Ridurre del 70% le emissioni inquinanti, dare nuova vita agli scarti di produzione donandoli gratuitamente a laboratori specializzati nel riutilizzo, un programma per riciclare o smaltire in maniera corretta i capi non più utilizzati, distribuire secondo la modalità direct to consumer e produrre just-in-time. Così Blowhammer ha costruito da solo il proprio modello eco-innovativo e punta a diventare società benefit.
Il progetto Blowhammer
Blowhammer, letteralmente “colpo di martello”, è un’azienda del sud Italia con sede a Nola, in provincia di Napoli, nata nel 2013, che pone al centro la libertà d’espressione, l’autodeterminazione e il dare forma alla propria identità. Blowhammer è un marchio di moda streetwear nato dal desiderio ambizioso di irrompere nel mondo del fashion con un prodotto unico, digital, orgogliosamente distante da qualsiasi trend e soprattutto sostenibile. Infatti, il marchio ha fatto della sostenibilità ambientale il vero caposaldo aziendale che si esprime soprattutto nel modello “just-in-time”.
Come spiegato da Salvatore Sinigaglia, founder & CEO del marchio di moda streetwear, l’idea del progetto è nata dalla volontà di creare qualcosa di positivamente impattante per l’ambiente molto prima che Blowhammer prendesse forma. Infatti, per i creatori del progetto era impensabile creare un brand che non avesse l’ecosostenibilità già scritta nel proprio DNA.
La sostenibilità è stata quindi la base di partenza di Blowhammer, e non un elemento che è stato aggiunto in un secondo momento., tanto che, come spiegato da Sinigaglia, se non fossero riusciti a fare le cose per bene dal punto di vista della sostenibilità ambientale, il progetto non sarebbe nato.
I creatori di Blowhammer sono però riusciti a centrare il loro obiettivo creando un marchio green con prodotti 100% made in Italy e lontano da qualsiasi logica dei trend omologanti. L’ambizione dell’azienda è quella di diventare un esempio da seguire per tutto il comparto moda in modo da mettere in atto azioni sempre più orientate al green, infatti, anche il settore moda deve fare dell’ecosostenibilità il suo elemento imprescindibile.
Il modello just-in-time e direct to consumer
Blowhammer è un’azienda giovane, nata da giovani provenienti dai contesti più vari e non strettamente legati al fashion: non solo industria tessile e digitale, ma anche musica, arti figurative e sport, tutti elementi chiaramente visibili nelle collezioni. Il marchio è nativo digitale, ovvero nato e lanciato sul web, il luogo senza confini per antonomasia dove viene venduto, comunicato e seguito dai suoi clienti.
La distribuzione è di tipo direct to consumer, direttamente dal produttore al consumatore, quindi senza intermediari e passaggi inutili. La produzione è di tipo just-in-time, una vera e propria rivoluzione sostenibile: ogni ordine viene prodotto in 48/72 ore, evitando così accumuli di magazzino, capi invenduti e riducendo le emissioni di CO2 solo al minimo necessario, pari ad un 30% in meno ogni anno.
L’attenzione che Blowhammer pone alla ricerca e allo sviluppo e alla sua crescita si rileva nel modello produttivo, che parte da una base di dieci capi che possono essere diversificati tramite stampe e applicazioni, arrivando a proporre fino a +3000 prodotti in store, senza il rischio di out of stock.
Una società benefit realmente green
Impattare al minimo sul pianeta è sempre stato uno dei pilastri fondanti di Blowhammer, già dal 2013. Non trovando modelli compatibili con la propria visione e quindi alternativi al fast fashion, il marchio ha costruito da solo il proprio modello eco-innovativo.
Nel concreto, il marchio ha ridotto del 70% le emissioni inquinanti, utilizzando carboni attivi che filtrano l’aria emessa durante una delle fasi di stampa, per cui si utilizzano esclusivamente inchiostri atossici certificati, a base d’acqua e senza solventi chimici (Eco Passport). Blowhammer, infine, restituisce nuova vita agli scarti di produzione, donandoli gratuitamente a laboratori specializzati nel riutilizzo: niente viene sprecato.
Col programma Re-generate, infatti, l’azienda si occupa di riciclare o smaltire in maniera corretta i capi non più utilizzati, che possono essere così inviati al brand per contribuire a diminuire la percentuale di abbigliamento che finisce nelle discariche e negli inceneritori, pari oggi all’87%. L’azienda inoltre, produce il 99% in meno di invenduti, pari a solo lo 0,15% (dati relativi al 2020), con la conseguente emissione del 30% in meno di C02 e un notevole contenimento di sprechi d’acqua rispetto alle industrie tradizionali. Tutto questo permette a Blowhammer di soddisfare i criteri per diventare una delle poche società benefit di abbigliamento in Italia.