Pendolaria 2024, criticità per le ferrovie, ma buone notizie per Milano, Napoli e Catania

Il trasporto pubblico è un tema trascurato in Italia: finanziamenti insufficienti, crisi climatica, ritardi e disservizi compromettono l'efficienza e la qualità

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 18 Dicembre 2024 14:55

In Italia, il trasporto su ferro continua a essere un tema secondario, con finanziamenti che risultano assolutamente inadeguati. Questo ha portato a un sistema di trasporto che fatica a migliorare, aggravato dagli impatti degli eventi meteo estremi, che causano ritardi e interruzioni sempre più frequenti. A ciò si aggiungono i divari cronici tra Nord e Sud del Paese e i tagli ai collegamenti interregionali. Questo quadro è stato delineato dal nuovo report Pendolaria 2025 di Legambiente, presentato oggi a Roma, che fornisce dati, numeri e proposte dettagliate.

Il report evidenzia come l’incremento di 120 milioni previsto nella proposta di legge di Bilancio 2025 per il Fondo Nazionale Trasporti sia esiguo, considerando che questo fondo è stato sottofinanziato per anni. In valori assoluti, i finanziamenti nazionali per il trasporto su ferro e su gomma sono passati da circa 6,2 miliardi di euro nel 2009 a 5,2 miliardi nel 2024. Tuttavia, questi importi restano ben al di sotto delle necessità e rappresentano un -36% se si considera l’inflazione degli ultimi 15 anni.

Nel frattempo, il progetto del Ponte sullo Stretto continua a drenare ingenti risorse pubbliche. Lo scorso anno, 1,6 miliardi sono stati dirottati dalla quota dei Fondi per lo sviluppo e la coesione (Fsc) destinati direttamente alle regioni Calabria e Sicilia. Ora, le spese a carico dello Stato sono state ulteriormente alleggerite (da 9,3 a 6,9 miliardi), aumentando da 2,3 a 7,7 miliardi il contributo Fsc. L’aspetto più drammatico è che oltre l’87% degli stanziamenti infrastrutturali fino al 2038 riguarderanno il Ponte sullo Stretto, lasciando irrisolti problemi cronici come le linee chiuse o i servizi sospesi da oltre un decennio.

A questo si aggiungono criticità nelle infrastrutture di trasporto urbano, tra opere mal concepite, come l’ovovia di Trieste e lo Skymetro di Genova, e interventi fondamentali fermi da anni, come la riqualificazione della Roma-Giardinetti e la tranvia Termini-Vaticano-Aurelio.

Trasporti in Italia, le proposte di Legambiente per garantire investimenti adeguati

Legambiente lancia un allarme sui tagli ai finanziamenti per il trasporto pubblico e chiede al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, un cambio di rotta immediato. L’associazione ambientalista sottolinea come le risorse destinate al settore ferroviario siano insufficienti e rischino di compromettere la qualità dei servizi e l’efficienza della rete.

“Le risorse economiche necessarie per una efficace cura del ferro”, afferma Legambiente, “sono recuperabili eliminando una parte dei sussidi alle fonti fossili e abbandonando progetti inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina e quelli dannosi per l’ambiente e l’economia, come nuove superstrade e autostrade in aree già dotate di queste infrastrutture”.

In particolare, l’associazione chiede:

  • 3 miliardi di euro aggiuntivi al Fondo Nazionale Trasporti per garantire una manutenzione adeguata delle infrastrutture esistenti e avviare nuovi investimenti;
  • 500 milioni di euro l’anno per l’acquisto di nuovi treni regionali, al fine di rinnovare un parco rotabile ormai vetusto e garantire un servizio più efficiente e confortevole;
  • 5 miliardi di euro per la costruzione e riqualificazione di linee metropolitane, tranvie e ferrovie suburbane, con l’obiettivo di migliorare la mobilità nelle aree urbane e ridurre la congestione del traffico;
  • 200 milioni di euro all’anno per migliorare i servizi Intercity, aumentando la frequenza delle corse e migliorando la qualità dei collegamenti tra le principali città italiane.

Legambiente evidenzia come questi investimenti siano fondamentali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e sostenibilità ambientale, nonché per migliorare la qualità della vita dei cittadini. “È ora di smettere di investire in grandi opere inutili e dannose per l’ambiente”, afferma il presidente di Legambiente Stefano Ciafani, “e di concentrare gli sforzi sulla riqualificazione del trasporto pubblico, che rappresenta la spina dorsale di un sistema di mobilità sostenibile e inclusivo”.

L’associazione invita il governo a cogliere questa opportunità per dare un segnale forte in favore della mobilità sostenibile e a mettere in campo politiche industriali che favoriscano lo sviluppo di un settore ferroviario nazionale competitivo e all’avanguardia.

