Manovra 2025, detrazioni tagliate per single e coppie, quanto si perde: la simulazione

Stretta del governo Meloni sulle detrazioni. La Manovra economica introduce 3 soglie a partire dal 2025. Ecco una simulazione

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 18 Ottobre 2024 12:19

La Manovra 2025 prevede tagli alle detrazioni sia per i single che per le coppie. Lo scopo del governo Meloni è quello di ottenere risparmi per almeno 1 miliardo di euro. Alle spese detraibili continuano ad applicarsi le classiche aliquote previste per legge: 19% per quelle mediche e farmaceutiche, 50% e 36% per quelle sulle ristrutturazioni edilizie. Ma adesso si aggiunge un tetto in rapporto al reddito e ai carichi familiari. Soffre in particolare chi ha un reddito eccedente i 50.000 euro. Il nuovo sistema non sarà retroattivo e scatterà sulle spese e sui contratti di mutuo a partire dal 2025. Vediamo nel dettaglio come funziona.

Tre soglie per le detrazioni

Il massimo dei tagli alle detrazioni approvate nella bozza di Manovra sono previste per i single che abbiano un reddito superiore ai 100.000 euro. La categoria meno penalizzata è quella dei contribuenti con più di 3 figli e redditi inferiori a 50.000 euro.

Risparmiate invece le deduzioni come i contributi, previdenziali e assistenziali, per le colf e gli assegni al coniuge dopo il divorzio.

Per le spese detraibili, il governo ha introdotto 3 tetti, inversamente proporzionali a seconda della fascia di reddito imponibile:

  • fino a 50.000 euro lordi tetto dell’8%;
  • tra 50.000 e 100.000 euro tetto del 6%;
  • oltre i 100.000 euro tetto del 4%.

Le simulazioni

È il Corriere della Sera a mostrare, tramite alcune simulazioni, quale peso avrà l’introduzione dei tagli alle detrazioni previsti dalla Manovra per le varie categorie. Chi ha un reddito fino a 50.000 euro potrà portare in detrazione spese pari all’8%, cioè fino a 4.000 euro. Tale soglia può innalzarsi a seconda dei carichi familiari: chi ha 3 figli vede innalzarsi la soglia fino a un massimo di 8.000 euro annui.

In precedenza, un single che avesse effettuato una ristrutturazione della prima casa avrebbe potuto portare in detrazione il 50% delle spese fino a un massimo di 96.000 euro, cioè avrebbe potuto detrarre 48.000 euro spalmati su 10 anni (pari a 4.800 euro l’anno). Avrebbe inoltre potuto detrarre anche altre spese, come il 19% sulle visite mediche e sui farmaci acquistati. Dopo le novità, il nostro single potrà dedurre al massimo 4.000 euro l’anno, scegliendo quali voci utilizzare fra ristrutturazione, mutui e spese sanitarie.

Ipotizzando che scelga di detrarre unicamente le spese per la ristrutturazione, avendo un reddito di 50.000 euro annui, allora potrà ottenere una detrazione pari al 50% di 4.000 euro, ovvero 2.000 euro. Nell’esempio, questa persona avrà una perdita secca di 2.800 euro rispetto al sistema attuale. Come anticipato, il taglio sarà inferiore al crescere del numero di figli.

Qualora il single guadagnasse 75.000 euro l’anno, potrebbe detrarre al massimo 4.500 euro dal momento che si trova nella fascia intermedia (tra 50.000 e 100.000 euro) dove il tetto è del 6%.

Il peso dell’inflazione

Vanno sempre tenuti presenti due fattori: il numero dei figli va ad aumentare la quota portabile in detrazione. E, trattandosi di spese da spalmare su più anni, anno dopo anno l’inflazione va a mantenere il valore nominale delle detrazioni, mentre il valore reale va progressivamente assottigliandosi.