Vegani non solo a tavola: ecco tutte le buone pratiche da vivere

I numeri della svolta vegetale che promuove uno stile di vita non-violento ed ecologico per animali, salute e ambiente

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Alice Pomiato

Content creator

Alice Pomiato è una Content Creator che racconta com'è possibile avere uno stile di vita più sostenibile, etico e consapevole.

Pubblicato: 28 Maggio 2022 16:14

In Italia, sempre più persone decidono di non essere più onnivore. Dando ascolto ai propri principi etici, quasi una persona su dieci è vegana o vegetariana. Lo rivelano i dati del Rapporto Italia 2022 di Eurispes, presentato il 26 Maggio. Oggi, vegetariani e vegani sarebbero il 6,7% della popolazione italiana, e il dato europeo è raddoppiato in quattro anni. Sembra evidente che l’alimentazione a base vegetale non rappresenti, come spesso si tende a credere, una moda passeggera.

La scelta di un’alimentazione vegetariana, riguarda il 5,4% della popolazione, mentre chi esclude dalla propria alimentazione qualsiasi tipo di derivato animale, è l’1,3%. L’Emilia Romagna e la Lombardia sono le regioni più vegan a livello nazionale, mentre i vegetariani sono presenti soprattutto in Toscana.

La stessa ricerca parla di un forte aumento dei consumi di prodotti veg. Il settore plant-based è uno dei più promettenti del comparto alimentare e sarà in grado di superare i 35 miliardi nel 2027. Gli ultimi dati Nielsen parlano di una crescita delle vendite di prodotti a base vegetale del 19%. La prima ricerca italiana sugli alimenti a base vegetale, condotta da BVA-DOXA per Unione Italiana Food, racconta che 6 italiani su 10 hanno cambiato il proprio modo di mangiare negli ultimi cinque anni. Il 54% degli italiani (1 consumatore su 2) acquista prodotti plant-based. Il 21% li acquista abitualmente, mentre il 33% occasionalmente.

L’argomento è sempre più affrontato in ogni contesto, tanto che, a Gennaio 2021, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un report dedicato alle diete a base vegetale intitolato “Plant-based diets and their impact on health, sustainability and the environment” dove vengono analizzate le diete a base vegetale: vegana, vegetariana, e quelle con un risicato apporto di prodotti di origine animale.

Il risultato? Pro e contro per tutte, ma se correttamente bilanciate, sono adatte ad ogni momento della vita, dalla gravidanza alla terza età.

Secondo i dati forniti da Alphabet in occasione della Giornata Mondiale della Terra, nel paese si fanno ricerche sempre più “green”. Si cercano parole come “vita sostenibile” (+375%), economia verde, sicurezza dell’acqua, negozio di seconda mano, mercato contadino e… Veganismo.

Ma cosa significa essere Vegani e com’è nato il Veganismo?

Il termine ‘Vegan’, insieme a ‘Veganism’ nasce in Inghilterra nel 1944, con la formazione dalla prima ‘Vegan Society’ che riuniva un gruppo di persone che non volevano più supportare nessun tipo di sfruttamento animale.

Nel linguaggio corrente il Veganismo e l’essere Vegani, viene usualmente inteso come una forma di dieta a base vegetale (dieta vegana o plant-based). Si tratta di una definizione limitativa, perché pur essendo un aspetto fondamentale dello stile di vita vegano, non lo esaurisce ma è solo una delle dimensioni in cui si manifesta.

Con un Memorandum, nel 1979 la Vegan Society definì il Veganismo come:

«Una filosofia e un modo di vivere che esclude, ai limiti del possibile e praticabile, ogni forma di sfruttamento e crudeltà verso animali, per scopo alimentare, per il vestiario, come per qualunque altro scopo; per estensione, promuove lo sviluppo e l’uso di alternative che non prevedono l’utilizzo di animali, per il beneficio degli umani, degli animali e dell’ambiente. In termini di dieta denota la pratica di astenersi dal consumare prodotti derivati, completamente o parzialmente, da animali».

Il veganismo è dettato da principi etici di rispetto per la vita animale, è basato sul pensiero antispecista ed è uno stile di vita che rifiuta lo sfruttamento di qualsiasi attivà che implica l’utilizzo, lo sfruttamento e l’uccisione di altre specie animali.

Come ogni movimento, è cresciuto e si è evoluto nel tempo. Il veganismo contemporaneo si propone anche come possibile soluzione ad altre problematiche correlate, di natura sanitaria, sociale, morale, politica ed economica. Queste motivazioni non sono necessariamente condivise da tutti i membri, su tutti i livelli. Anche se non ci sono criteri fissi e prestabiliti a cui tutti i vegani debbano incondizionatamente aderire, nella pratica quotidiana si distinguono una serie di abitudini e scelte diffuse, riconosciute da tutta la comunità vegana.

Una persona Vegan conduce una vita come tante altre, mangia e veste come tutte le altre, ma introducendo nelle proprie scelte, un parametro in più: esclude tutto quello che implica sfruttamento animale.

