Allungare di un anno la vita degli smartphone riduce i rifiuti elettronici del 20%

Zero Waste Italy e Right to Repair Europe promuovono la Giornata Internazionale delle Riparazioni, al fine di sensibilizzare sull'importanza della riparazione

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 19 Ottobre 2024 05:00

Sabato 19 ottobre si celebra la “Giornata Internazionale delle Riparazioni”, un’iniziativa globale con più di 1850 eventi previsti in 39 Paesi del mondo. Questa giornata è volta a promuovere la cultura della riparazione come strumento efficace per ridurre l’impatto ambientale, prolungare la vita degli oggetti e promuovere la sostenibilità.

In Italia, Zero Waste Italy, insieme a imprese e associazioni come The Restart Project e alla coalizione Right to Repair Europe, stanno collaborando per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sull’urgenza di adottare politiche di riparazione strutturate. Queste politiche dovrebbero prevedere anche incentivi o bonus, in linea con le Direttive Europee e le esperienze già presenti in altri Paesi come Francia, Austria e Germania, che da anni stanno già lavorando su queste tematiche.

La riparazione degli oggetti rappresenta una pratica fondamentale per contrastare la cultura dell’usa e getta, riducendo così la quantità di rifiuti elettronici e promuovendo un uso più responsabile delle risorse. Inoltre, la riparazione contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 associate alla produzione di nuovi oggetti, promuovendo un’economia più circolare e sostenibile.

Le iniziative previste per la Giornata Internazionale delle Riparazioni includono workshop, conferenze, eventi di sensibilizzazione e attività pratiche di riparazione, coinvolgendo cittadini, imprese e istituzioni. L’obiettivo è creare una maggiore consapevolezza sull’importanza della riparazione e stimolare un cambiamento culturale che valorizzi la durabilità e la sostenibilità dei prodotti.

In Italia, la collaborazione tra Zero Waste Italy, The Restart Project e Right to Repair Europe mira a promuovere l’adozione di politiche che facilitino la riparazione degli oggetti, rendendo più accessibili i pezzi di ricambio e le informazioni necessarie per effettuare le riparazioni. Queste politiche dovrebbero anche includere incentivi economici per i consumatori che scelgono di riparare i loro oggetti piuttosto che sostituirli con nuovi acquisti.

In Europa, alcuni Paesi come la Francia, l’Austria e la Germania hanno già adottato misure innovative per promuovere la riparazione. Ad esempio, la Francia ha introdotto un indice di riparabilità per i prodotti elettronici, che informa i consumatori sulla facilità di riparazione di un prodotto. Queste esperienze possono servire da modello per l’Italia e altri Paesi europei, dimostrando che è possibile promuovere la riparazione attraverso politiche strutturate e incentivi adeguati.

La Giornata Internazionale delle Riparazioni rappresenta un’opportunità importante per riflettere sull’importanza della riparazione come strumento di sostenibilità e per promuovere un cambiamento culturale che valorizzi la durabilità e la responsabilità ambientale. Attraverso la collaborazione tra istituzioni, imprese e cittadini, è possibile creare un futuro più sostenibile e ridurre l’impatto ambientale della produzione e del consumo di beni.

Celebrare il potere della riparazione, un appello alla comunità

Ogni ottobre, la Giornata Internazionale delle Riparazioni rappresenta un’importante opportunità per celebrare il potere della riparazione. Secondo un comunicato di Zero Waste Italy (Zwi), questo evento non solo contribuisce a ridurre l’impatto ambientale, ma ha anche il potere di rafforzare il senso di comunità. La riparazione offre l’opportunità di apprendere nuove competenze e di valorizzare il patrimonio di oggetti riparabili, riducendo così la necessità di nuovi acquisti e il conseguente aumento dei rifiuti.

La Giornata delle Riparazioni invita tutti, siano essi riparatori, organizzatori, hobbisti, creatori, aziende di riparazione o attivisti, a partecipare attivamente a questa causa. Ci sono molte modalità per contribuire e rendere questa giornata un successo. Chiunque sia interessato è incoraggiato a cercare eventi legati alla riparazione nella propria città, quartiere o territorio. È un invito a segnalarli e a partecipare, così da unire le forze e promuovere insieme questa importante iniziativa.

Sul sito di Open Repair si possono scaricare risorse utili come il kit informativo e scoprire come segnalare il proprio evento sulla mappa internazionale. Partecipare a questa celebrazione significa non solo contribuire a un cambiamento positivo, ma anche costruire legami più forti all’interno delle comunità, valorizzando l’importanza della riparazione come strumento di sostenibilità e di crescita collettiva.

