Rifiuti elettronici in aumento con il Black Friday, il diritto al ritiro dell’usato che non conosci

Black Friday, boom di acquisti ma poca informazione: il ritiro dell’usato elettronico è un obbligo per gli e-commerce e un diritto dei consumatori

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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Il Black Friday continua a essere uno degli appuntamenti più rilevanti per i consumi. L’edizione 2025, fissata per il 28 novembre, aveva generato grandi aspettative: secondo l’indagine Confesercenti–Ipsos condotta prima dell’evento, quasi nove italiani su dieci si erano dichiarati interessati a fare acquisti. Il 43% si era detto certo di partecipare e il 42% lo reputava probabile, con un budget medio stimato in 249 euro (+6% rispetto al 2024) e un valore complessivo atteso di 4 miliardi.

Le promozioni iniziate tra ottobre e novembre avevano già spinto una parte degli acquisti: il 27% degli intervistati ha comprato più volte, un altro 27% almeno una volta, mentre il 46% attendeva il grande giorno. Sette consumatori su dieci pianificavano di usare gli sconti per anticipare i regali di Natale.

Acquisti sempre più multicanale

La crescita del Black Friday coinvolge tutti i canali di vendita. Il 68% degli acquisti avviene online, con le grandi piattaforme che rappresentano il 34% del totale. I marketplace a basso costo continuano a espandersi, arrivando a oltre il 12%, mentre il resto si divide tra shop dei produttori e negozi digitali indipendenti. I punti vendita fisici mantengono comunque una quota superiore al 32%, sostenuti dall’adesione di oltre 200mila esercizi tradizionali. Tra le categorie più ricercate si conferma la moda, seguita da elettronica e informatica. Crescono anche gli acquisti di prodotti per la cura della persona, elettrodomestici, libri e giocattoli. Proprio l’elettronica rappresenta il comparto dove si creano più situazioni di sostituzione del prodotto, e quindi di generazione di rifiuti elettronici.

Il ritiro dell’usato elettronico: un obbligo spesso ignorato

Dai dati Ipsos emerge un aspetto cruciale che riguarda direttamente chi compra online: il ritiro dell’usato elettronico è un diritto del consumatore e un obbligo per chi vende. Il decreto legislativo 49/2014 stabilisce infatti che i negozi, fisici e digitali, devono ritirare gratuitamente il vecchio apparecchio quando se ne acquista uno nuovo della stessa tipologia. È il cosiddetto ritiro “uno contro uno”.

Nonostante la normativa sia in vigore da anni, solo il 31% degli italiani sa che questo obbligo vale anche per gli e-commerce. E solo il 54% è consapevole che si tratta di un servizio gratuito. La scarsa informazione rappresenta una delle cause principali della dispersione annua stimata di oltre 400mila tonnellate di rifiuti elettronici, che sfuggono ai canali di raccolta ufficiali.

Il ritiro anche senza acquisto: il servizio “uno contro zero”

La normativa prevede inoltre un altro strumento spesso sconosciuto: il ritiro “uno contro zero”. Il consumatore può consegnare un piccolo elettrodomestico non più grande di 25 cm presso un negozio fisico di almeno 400 metri quadrati, senza alcun obbligo di acquisto. Questo servizio dovrebbe facilitare il corretto smaltimento dei dispositivi di uso quotidiano come smartphone, rasoi o piccoli accessori elettronici. Il 55% del campione Ipsos dichiara di non conoscere o conoscere solo superficialmente queste possibilità, e solo una minima quota (12%) sa con precisione come funziona il servizio. Nell’anno precedente, appena il 13% lo ha utilizzato.

Come funziona il ritiro dell’usato negli acquisti online

Gli e-commerce devono offrire il ritiro gratuito del prodotto sostituito. La possibilità viene di solito indicata vicino al pulsante d’acquisto, ma spesso non è spiegata in modo chiaro. Amazon, per esempio, garantisce questo servizio attraverso Landbell Group ed ERP Italia Servizi. La richiesta si effettua online, ma il ritiro può richiedere fino a 15 giorni. Secondo Ipsos, la tempistica scoraggia molti utenti, contribuendo alla scarsa adozione del servizio.

Il risultato è che, anche quando l’acquisto avviene in sostituzione di un prodotto vecchio, il ritiro effettivo avviene solo nel 53% dei casi. La percentuale sale quando si tratta di elettrodomestici di grandi dimensioni, dove il servizio è strutturato e arriva al 74%.

Il ruolo dei consorzi e le nuove campagne informative

Per aumentare la quantità di Raee intercettati, la normativa prevede dall’anno scorso l’obbligo per i consorzi di gestione di destinare almeno il 3% dei ricavi a progetti di informazione e sensibilizzazione. Il Centro di Coordinamento Raee ha già avviato una campagna dedicata, con il sito “Raeeccogliamoli.it”, che raccoglie indicazioni utili, normative e punti di consegna.

L’obiettivo è rendere chiaro ai consumatori che il ritiro dell’usato è un diritto garantito e che può avvenire anche nei negozi fisici senza acquistare nulla. Una corretta informazione è essenziale per ridurre la quota di rifiuti elettronici che oggi resta fuori da ogni circuito di riciclo.