Taglio del cuneo fiscale 2025, cosa cambia e chi ci perde

La Manovra 2025 riforma le aliquote Irpef, stabilizza i benefici per i redditi medi e introduce un nuovo sistema di bonus legato al cuneo fiscale

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 3 Gennaio 2025 10:00

Taglio del cuneo fiscale addio, arriva il bonus che punta tutto sulla fiscalità diretta. La legge di Bilancio 2025 riscrive qualche regola senza stravolgere troppo. Se da un lato conferma le basi gettate lo scorso anno, dall’altro introduce dettagli che potrebbero far sorridere (o storcere il naso) i milioni di italiani che svolgono un lavoro dipendente e quindi hanno una busta paga.

La Manovra introduce un sistema di detrazioni per chi guadagna tra 32.000 e 40.000 euro, progressivamente decrescente, che si annulla sopra questa soglia.

Il nuovo scenario fiscale dovrebbe offrire agevolazioni mirate per chi guadagna meno, aumentando però la complessità per chi gestisce il tutto. Le soluzioni sembrano modellate per adattarsi alle diverse fasce di reddito, con un occhio di riguardo per i lavoratori meno abbienti. Vediamole meglio nel dettaglio.

Addio contributi ridotti, benvenuto nuovo bonus

Il sistema dei contributi ridotti, che nel 2024 prevedeva un alleggerimento del cuneo fiscale pari al 6% o 7%, viene eliminato. Al suo posto arriva un bonus tutto fiscale per chi non supera i 20.000 euro di reddito complessivo. Funziona così:

  • 7,1% per redditi da lavoro dipendente fino a 8.500 euro;
  • 5,3% per chi sta tra 8.500 e 15.000 euro;
  • 4,8% per chi guadagna oltre i 15.000 euro.

Questo bonus, che non contribuisce alla formazione del reddito imponibile, rappresenta una boccata d’ossigeno per i redditi più bassi.

Calcolo dello stipendio netto, le proiezioni

E ora, veniamo al punto: come cambiano davvero gli stipendi? Per chi guadagna fino a 22.500 euro all’anno (circa 1.730 euro al mese), non ci sono stravolgimenti. Ma per chi supera i 2.500 euro al mese, le cose si complicano un po’. Il nuovo bonus potrebbe ridurre il salario netto di una cifra tra i 6 e i 13 euro.

Le cose vanno un po’ meno bene per chi guadagna 35.000 euro all’anno. Con l’attuale sistema, questi lavoratori beneficiano di uno sgravio che porta quasi 100 euro in più ogni mese. Con la Legge di Bilancio 2025, l’incremento sarà limitato a una detrazione Irpef che porta a un risparmio di circa 625 euro all’anno. In altre parole, un aumento di circa 52 euro al mese, ma rispetto all’attuale situazione, è un bel passo indietro: una perdita netta di circa 46 euro al mese.

D’altro canto, chi guadagna tra 35.000 e 40.000 euro, e finora non ha visto alcun vantaggio dallo sgravio contributivo, ora vedrà la luce: il nuovo bonus potrebbe regalargli un vantaggio fiscale significativo.

Facciamo qualche esempio concreto:

  • Reddito mensile: 2.667 euro
  • Reddito annuo: 32.000 euro
  • Risparmio netto mensile: circa 25 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 300 euro

 

  • Reddito mensile: 2.916 euro
  • Reddito annuo: 35.000 euro
  • Risparmio netto mensile: circa 21 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 252 euro

 

  • Reddito mensile: 3.000 euro
  • Reddito annuo: 36.000 euro
  • Risparmio netto mensile: circa 22 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 264 euro

 

  • Reddito mensile: 3.083 euro
  • Reddito annuo: 37.000 euro
  • Risparmio netto mensile: circa 23 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 276 euro

 

  • Reddito mensile: 3.166 euro
  • Reddito annuo: 38.000 euro
  • Risparmio netto mensile: circa 24 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 288 euro

 

  • Reddito mensile: 3.250 euro
  • Reddito annuo: 39.000 euro
  • Risparmio netto mensile: circa 25 euro
  • Risparmio netto annuale: circa 300 euro

Detrazioni aggiuntive: un aiuto per il ceto medio

Chi guadagna tra 20.000 e 40.000 euro può contare su ulteriori detrazioni che si modulano nel modo seguente, con un meccanismo che garantisce un supporto a chi supera di poco le soglie del bonus principale:

  • 1.000 euro per redditi complessivi fino a 32.000 euro;
  • un importo variabile (decrescente) per chi si colloca tra 32.000 e 40.000 euro.

Il ruolo del datore di lavoro: tra calcoli e conguagli

Il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta, applica automaticamente i bonus e le detrazioni aggiuntive, compensandoli durante l’erogazione delle retribuzioni. Nel caso in cui i conti non tornino a fine anno, le somme verranno recuperate. Per importi superiori a 60 euro, il recupero avviene a rate, fino a un massimo di 10 mesi.