Cinque Paesi europei nella morsa del “caldo infernale”

L'Europa meridionale sta combattendo ormai da settimane contro il caldo anomalo che, secondo gli esperti, rappresenta il segnale del cambiamento climatico

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Quella appena iniziata si preannuncia essere la settimana più calda dell’anno, per il momento. In tutta Europa le temperature stanno frantumando ogni record, dall’Europa occidentale, dalla Spagna al Regno Unito. Gli esperti prevedono che in diverse zone saranno superati abbondantemente i 40°C, questo è il risultato dei cambiamenti climatici a livello mondiale.

Nelle ultime settimane, in tutta la zona Mediterranea, i vigili del fuoco hanno lottato per contenere le fiamme dei vari incendi che si sono sviluppati a causa della siccità, i fiumi si sono prosciugati e migliaia di persone sono state fatte evacuare dalle loro case. Secondo i media locali, a causa del caldo in Spagna sono decedute 230 persone, mentre in Portogallo 238.

Le temperature – risultato di un’area di alta pressione in lento movimento che porta aria rovente dal Nord Africa – dovrebbero continuare questa settimana e spostarsi a nord e a est verso Francia, Germania, Belgio e Regno Unito.

Al momento, sono cinque i paesi europei che stanno risentendo maggiormente dell’ondata di caldo anomalo.

Italia

A causa dell’assenza prolungata di forti precipitazioni, il fiume Po ha registrato record negativi per quanto riguarda il livello di acqua. Il problema si estende dalle Alpi al Mare Adriatico mettendo in crisi diversi settori, infatti, il fiume Po è utilizzato come fonte di acqua potabile, per irrigare i campi e per produrre energia idroelettrica. In Piemonte più di 170 comuni hanno emesso, o stanno pianificando di emettere, ordinanze sul consumo dell’acqua, il che significa il divieto di qualsiasi uso diverso da quello alimentare, domestico e sanitario. Chiunque venga sorpreso a utilizzare l’acqua per l’irrigazione di giardini pubblici o privati, per il lavaggio di cortili o automobili, potrebbe essere multato fino a 500 euro.

Il governo italiano, che sta attraversando un momento di crisi, ha dichiarato lo stato di emergenza in gran parte del Nord Italia.

Francia

In Francia, più di 14.000 persone sono state evacuate dalle aree del sud-ovest del Paese, mentre gli incendi boschivi stanno imperversando nel dipartimento Gironde.

Secondo i media locali, tre grandi incendi sono ancora attivi e, fino a domenica, sono bruciati quasi 11.000 ettari di terreno. La situazione è aggravata dal fatto che, il vento Maestrale sta alimentando diversi incendi. Al momento sono in allerta rossa 15 dipartimenti francesi, dalla Bretagna alla costa occidentale e, altri 51 dipartimenti, sono in allerta arancione, dal nord-ovest della Francia alla Costa Azzurra.

La deputata verde francese, Melanie Vogel ha recentemente twittato che la temperatura del suolo ha raggiunto i 59°C in Spagna e i 48°C nel sud della Francia. La Vogel ha quindi lanciato l’allarme, sostenendo che, di questo passo, se non verranno intrapresi seri provvedimenti contro i cambiamenti climatici, la vita umana si avvia verso l’estinzione.

Spagna

Circa 30 incendi distinti stanno imperversando in vaste aree della Spagna e le temperature hanno superato i 40 gradi in alcune località già da diversi giorni.

Secondo le stime dell’Istituto di sanità pubblica Carlos III, circa 360 persone potrebbero essere morte tra il 10 e il 15 luglio a causa del caldo estremo. Tra le vittime c’è un uomo di 60 anni che lavorava come spazzino per il Comune di Madrid. L’uomo è collassato venerdì scorso mentre stava lavorando. Al momento del decesso la sua temperatura corporea era di 41,6°C.

Il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, è in visita oggi, lunedì 18 luglio, nella regione dell’Estremadura, nella Spagna occidentale, dove la gente è stata evacuata per sfuggire agli incendi.

Le fiamme hanno già distrutto circa 14.000 ettari di terreno in tutto il Paese, dall’Andalusia all’Estremadura a sud e a ovest, attraverso le regioni centrali di Castilla-La Mancha e Castilla y León, nella Murcia e nella regione a est di Valencia.

Quasi la metà dell’area boschiva della Sierra de la Culebra, una catena montuosa nel nord-ovest della Spagna, è bruciata, l’incendio è il più grande registrato nella storia della Spagna, con aree a Figueruela de Arriba tuttora in fiamme.

Oltre al caldo, la mancanza di precipitazioni ha fatto sì che i bacini idrici spagnoli registrassero, mercoledì scorso, una capacità del 44,4% rispetto a una media stagionale del 65,7%.

Portogallo

Grazie a un momentaneo miglioramento delle condizioni meteorologiche, domenica, il governo portoghese ha abbassato di una tacca il livello di allerta.

Venerdì e sabato sono però scoppiati 250 nuovi incendi, la maggior parte a nord-est di Porto, ma domenica il governo ha dichiarato che le temperature potrebbero scendere fino a 8 gradi nei prossimi giorni. L’abbassamento del livello di allerta consentirà agli agricoltori di raccogliere le colture estive nelle prime ore del mattino e della sera.

Mercoledì scorso, Lousã, nel centro del Portogallo, ha raggiunto la temperatura record di 46,3°C. Il governo ha lanciato un’allerta rossa in 16 dei 18 distretti del Portogallo, con più di cento comuni a massimo rischio di incendi rurali.

Gran Bretagna

I funzionari governativi britannici hanno avvertito che tra oggi e domani il Paese dovrà prepararsi ad affrontare i giorni più caldi della sua storia, con temperature che raggiungeranno il record di 40°C. L’Ufficio meteorologico ha emesso il primo allarme rosso per caldo eccezionale, questo significa che le persone sane, non solo quelle vulnerabili, potrebbero essere a rischio di malattie e di decesso a causa dele alte temperature.

Sabato si è tenuta una riunione di gabinetto d’emergenza – la seconda sul tema – per discutere dell’ondata di calore. Il ministro Kit Malthouse ha dichiarato che il Regno Unito si sta adoperando per assicurarsi di avere le “giuste misure” da mettere in atto. Queste comprendono il supporto alle scuole, alla sanità, ai servizi di emergenza, ai grandi eventi e al trasporto pubblico. In quest’ottica, il governo ha proposto diverse azioni, tra cui l’introduzione di limiti di velocità per il trasporto ferroviario.