Naufragio Costa Concordia: quanto è costato il recupero del relitto

L'incidente dell'Isola del Giglio è stato il peggiore della storia italiana, e il recupero della nave da crociera è stato particolarmente oneroso

Pubblicato: 13 Gennaio 2022 22:31

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Dieci anni fa, il 13 gennaio 2012, al largo dell’Isola del Giglio, in provincia di Grosseto, iniziò intorno alle 21:45 il naufragio della Costa Concordia. Salpata dal porto di Civitavecchia e diretta a Savona per la crociera Profumo d’agrumi. La nave, di proprietà di Costa Crociere, impattò contro gli scogli delle Scole, riportando uno squarcio di quasi 70 metri sul lato sinistro della carena.

La Costa Concordia iniziò così a sbandare, incagliandosi sullo scalino roccioso del fondale di Punta Gabbianara e abissandosi lentamente. Nell’incidente morirono 32 persone, e nel successivo processo il comandante Francesco Schettino fu condannato a 16 anni di reclusione in carcere.

La tragedia è uno dei più gravi incidenti marittimi in Italia, e la Costa Concordia detiene il triste record di nave di maggior tonnellaggio nella Storia a essere naufragata. Pesava infatti 114.147 tonnellate di stazza lorde. Il ben più famoso Titanic circa un terzo, 46.328.

Naufragio Costa Concordia: come è stato possibile evitare il disastro ambientale

La Costa Concordia è anche la nave più grande di cui si sia mai tentato e realizzato il recupero. Attraverso tecniche innovative, la società statunitense Titan Salvage e quella italiana Micoperi hanno gestito la rimessa in assetto e il galleggiamento del relitto, per poi procedere alla sua rimozione.

Tuttavia, prima delle manovre vere e proprie per recuperare la nave, è stato necessario portare a termine un’altra operazione, al fine di evitare un disastro ambientale che avrebbe rischiato di mettere seriamente in pericolo il Mar Tirreno.

All’interno della Costa Concordia di Costa Crociere erano stivate ben 2.400 tonnellate di olio combustibile. Dal 24 gennaio 2012 al 24 marzo, l’olandese Smit Salvage si è occupata di svuotare i serbatoi, riscaldando l’olio solidificato a causa delle basse temperature dell’acqua e sostituendolo con un uguale peso di acqua per non destabilizzare il relitto.

Nella nave erano presenti anche altri materiali potenzialmente pericolosi per l’ambiente, come 1.351 metri cubi di acqua grigie e nere, 41 metri cubi di oli lubrificanti, 280 litri di acetilene, 5.120 litri di azoto, 600 chili di grassi per apparati meccanici, 855 litri di smalto liquido, 1 tonnellata di candeggina, 230 metri cubi di gasolio.

Il 29 maggio 2012 sono iniziate le effettive operazioni di rimozione e smontaggio del relitto e di pulizia dei fondali, terminate, dopo varie fasi, diversi anni più tardi, solo a maggio 2018. Complesse manovre ingegneristiche fino a quel momento quasi impossibili da pensare, che hanno comportato immensi costi economici.

Naufragio Costa Concordia: quanti soldi sono stati spesi per relitto e ambiente

A seguito del naufragio della Costa Concordia sono stati spesi circa 1 miliardo e 500 milioni di euro. La nave era costata 450 milioni di euro, ed è stata rimborsata dal gruppo assicurativo Aon per 380 milioni.

Il ripristino ambientale dell’Isola del Giglio è costato 893 mila euro. La rimozione del relitto ben 477 milioni di euro. La demolizione 100 milioni di euro. La spesa totale per il progetto è stata di 610 milioni di euro, di cui 370 milioni spesi in Italia, con un Pil generato di circa 765 milioni di euro e più di 1.000 lavoratori coinvolti.

Le varie compagnie di assicurazione hanno elargito risarcimenti per oltre 1 miliardo di euro ai feriti nell’incidente e ai familiari delle 32 vittime.