In particolare, molta importanza viene data alla scelta alimentare, optando per una dieta basata su prodotti di origine vegetale come cereali integrali, legumi, frutta, verdura, frutta secca, oli, semi, erbe, spezie. Una persona vegana rifiuta il consumo di ogni tipo di derivato animale, a partire dalle carni (ovini, suini, caprini, bovini, ma anche pesce, crostacei e molluschi) ma anche latte, derivati e formaggi, uova, miele e prodotti delle api; tutti questi ingredienti sono evitati anche quando presenti in forma di ingredienti in altri alimenti. Per un vegano evitare il consumo di cibi animali significa non sostenere l’industria zootecnica, degli allevamenti ittici e della pesca intensiva, in quanto tali industrie causano lo sfruttamento, la sofferenza e l’uccisione di un esorbitante numero di animali e sono molto inquinanti.

Secondo le stime della FAO, ogni anno vengono uccisi 80 miliardi di animali di terra, quasi 200 milioni ogni giorno. Se ipotizziamo anche le creature marine, il numero sale a 150 miliardi di animali totali ogni anno.

Una persona vegana, inoltre indossa capi in fibre vegetali (canapa, lino, cotone etc), fibre artificiali/sintetiche, evitando l’acquisto di capi realizzati con parti di origine animale (pelliccia, pelle, lana, cashemere, seta, piuma etc); utilizza cosmetici, prodotti per la cura della casa e della persona che non contengono prodotti di origine animale e non testati su animali. In generale, evita l’acquisto di altre merci con parti animali (come divani in pelle, tappeti in pelliccia, ornamenti in avorio, oggetti in osso, pennelli in pelo animale, ecc.) e dei farmaci contenenti eccipienti animali. Le persone vegane richiedono di abolire l’utilizzo di animali per la sperimentazione in laboratorio, per focalizzarsi sulla sperimentazione cellulare.

Infine, i vegani evitano di sostenerene attività come la caccia e la pesca, gli spettacoli con animali (corrida combattimento di galli, il circo con animali, i rodeo etc) l’impiego di animali in competizioni sportive (corse di cavalli, di levrieri etc), le manifestazioni folcloristiche con impiego di animali, gli zoo, gli acquari e altre strutture simili che detengono animali, il commercio degli animali da compagnia e selvatici in cattività, e ogni altra simile attività.

Si tratta quindi di un complesso di norme che plasmano abitudini e scelte quotidiane, che vengono perseguite con la dovuta flessibilità in relazione alle proprie esigenze, alle proprie possibilità e alla propria realtà di vita.

Perché si è vegani?

La  filosofia vegana si basa sul rifiuto di aderire a uno stile di vita basato sullo sfruttamento normalizzato e istituzionalizzato, di ogni forma di vita. La scelta di boicottare pratiche e prodotti hanno lo scopo di protestare contro il sistema di sfruttamento degli animali, per richiedere alle istituzioni, agli enti, alle aziende, alla comunità scientifica, di canalizzare i propri sforzi di innovazione in direzione di una società-progresso che non preveda sfruttamento animale di qualsiasi genere.

Si dice che il veganismo stia solo anticipando uno stato di cose, che, quando le risorse del pianeta saranno terminate, si imporrà comunque.

Il mondo si sta veganizzando?

Nel Maggio 2021, uno dei migliori ristoranti del mondo, l’Eleven Madison Park di New York (tre stelle Michelin), per ragioni ambientali, è passato ad un menù interamente vegetale, decidendo di non servire più né carne, né pesce, né derivati animali. La presa di posizione è stata commentata così: «È l’ora di ridefinire il lusso come esperienza rivolta a uno scopo più alto e in modo che mantenga una connessione autentica con la comunità. Siamo entusiasti delle incredibili possibilità della cucina a base vegetale, e di radicare il legame con le nostre case: sia le nostre città sia il nostro pianeta». In Italia, la cucina veg di alto livello è rappresentata sulla Guida Michelin dal ristorante Joia dello Chef Pietro Leeman.

Molte persone si sono approcciate a questo stile di vita, partendo da un’alimentazione a base vegetale, che può essere il primo step per cambiamenti più ampi. Diventare vegani potrà essere più o meno impegnativo, dipende da persona a persona. Senza ombra di dubbio potrà essere una grande opportunità per saperne di più su nutrizione e cucina. Online, tantissimi content creator propongono quotidianamente tante ricette facili, gustose e nutrienti per ​​rendere più semplice e accessibile questa scelta.

Qualche valido motivo per invogliarvi ad una dieta (più) vegetale:

  • Per non contribuire allo sfruttamento di miliardi di animali;
  • Perché quello che scegliamo di mangiare ogni giorno, tre volte al giorno, ha un impatto notevole sul mondo in cui viviamo;
  • Per scoprire gli enormi benefici di questa alimentazione sulla salute. Se ben bilanciata, una dieta a base vegetale aiuta a prevenire le patologie non trasmissibili;
  • Perché la cucina vegetale è la più inclusiva: per onnivori, pescetariani, vegetariani, vegani, allergici/intolleranti a uova/latticini ma eventualmente anche intolleranti al glutine e celiaci;
  • Per sperimentare una cucina nuova, semplice e fatta di ingredienti squisiti e sapori mai provati;