Impatto della crisi climatica sul trasporto pubblico in Italia

Negli ultimi 14 anni, dal 2010 al 2024, si sono verificati 203 eventi meteo estremi in Italia che hanno causato interruzioni e ritardi a treni, metro e tram. Questi eventi meteorologici includono piogge intense, allagamenti, frane, temperature record e forti raffiche di vento, che hanno avuto un impatto significativo sulla mobilità nelle principali città italiane. Le città più colpite sono state Roma, con 36 eventi, Napoli, con 12, e Milano, con 11. Secondo il Rapporto del Mit, i danni alle infrastrutture e alla mobilità provocati dalla crisi climatica potrebbero aumentare fino a 5 miliardi di euro l’anno entro il 2050. Se non verranno adottate misure di adattamento, i danni potrebbero raggiungere fino a 0,55% del PIL italiano al 2050.

Le linee peggiori d’Italia e i tagli ai collegamenti interregionali

In Italia, molte linee ferroviarie continuano a presentare enormi difficoltà per i pendolari, caratterizzate da ritardi cronici, infrastrutture inadeguate e continui tagli ai collegamenti. La situazione è particolarmente grave per le linee più obsolete e quelle interregionali, dove la frequenza dei treni è limitata e la qualità del servizio è spesso insufficiente.

  • Le linee peggiori d’Italia sono segnate da ritardi cronici, stazioni chiuse, treni poco frequenti e difficoltà quotidiane per i pendolari;
  • La Circumvesuviana è una delle linee più problematiche, con avaria, soppressioni, tagli e sovraffollamenti;
  • La Roma Nord-Viterbo ha subito oltre 5.000 corse soppresse nel 2024;
  • La Milano-Mortara-Alessandria serve circa 19.000 persone al giorno, ma è caratterizzata da guasti frequenti e ritardi;
  • La Catania-Caltagirone-Gela ha una tratta, la Caltagirone-Niscemi-Gela, sospesa da 13 anni e mezzo;
  • Per la Roma-Lido si registrano lievi miglioramenti, ma i problemi per i pendolari rimangono significativi.

Le nuove criticità nelle reti ferroviarie italiane

Negli ultimi anni, diverse linee ferroviarie italiane hanno affrontato ritardi nei lavori di potenziamento, difficoltà nei servizi e tagli significativi ai collegamenti. Questi disagi riguardano sia le nuove infrastrutture che le linee storiche.

  • La rete di Ferrovie del Sud Est è in ritardo di anni per il completamento delle opere di elettrificazione e potenziamento;
  • Il Sistema Ferroviario Metropolitano di Torino ha registrato un peggioramento dei livelli di efficienza e puntualità nel 2024;
  • La linea Avellino-Benevento ha visto rinviato più volte il completamento dei lavori di elettrificazione, inizialmente previsti per il 2021;
  • La Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza soffre di interruzioni quotidiane del servizio, già insufficiente;
  • La Ferrovie della Calabria ha sospeso integralmente le linee del taurense (Gioia Tauro – Palmi – Sinopoli e Gioia Tauro – Cinquefrondi) dal 2011, lasciandole in stato di abbandono;
  • La Firenze-Pisa è risultata la peggiore in affidabilità tra le linee toscane nel report di ottobre 2024;
  • La Vicenza-Schio è ancora a binario singolo e non elettrificata, nonostante l’alto numero di pendolari;
  • Preoccupanti anche i tagli ai collegamenti interregionali, tra cui quelli tra Torino-Bologna, Milano-Venezia e Milano-Ventimiglia.

Il trasporto ferroviario nel Sud Italia, una situazione critica

Il trasporto ferroviario nel Sud Italia continua a essere trascurato, con una situazione infrastrutturale e tecnologica in grave ritardo rispetto al resto del paese.

  • L’età media dei treni nel Sud Italia è di 17,5 anni, superiore ai 9 anni del Nord;
  • La rete ferroviaria del Mezzogiorno è ancora in gran parte non elettrificata;
  • Diverse linee ferroviarie sono ormai dismesse, tra cui:
    • La Palermo-Trapani via Milo, chiusa dal 2013:
    • La Caltagirone-Gela, chiusa dal 2011;
    • Le linee che collegano Gioia Tauro a Palmi e Cinquefrondi in Calabria, con il servizio sospeso da 13 anni.

Buone notizie e pratiche nel trasporto pubblico italiano

Nonostante le difficoltà, ci sono anche buone notizie e buone pratiche che segnano progressi nel settore del trasporto pubblico in Italia. A Milano è stata inaugurata la linea M4, a Napoli la linea 6, e a Catania è stato esteso il servizio della metro, con un nuovo prolungamento, sebbene con una parziale dismissione della Circumetnea. Inoltre, l’età media dei treni è migliorata, scendendo a 14,8 anni rispetto ai 15,8 dell’anno scorso.

Tra le buone pratiche segnalate nel report di Legambiente, in Valle d’Aosta è stato introdotto un abbonamento unico da 20 euro al mese, valido per l’intera rete regionale. A Milano, la linea M4 collega l’aeroporto di Linate al centro città, evitando annualmente 3,7 milioni di spostamenti in auto. A Bologna, è stato implementato un sistema di trasporto metropolitano integrato, con abbonamenti unificati per l’intera regione Emilia-Romagna.