Mutui: tassi ancora in aumento, ma c’è una buona notizia

Gli italiani sono sempre più spaventati dalla possibilità di non riuscire a pagare le rate del mutuo, ma c'è una buona notizia per il futuro

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

La Banca Centrale Europea ha rivisto al rialzo i tassi. Dopo mesi di rincari e mutui variabili al limite della sostenibilità, la nuova mossa della BCE a fine 2022 porterà il costo dei prestiti verso il 6%. A lanciare l’allarme e analizzare la situazione è la Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani, che quantifica l’impatto del rialzo dei tassi sui muti. Nonostante non ci sarà uno shock per i consumatori, che già sono cauti a causa delle spese e penalizzati dall’inflazione e dalla bassa crescita, è prevedibile che i nuovi cambiamenti rappresenteranno un pretesto per fare sempre meno ricorso al credito e complicherà le condizioni di chi ha debiti, prestiti e mutui in corso.

Tassi in aumento, mutui e prestiti alle stelle: i dati di famiglie e imprese

I tassi medi si sono attestati già nel mese di ottobre attorno a quota 3,2%, quando il costo del denaro era al 2%. Sul mercato però alcuni intermediari propongono già adesso dei mutui con interessi superiori al 5%. Con il costo del denaro aumentato di mezzo punto percentuale, al 2,5%, il 6% appare dunque sempre più vicino.

Nel corso dell’ultimo quinquennio, si legge nell’analisi della Fabi, i mutui ipotecari sono risaliti di 46,1 miliardi (+12,2%) da 379,1 miliardi a 425,2 miliardi, il credito al consumo di 11,9 miliardi (+11,7%) da 102,5 miliardi a 114,4 miliardi mentre gli altri finanziamenti sono calati di 4,1 miliardi (-2,9%) da 144,7 miliardi a 140,5 miliardi.

Per quanto riguarda le imprese, nello stesso periodo si è registrato una riduzione complessiva dei finanziamenti a due cifre e pari a 11,4 miliardi (1,7%) passando da 678,5 miliardi a 667 miliardi. Tale flessione ha riguardato principalmente la componente dei prestiti di breve periodo per 65,8 miliardi (-30,3%). La riduzione non è stata compensata dalla crescita registrata sul versante dei prestiti oltre i 5 anni, aumentati di 59,39 miliardi (19,9%). Sul versante dei prestiti a medio termine, ciòè quelli fino a 5 anni, la riduzione è stata più contenuta, ma ha comportato una contrazione di 4,9 miliardi (-3,0%).

Dal 2018 a ottobre 2022, il credito alle famiglie è aumentato di 54 miliardi, dell’8,6%, e lo stock è passato da 626,2 miliardi a 680,2 miliardi. Le maggiori accelerazioni sono state conseguite nei comparti mutui prima casa e prestiti al consumo mentre un calo si è concentrato anche nella voce che riguarda gli altri finanziamenti.

Mutui sempre più alti: la buona notizia per chi ne accende uno oggi

Il costo dei mutui, ormai più che quadruplicato, oggi fa paura alle famiglie e alle imprese. La loro capacità finanziaria continuerà a essere sotto stress, con inevitabili ricadute sulle rate e sulla stipula di nuovi prestiti, che ridisegneranno le abitudini e i comportamenti degli italiani. La condizione di insostenibilità nuocerà non solo ai cittadini ma a tutto il sistema economico italiano.

La decisione della Banca Centrale Europea, dunque, farà alzare ulteriormente i tassi di interesse sui mutui alle famiglie, ad eccezione di quelli a tasso fisso, già contratti con le banche. E per tanti nuclei sfuma il sogno di una vita, cioè l’acquisto di una casa. Ma non tutto è perduto, e c’è una buona notizia, come spiega Lando Maria Sileoni, segretario generale della Federazione autonoma bancari italiani.

Quando i tassi di interesse caleranno e diventeranno più favorevoli, infatti, sarà possibile estinguere il vecchio mutuo con uno nuovo più vantaggioso. Per il numero uno della Fabi, comunque, sarà indispensabile un intervento del Governo, magari con il rafforzamento del Fondo Statale di Garanzia, per aiutare tutti i giovani che oggi vogliono acquistare una casa.