Si mette mano a un piano di pacificazione fiscale con l’idea di alleggerire il peso sulle spalle di milioni di contribuenti. La questione resta la disponibilità di risorse. Dopo il summit convocato da Matteo Salvini, la maggioranza mostra una compattezza di facciata sull’urgenza dell’operazione, ma resta aperto il tema del costo della rottamazione e della sua sostenibilità finanziaria.
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Consenso politico e misure allo studio
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dato il suo benestare politico. Anche Fratelli d’Italia, con il viceministro Maurizio Leo, approva l’operazione purché i conti pubblici non ne escano a pezzi.
Forza Italia, invece, punta sulla riduzione dell’aliquota Irpef per i redditi medi, senza escludere la sanatoria fiscale sponsorizzata dalla Lega. Matteo Salvini, in conferenza stampa, ha rilanciato l’idea di una rottamazione di grande portata, coinvolgendo almeno 10 milioni di contribuenti.
Secondo il leader della Lega, il concordato ha prodotto risultati modesti e la sanatoria potrebbe registrare un’adesione di massa. Il piano, depositato alla Camera e al Senato, è già pronto per essere discusso, con la promessa di tempi rapidi e un’accelerazione del processo legislativo.
Costi e compatibilità con il bilancio
La questione centrale è la copertura economica. Una versione ridotta del piano potrebbe richiedere circa 2 miliardi di euro, mentre l’ipotesi più generosa, con 10 milioni di contribuenti coinvolti, salirebbe a 5 miliardi.
Parallelamente, il taglio dell’Irpef oscillerebbe tra 2,5 e 4 miliardi, a seconda della fascia di reddito interessata. Sommando il tutto, il fabbisogno finanziario si colloca tra 4,5 e 9 miliardi, in un quadro in cui le entrate tributarie non sono all’altezza delle attese. I conti non tornano e trovare le risorse necessarie si prospetta un esercizio di equilibrismo contabile.
Analisi tecnica sulle coperture economiche
Gli esperti del Ministero dell’Economia stanno passando al setaccio ogni possibile escamotage contabile per trovare una quadra. La Ragioneria generale dello Stato ha già messo sotto la lente d’ingrandimento i costi di operazioni analoghe, come le precedenti rottamazioni e il concordato fiscale, nei calcoli del decreto Milleproroghe. L’idea, stavolta, è di mirare a chi ha sempre giocato secondo le regole, dichiarando tutto, ma che poi si è ritrovato strozzato dai debiti con il Fisco. Il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, ha assicurato che il disegno di legge, già depositato, entrerà presto nell’agenda dei lavori parlamentari, con la promessa di una marcia spedita verso l’approvazione.
Variabili economiche e possibili risorse
Nei prossimi mesi si vedrà se il gettito fiscale basterà a coprire le nuove promesse politiche. L’andamento dell’economia e il livello di occupazione potrebbero incidere, ma un ruolo chiave lo giocherà anche una possibile revisione del catasto e l’intensificazione dei controlli contro chi le tasse preferisce evitarle.
La Lega punta tutto sulla flat tax incrementale, un meccanismo che premia gli aumenti di reddito annuali con una tassazione agevolata, sbandierata come la ricetta perfetta per un fisco più equo.
Percorso normativo e ipotesi di legge
Alla Camera e al Senato sono già depositate due proposte della Lega per una sanatoria diluita in 120 rate, senza interessi né sanzioni, una mossa che punta a rendere meno soffocante il peso delle cartelle esattoriali. Si discute anche di un decreto governativo che dia una spinta ufficiale all’iniziativa, con l’idea di chiudere la partita nei prossimi mesi.
Salvini insiste sulla necessità di riequilibrare i rapporti tra cittadini e Fisco, per evitare che chi ha sempre versato le tasse si senta beffato rispetto a chi si è trovato in difficoltà. La proposta comprende anche la possibilità di inclusione per chi ha aderito a precedenti sanatorie ma ha perso i requisiti, riaprendo la porta a una nuova regolarizzazione.