Riparare conviene: un’opportunità per l’economia e l’ambiente

Nel 2022 l’Italia ha generato oltre 5 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, con una parte significativa di questi derivante da smartphone e altri dispositivi elettronici di uso quotidiano. Questo fenomeno evidenzia una problematica crescente nel settore della tecnologia, dove la gestione dei rifiuti diventa sempre più complessa. In particolare, il settore degli smartphone rappresenta una delle sfide più difficili: solo il 15% degli smartphone in Italia viene riparato, mentre la maggior parte viene sostituita o smaltita, contribuendo in modo significativo all’accumulo di rifiuti tecnologici difficili da trattare.

Secondo uno studio condotto dal Politecnico di Milano, estendere la vita media degli smartphone di soli dodici mesi potrebbe portare a una riduzione del 20% nella produzione di rifiuti elettronici entro il 2030. Questo dato mette in luce l’importanza della riparazione come strategia efficace per contrastare l’incremento dei rifiuti. Tuttavia, diversi ostacoli continuano a frenare l’adozione della riparazione come alternativa sostenibile. Tra questi, la difficoltà nel reperire pezzi di ricambio e le pratiche dei produttori, che spesso rendono la riparazione complessa e poco accessibile.

Entro luglio 2026, l’Unione Europea richiede a tutti gli Stati membri l’implementazione di normative che regolino e incentivino il diritto alla riparazione. Questa iniziativa rappresenta un passo fondamentale per promuovere una cultura della riparazione e della sostenibilità. L’Italia, in particolare, non può più attendere. Il Legislatore deve attivarsi per regolare, secondo la direttiva UE 2024/1799, entro il 31 luglio 2026 il diritto alla riparazione, creando un quadro legislativo che tuteli sia i consumatori sia l’ambiente.

L’urgente necessità di un cambiamento di paradigma nel modo in cui vengono gestiti i rifiuti elettronici non può essere sottovalutata. È imperativo che si sviluppino politiche che promuovano la riparazione e la circular economy, favorendo non solo la sostenibilità ambientale, ma anche il risparmio economico per i consumatori. L’adozione di tali misure potrebbe trasformare l’industria della tecnologia in un modello più responsabile e sostenibile, contribuendo a un futuro in cui il riutilizzo e la riparazione diventino la norma, anziché l’eccezione.

Un impegno sostenibile per la riparazione e il riutilizzo degli smartphone

WeFix.it, una piattaforma italiana di booking per centri di riparazione di smartphone, si distingue per il suo impegno nel promuovere la cultura della riparazione e del riuso. In collaborazione con Zero Waste Italy, The Restart Project e Right to Repair Europe, WeFix.it ha avviato una serie di iniziative finalizzate a estendere la vita media degli smartphone e a ritardare il loro passaggio da produzione a discarica.

Tra le principali azioni intraprese, si segnala il lancio di un servizio di ritiro di smartphone usati, attualmente in fase di sperimentazione su tutto il territorio nazionale. Questo servizio mira non solo a facilitare il recupero dei dispositivi, ma anche a sensibilizzare i consumatori sull’importanza del riutilizzo.

In aggiunta, WeFix.it ha introdotto una nuova funzione di “prenotabilità” sulla sua piattaforma: il “Check-up completo”. Questo servizio consente di verificare lo stato di salute del dispositivo attraverso 16 test mirati che valutano l’usura, il corretto funzionamento e il valore economico dello smartphone. Durante la visita al negozio, i tecnici forniscono agli utenti una serie di consigli utili per estendere la longevità del dispositivo e, se necessario, suggeriscono il corretto smaltimento.

In occasione della Giornata Internazionale della Riparazione, che si celebra il 19 ottobre, questo servizio di check-up sarà gratuito per tutti, rappresentando un’importante opportunità per sensibilizzare la comunità.

WeFix.it sta inoltre collaborando con scuole e istituti scolastici per sensibilizzare gli studenti su tematiche fondamentali come l’economia circolare, la riduzione dei consumi, il diritto alla riparazione e l’allungamento del ciclo di vita dei dispositivi elettronici. Queste lezioni frontali mirano a educare le nuove generazioni sull’importanza della sostenibilità e della responsabilità nei consumi.

Sebbene queste possano sembrare piccole azioni, è fondamentale aumentare la consapevolezza riguardo ai rifiuti elettronici, in particolare per quanto riguarda gli smartphone. Questi dispositivi possono avere una vita utile molto più lunga di quanto si immagini, e non è sempre necessario possedere l’ultimo modello per migliorare la qualità della vita. In effetti, l’approccio sostenibile e consapevole alla tecnologia può portare a scelte più responsabili e a un impatto positivo sull’ambiente.

