Niente tasse per gli ex soci dopo la chiusura di una società, la sentenza della Cassazione

Gli ex soci di una società chiusa non sono automaticamente responsabili dei debiti fiscali. Il Fisco deve dimostrare il trasferimento di somme come la liquidazione

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 18 Febbraio 2025 15:41

Il Fisco non può chiedere il pagamento delle tasse agli ex soci di una società estinta senza dimostrare che abbiano ricevuto somme dalla liquidazione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con una sentenza che cambia le regole del gioco per il recupero dei debiti fiscali delle aziende chiuse. L’Agenzia delle Entrate dovrà infatti dimostrare con precisione chi ha realmente beneficiato di utili o liquidazioni, senza più procedere automaticamente.

Cosa cambia per gli ex soci e quali sono le conseguenze per chi ha chiuso un’attività? Vediamo nel dettaglio cosa dice la sentenza e quali sono gli scenari che si aprono per imprenditori e professionisti.

Debiti fiscali e società chiuse: la Cassazione limita il Fisco

Il caso specifico riguarda una società in liquidazione, specializzata nella produzione di componenti per auto. Nel 2012, l’Agenzia delle Entrate di Treviso aveva notificato un avviso di accertamento per un’omessa dichiarazione dei redditi del 2006, ricostruendo un volume d’affari di 887.332 euro e un reddito imponibile di 200.200 euro.

Quando la società è stata chiusa nel 2014, il Fisco ha provato a recuperare le imposte dai tre ex soci, sostenendo che fossero eredi dei debiti della società. La Commissione tributaria regionale del Veneto ha dato ragione all’Agenzia delle Entrate, ma gli ex soci hanno impugnato la decisione davanti alla Cassazione.

Le Sezioni unite hanno però ribaltato il verdetto. Il Fisco non può esigere il pagamento delle imposte dai soci di una società estinta se non dimostra che questi abbiano ricevuto somme dalla liquidazione. In mancanza di prove concrete, gli ex soci non hanno alcun obbligo di pagamento.

Cosa cambia per gli ex soci e per il Fisco?

Secondo l’articolo 2495 del Codice Civile, in caso di società estinta, gli ex soci ereditano i debiti solo nei limiti delle somme ricevute dal bilancio finale di liquidazione. In passato la giurisprudenza aveva dato più spazio all’Agenzia delle Entrate, permettendole di agire anche senza prove dirette, soprattutto nelle società con pochi soci, dove si presume che gli utili siano stati distribuiti informalmente.

Questa sentenza cambia le carte in tavola. Essere stati soci non basta più per essere considerati responsabili dei debiti fiscali di una società estinta. Il Fisco dovrà dimostrare che gli ex soci abbiano effettivamente incassato qualcosa. Le principali conseguenze sono:

  • lo stop alle richieste automatiche, con l’Agenzia delle Entrate che dovrà fornire prove solide prima di chiedere il pagamento;
  • più tutele per gli ex soci, sopratutto per chi non ha ricevuto somme dalla liquidazione che potrà ora contestare le pretese fiscali.

L’Agenzia delle Entrate dovrà quindi rivedere le sue strategie di riscossione, adottando controlli più approfonditi prima di inviare richieste di pagamento agli ex soci.

Come tutelarsi in caso di chiusura di una società?

Il Fisco infatti può presumere che gli utili siano stati distribuiti tra i soci anche se non c’è stata una liquidazione formale, soprattutto nelle società con pochi membri. Per evitare questo genere di problemi, è utile avere tutte le carte in regola.

Alcune precauzioni utili, in caso di chiusura di una società, sono:

  • conservare tutta la documentazione sulla liquidazione;
  • verificare eventuali debiti residui prima della chiusura;
  • impugnare subito le richieste fiscali ingiustificate.