobus elettrici e l’istituzione dei distretti ZED (Zero Emissions Distribution).

La lotta allo smog nella pianura padana, dunque, richiede interventi straordinari e un impegno a lungo termine da parte delle autorità locali e nazionali, nonché della società in generale. La salute dei suoi abitanti dipende dalla capacità di affrontare questo problema e di adottare soluzioni efficaci e sostenibili.