L’impegno di Zero Waste per la Giornata Internazionale delle Riparazioni

Quest’anno Zero Waste si impegna a far conoscere sempre di più la Giornata Internazionale delle Riparazioni, coordinandosi per dare visibilità alle attività locali mappate all’interno del proprio network attraverso i canali social. Questa iniziativa mira a coinvolgere e informare un pubblico più ampio sulla cultura della riparazione, sottolineando l’importanza di preservare gli oggetti e ridurre i rifiuti.

Un altro obiettivo fondamentale è quello di stimolare la creazione di nuovi spazi di riparazione. In molte aree potrebbe non esistere un luogo dedicato a queste attività, e quindi si presenta un’opportunità unica per pensare all’istituzione di un repair café o di un gruppo di Restarters. Questi spazi non solo favoriscono la riparazione, ma creano anche occasioni di socializzazione e condivisione di competenze, rinforzando i legami all’interno della comunità.

La creazione di un repair café offre un ambiente accogliente dove le persone possono portare i loro oggetti da riparare, imparare a farlo insieme e condividere le proprie esperienze. Si tratta di un modo efficace per valorizzare le abilità locali e incoraggiare la sostenibilità. Per coloro che sono già attivi nel campo della riparazione, l’invito è a unirsi a questa rete e contribuire a una crescente comunità di riparatori.

L’auspicio di Zero Waste è di dare impulso a questa iniziativa e promuovere la riparazione come un’importante alternativa all’acquisto di nuovi prodotti. La Giornata Internazionale delle Riparazioni rappresenta un’occasione per celebrare non solo il valore degli oggetti, ma anche il potere della comunità nel promuovere un cambiamento sostenibile e consapevole.

Il problema del costo dei pezzi di ricambio: un ostacolo al diritto alla riparazione

Da anni, gli attivisti del diritto alla riparazione denunciano i prezzi eccessivi dei pezzi di ricambio, che di fatto scoraggiano la riparazione, rendendola spesso economicamente svantaggiosa rispetto alla sostituzione. Thomas Opsomer, di Right to Repair Europe, una coalizione composta da oltre 170 organizzazioni in 27 Paesi europei, incluse ONG ambientaliste e attori della riparazione (come gruppi di riparazione comunitaria, distributori di ricambi e protagonisti dell’economia sociale), ha chiaramente espresso questo problema. Sebbene negli ultimi anni siano stati fatti progressi sia nell’Unione Europea che negli Stati Uniti a favore del diritto alla riparazione, poco è cambiato per i consumatori alle prese con elettrodomestici rotti.

Opsomer ha raccontato, tramite il sito di Right to Repair Europe, come la coalizione, per circa 5 anni, abbia monitorato il prezzo di un circuito stampato per lavatrice, che ha oscillato tra i 299€ e i 1073€, cifre spesso superiori al costo dell’intera macchina. Questo non era un caso isolato, e la scoperta di molte altre situazioni simili ha portato alla realizzazione di un report e all’avvio di una campagna.

Gli attivisti non hanno avuto difficoltà a trovare altri esempi emblematici, come un pannello LCD Samsung che costa il 25% in più del televisore in cui è utilizzato, o un motore da 60€ per un tagliaerba Gardena, il cui prezzo totale è solo 37€, spedizione inclusa. Questo significa che un singolo pezzo di ricambio arriva a costare oltre il 160% del prezzo del prodotto originale.

Questi esempi dimostrano come i prezzi irragionevoli dei ricambi rappresentino un ostacolo concreto all’applicazione effettiva del diritto alla riparazione, rendendo urgente un cambiamento normativo e culturale in favore di una maggiore accessibilità economica alla riparazione.

Il “bundling” dei pezzi di ricambio

Una delle principali cause dei prezzi esorbitanti dei pezzi di ricambio è una pratica commerciale scorretta chiamata bundling. Invece di vendere singolarmente i componenti necessari per la riparazione, i produttori spesso offrono solo assemblaggi o kit di pezzi, costringendo i consumatori ad acquistare componenti perfettamente funzionanti solo perché danneggiato è un singolo elemento.

Questa pratica è stata denunciata da Right to Repair Europe, che ha portato alla luce numerosi esempi di bundling. Un caso emblematico riguarda una lavatrice per la quale è necessario acquistare un kit composto da diverse parti, anche se si è danneggiato solo il display. “Tecnicamente – sottolinea l’associazione – si tratta di parti diverse che potrebbero essere sostituite singolarmente, ma i produttori scelgono di non venderle separatamente”.

