Il governo americano ha fatto un passo avanti per sbloccare lo shutdown. Al Senato si è votato per la riapertura del governo, risultato raggiunto dopo aver siglato un accordo in cambio di un voto futuro sull’estensione dei sussidi per l’assistenza sanitaria a prezzi accessibili. Ci sono risorse fino al 30 gennaio 2026 e i buoni pasto saranno distribuiti per tutto il prossimo anno.
Non c’è ancora, però, una conclusione netta, perché ogni senatore può richiedere la modifica del pacchetto dell’accordo ancora per diversi giorni, ma il grosso del lavoro è stato fatto. Alla fine di questi passaggi, l’accordo arriverà sulla scrivania del presidente Donald Trump. Nel frattempo, l’impatto dello shutdown sul Paese è piuttosto grave: i viaggi in aereo sono sempre meno o fermi e il Dipartimento dell’Agricoltura ha ordinato l’interruzione dell’erogazione dei buoni pasto.
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Raggiunto un accordo per riaprire il governo
Il calendario per risolvere lo shutdown è fitto. La seduta di lunedì si è conclusa con un accordo, ma la misura dovrà essere approvata nella giornata di martedì 11 novembre, per poi essere inviata alla Camera per un’ulteriore votazione. Solo alla fine dell’iter, il testo arriverà al presidente Donald Trump per la firma. Se i senatori si mettessero d’accordo per rallentarla, la procedura richiederà molti più giorni, complicando ulteriormente la situazione economica e sociale del Paese.
Tra i contrari non ci sono soltanto i democratici, che hanno ceduto alla compattezza per aprire la strada all’accordo, ma anche senatori repubblicani che vogliono inserire misure ulteriori prima dell’approvazione finale. Sicuramente si tratta di un “accordo di compromesso” sui finanziamenti e vede muoversi le singole coscienze dei senatori.
Dal partito democratico, infatti, arrivano lamentele e commenti all’accordo. Non è stato infatti raggiunto l’obiettivo dei democratici sulla sanità, ma è stato trovato un compromesso per evitare la chiusura prolungata del governo ormai in corso da 40 giorni.
Cosa comprende l’accordo di compromesso?
I democratici non sono riusciti a portarsi a casa la soluzione per l’assistenza sanitaria agli americani con basso reddito. L’Obamacare, infatti, sarà ridiscusso a parte, entro la seconda settimana di dicembre. Lo promettono i repubblicani.
L’accordo ha però permesso un piccolo passo avanti sul tema dei licenziamenti. Da una parte sono stati sbloccati i fondi per finanziare il governo fino al 30 gennaio, dall’altra i democratici hanno ottenuto l’annullamento dei licenziamenti dei dipendenti federali e disposizioni per prevenirne altri in futuro. Sempre nell’accordo viene garantito il finanziamento dei buoni pasto per tutto l’anno fiscale 2026.
Riduzione dei voli delle principali compagnie
Aver raggiunto un principio di accordo non porta direttamente alla riapertura del governo. Mentre le votazioni vengono inserite sul calendario, le compagnie aeree riprogrammano i voli negli Stati Uniti. Solo domenica 9 novembre sono stati cancellati migliaia di voli sia in entrata che in uscita. Si tratta di un taglio del 4% imposto dalla Federal Aviation Administration per via dell’assenza di personale per il controllo del traffico aereo.
Molte grandi compagnie hanno quindi scelto di ridurre gli orari dei voli, modificare i programmi e fare importanti tagli. L’American Airlines ha dichiarato l’intenzione di ridurre i voli, ma non ha specificato il numero di cancellazioni e ha quindi esortato i leader di Washington a raggiungere una soluzione immediata per porre fine alla chiusura.