Nel nostro paese si parla sempre più di inquinamento acustico. Il motivo è che il rumore è un problema che cresce di giorno in giorno e sta affliggendo numerose città italiane, soprattutto quelle più abitate dove il traffico è sempre più intenso. Si denuncia frequentemente la presenza di rumori di fondo che riguardano, però, non solo il traffico ma anche i lavori stradali, le sirene, i treni e gli aerei. La conseguenza di ciò è che di giorno si ha difficoltà a conversare normalmente mentre di notte non si riesce a dormire. In più, vi sono anche altre tipologie di rumori che non permettono di vivere rilassati come il vociare continuo proveniente da bar, ristoranti, locali notturni e altre attività commerciali. E tutto ciò, purtroppo, influisce molto sulla qualità della vita. Ma quali sono le città italiane con il maggior inquinamento acustico?
Indice
Cos’è l’inquinamento acustico?
L’inquinamento acustico è un problema che sta affliggendo sempre più le città italiane. Ma cos’è nel dettaglio? Ebbene, si tratta dell’esposizione eccessiva a suoni non desiderati che può avere degli effetti negativi sulla salute.
Il rumore, come detto, può provenire da varie fonti e la principale è sicuramente il traffico. Il problema è che nelle principali aree urbane, i veicoli circolano 24 ore su 24 e ciò disturba non poco le persone che vivono nelle vicinanze. A Napoli, ad esempio, di recente sono stati sforati i limiti per l’inquinamento acustico tanto che il Comune ha deciso di varare un piano per ridurlo mediante l’immissione di limiti orari, rotatorie, strade asfaltate e aumentando il numero delle Ztl. I cittadini, in ogni caso, possono richiedere l’intervento del proprio comune nel caso in cui il rumore sia prodotto da impianti/attrezzature per attività produttive, commerciali e professionali.
La complessità del disturbo sonoro
Uno dei problemi che si sta diffondendo sempre più nelle città italiane è, come spiegato, l’inquinamento acustico. Tale fenomeno è molto complesso in quanto ci sono notevoli difficoltà a definire in modo chiaro quali sono i parametri che lo caratterizzano come “inquinamento”. Il fatto è che i suoi effetti negativi non si notano subito e può essere difficile correlarli direttamente alla causa. Nonostante questo, però, è innegabile che l’inquinamento acustico sia una realtà soprattutto in alcune città dove la sua presenza è documentata da statistiche rilevate da fonti autorevoli come l’Istat.
Città italiane più rumorose: la classifica
L’ultima classifica delle città italiane con il maggior inquinamento acustico è l’elaborazione Openpolis sui dati Istat (2021) pubblicata lo scorso febbraio 2023. Ebbene, da essa si evince che il capoluogo italiano più rumoroso è Firenze seguito da Napoli, Venezia, Messina, Roma, Genova, Bologna, Torino, Milano, Palermo e Catania. Tali dati riguardano le verifiche eseguite sia sul livello di rumore che su segnalazione dei cittadini residenti. I controlli del rumore includono misurazioni mirate a identificare se vi sono stati dei superamenti rispetto agli obblighi stabiliti dalla legge. Openpolis ha spiegato che però non sono disponibili i dati relativi alle città di Bari, Cagliari e Trieste.
Secondo le misurazioni del rumore effettuate dagli utenti dell’app “Listen Responsibly”, invece, le città italiane più rumorose sono Milano che registra un livello medio di decibel pari a 65.31 seguita da Lecce con una media di 65.24 dB. Verona si colloca al terzo posto con una media di 61 dB, appena sotto i livelli critici ma vicina a superarli. Ci sono poi Bologna con 58 dB, Venezia con 53.69 dB e Torino con 48.92 dB.
Le conseguenze dell’inquinamento acustico
Come spiegato, l’inquinamento acustico è definito come un’esposizione continua a suoni intensi che, secondo l’EEA ovvero l’Agenzia Europea per l’Ambiente, può portare a svariati problemi. Tra questi, i principali sono lo stress, l’insonnia, i ritardi nello sviluppo cognitivo nonché le malattie cardiovascolari e metaboliche. Per l’EEA, in Unione Europea ogni anno ci sono circa dodicimila morti premature causate proprio da tale fenomeno. Le conseguenze di tale tipologia di inquinamento, però, non colpiscono solo gli esseri umani ma anche gli animali, in particolar modo quelli che utilizzano i suoni per comunicare come numerose specie di uccelli e le rane. Inoltre, l’inquinamento acustico può influenzare anche gli ecosistemi acquatici. Molte creature marine, infatti, come quelle di terra, usano il suono per comunicare, per orientarsi e per individuare prede e predatori. Il rumore prodotto dall’uomo, come quello delle imbarcazioni, può interferire con tali segnali acustici vitali con la conseguenza che si compromette la capacità di sopravvivenza e riproduzione di tali specie.
Principali fonti di rumore: ecco quali sono
Le fonti di inquinamento acustico nelle principali città italiane sono svariate. All’interno degli edifici, ad esempio, il rumore è generato da televisori, conversazioni animate, impianti audio ad alto volume o dall’abbaiare dei cani.
All’esterno, invece, il rumore proviene, come detto, dal traffico stradale ma anche dal passaggio di treni e tram, dalla partenza/atterraggio degli aerei, dai cantieri in attività e dalle attività industriali presenti nei paraggi della propria dimora. Altri rumori provengono, invece, da apparecchi e impianti elettrici come gli scarichi, i rubinetti, i condizionatori e le caldaie.
Come difendersi dall’inquinamento acustico
L’inquinamento acustico è il nuovo nemico invisibile che impatta la qualità della vita delle principali città italiane come Firenze, Napoli e Venezia. Per evitare che rumori molesti provenienti dall’esterno disturbino la propria quiete, è possibile installare serramenti con specifiche caratteristiche di isolamento acustico. Nel caso in cui, invece, il rumore sia particolarmente forte a causa di locali notturni, strade trafficate o stazioni ferroviarie, la soluzione potrebbe essere l’installazione di pannelli isolanti.
Ricordiamo che non tutto il suono è considerato inquinamento acustico dall’OMS. Esso deve infatti superare, per essere ritenuto tale, i 65 decibel (dB). Diventa poi dannoso oltre i 75 dB e doloroso oltre i 120 dB. L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce quindi che per un sonno riposante, il livello di rumore ambientale notturno non dovrebbe superare i 30 dB.
La minaccia per la salute umana
L’inquinamento acustico rappresenta, come spiegato, una seria minaccia per la salute umana e non solo. A rischio, infatti, c’è anche il benessere delle specie viventi e la qualità dell’ambiente. L’esposizione prolungata a livelli elevati di rumore, infatti, può causare una serie di problemi come i disturbi del sonno o problemi cardiovascolari. È importante quindi che le istituzioni adottino misure concrete per tale minaccia (come l’incremento di autovelox del suono) e per preservare l’ambiente.
Investire in infrastrutture più silenziose, promuovere l’uso di tecnologie avanzate per l’isolamento acustico e sensibilizzare la popolazione sull’importanza del controllo del rumore sono passi fondamentali per garantire il benessere delle generazioni presenti e future.
Proteggere il pianeta e le specie che lo abitano non è solo un dovere morale ma anche un impegno necessario per assicurare un futuro sostenibile e sano per tutti.