Il bundling è una chiara violazione del diritto alla riparazione, poiché limita la possibilità di intervenire su un prodotto guasto e ne accelera la sostituzione. Questa pratica non solo danneggia i consumatori, ma ha anche un impatto negativo sull’ambiente, aumentando la produzione di rifiuti elettronici.

Il monopolio dei pezzi di ricambio

La concorrenza è un motore fondamentale dell’economia di mercato, ma quando si tratta di pezzi di ricambio per elettrodomestici, questa regola sembra non valere. “Non si può andare a fare la spesa da Bosch per trovare un pezzo più economico per la propria lavatrice Aeg”, denuncia Right to Repair Europe. Una volta rotto un elettrodomestico, i consumatori si trovano spesso alla mercé dei produttori, che detengono il monopolio sui pezzi di ricambio e possono imporre prezzi esorbitanti.

Un’indagine condotta dalla coalizione ha rivelato come i prezzi dei pezzi di ricambio possano superare di gran lunga il valore del prodotto stesso. Ad esempio, un circuito stampato per una lavatrice può costare più dell’intera macchina. “Questa pratica – spiega Right to Repair Europe – è una chiara violazione del diritto alla riparazione e ha l’obiettivo di spingere i consumatori a sostituire anziché riparare i propri elettrodomestici”.

Il bundling, ovvero la vendita di pezzi di ricambio solo in kit, è un’altra pratica diffusa che limita la possibilità di riparare un singolo componente guasto. Inoltre, molti produttori non forniscono informazioni trasparenti sui prezzi dei ricambi, rendendo difficile per i consumatori effettuare confronti e scegliere l’opzione più conveniente.

Tuttavia, non tutte le aziende adottano queste pratiche scorrette. Alcuni marchi, come quelli del gruppo francese Seb, hanno fatto della riparabilità un punto di forza, limitando i prezzi dei ricambi a una percentuale ragionevole del costo del prodotto.

“È evidente che un cambiamento di mentalità è necessario”, sottolinea Right to Repair Europe. “Le imprese devono adottare modelli di business più sostenibili, che favoriscano la riparabilità e la circolarità dei prodotti”.

L’indice di riparabilità: uno strumento cruciale per i consumatori europei

Nel panorama europeo, i consumatori si trovano spesso indifesi di fronte alla crescente difficoltà di riparare i prodotti elettronici. Tuttavia, la Francia ha introdotto una significativa innovazione nel 2021: l’indice di riparabilità, parte di un’iniziativa più ampia volta a ridurre i rifiuti elettronici e a promuovere la riparazione dei dispositivi.

Questo indice, al momento, si applica a una serie di prodotti elettronici come smartphone, laptop, lavatrici, televisori e tagliaerba elettrici, ma in futuro potrebbe essere esteso a ulteriori categorie di beni. L’indice è espresso su una scala da 1 a 10, dove 1 rappresenta un prodotto difficile o costoso da riparare, mentre 10 indica un prodotto facile e conveniente da riparare.

Come Funziona l’Indice di Riparabilità

L’indice viene stabilito dai produttori, ma è sottoposto a controlli a campione da parte delle autorità francesi. Questo sistema è uniforme per ciascuna categoria di prodotto in commercio e segue linee guida molto precise fornite dal governo francese. Il punteggio viene calcolato sulla base di cinque criteri principali:

  1. Documentazione: la disponibilità delle informazioni per la riparazione
  2. Facilità di smontaggio: quanto sia semplice aprire il prodotto per ripararlo
  3. Disponibilità dei pezzi di ricambio
  4. Prezzo dei pezzi di ricambio
  5. Criteri specifici legati alla tipologia del prodotto

I punteggi parziali per ciascun criterio vengono sommati per ottenere il punteggio finale. I produttori sono obbligati a rendere pubblico il metodo di calcolo dell’indice, che deve essere indicato sul prodotto o sulla confezione.

Nonostante l’introduzione di questo prezioso strumento, rimangono alcune sfide. Come sottolinea Thomas Opsomer di Right to Repair Europe, non è ancora possibile filtrare i prodotti in base al loro punteggio di riparabilità su nessun sito web. I consumatori sono costretti a controllare i punteggi uno per uno, esaminando la griglia di valutazione fornita dal produttore. Inoltre, queste griglie potrebbero non essere facilmente disponibili online, sebbene il venditore sia obbligato per legge a fornire tali informazioni su richiesta.

L’indice di riparabilità rappresenta comunque un passo importante verso una maggiore trasparenza e responsabilità da parte dei produttori, offrendo ai consumatori uno strumento per fare scelte più consapevoli. Se esteso e migliorato, potrebbe diventare un elemento centrale nella promozione di un’economia più circolare, riducendo l’obsolescenza programmata e favorendo una maggiore durata dei prodotti.