Impennata di legna, pellet e bioetanolo: quanto costa il riscaldamento

Uno studio Codacons rivela come i prezzi dei combustibili per il riscaldamento alternativi al gas siano arrivati alle stelle

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

I prezzi di legna, pellet e bioetanolo arrivano alle stelle. L’aumento del costo del gas sta trascinando quasi inevitabilmente quello dei sistemi alternativi per il riscaldamento. In particolare il pellet avrebbe raggiunto rincari del +175% secondo lo studio realizzato da Codacons sulla spesa per i combustibili utilizzati nelle abitazioni ai fini del riscaldamento domestico.

Impennata di legna, pellet e bioetanolo: lo studio Codacons

L’associazione dei consumatori calcola nella sua analisi, riportando i dati ufficiali diffusi da AIEL, che “solo nei primi 5 mesi del 2022 le vendite di stufe sono aumentate del 28% rispetto allo stesso periodo del 2021”  per un totale di oltre 8,3 milioni di stufe e caminetti presenti in Italia, di cui il 24,2% a pellet e il restante 75,8% a legna.

“Il pellet risulta uno dei combustibili più utilizzati per le stufe domestiche, ma negli ultimi mesi il suo prezzo ha subito una costante crescita – segnala Codacons – un sacchetto da 15 kg costava in media lo scorso anno 4,35 euro, mentre oggi è venduto a 12 euro, con un incremento del +175%”.

Secondo quanto rilevato dall’associazione tramite i dati analizzati dall’indagine, il costo della legna da ardere è cresciuto da una media di 167 euro a tonnellata del 2021 agli attuali 240 euro, con un incremento del +43,7%, mentre il prezzo del bioetanolo per camini e bruciatori è incrementato del 57%. Infine, un litro di gasolio per il riscaldamento è passato dai 1,398 euro al litro del novembre 2021 agli attuali 1,849 euro, con un incremento del +32%

Come rivelato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), l’impennata nelle vendite di stufe, camini, legna e pellet, avrà però un forte impatto sulla crescita dei “livelli di inquinamento atmosferico, con danni sul fronte della qualità dell’aria anche all’interno delle case e ripercussioni sulla salute pubblica”, a causa dell’emissione di sostanze cancerogene come gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) rilasciate dalla combustione.

“Basti pensare che in Italia i camini aperti tradizionali rilasciano ogni anno 3.679 tonnellate di PM10 in atmosfera, 2.401 tonnellate quelli chiusi – ha spiegato il presidente di Sima, presidente Alessandro Miani – Le stufe a legna, invece, immettono 2.651 tonnellate di PM10. Per ogni Giga Joule bruciato, un caminetto aperto rilascia nell’atmosfera 860 grammi di PM10; poco meno della metà una stufa a legna (480 grammi), mentre il caminetto chiuso ne emette 380 grammi. Una stufa a pellet rilascia in media 76 grammi di PM10 per ogni Giga Joule bruciato, numeri nettamente superiori al gasolio (5 grammi) e al metano (0,2 grammi”.

Impennata di legna, pellet e bioetanolo: il confronto

Nel suo studio Codacons fa inoltre un’analisi su quali siano tra questi i materiali più convenienti, facendo una stima di quanto possa costare riscaldare un appartamento di 100mq a secondo dei diversi combustibili utilizzati.

Partendo dal gas naturale e prendendo in esame le tariffe stabili ai livelli attuali l’associazione calcola una spesa per il riscaldamento di circa 1.180 euro annui.

Ipotizzando il solo utilizzo di stufe per riscaldamento e senza sistemi integrati (ad esempio stufa + caldaia a gas) con il pellet la spesa arriverebbe a 2.145 euro all’anno, mentre tramite la legna il costo sarebbe di 750 euro.

Sempre stando alle stime di Codacons, l’impiego di gasolio da riscaldamento costerebbe 1.800 euro circa, mentre la combustione di 2 litri di bioetanolo al giorno, per uso estetico e riscaldamento singola stanza, verrebbe a costare circa 693 euro

“Riscaldare casa diventa sempre più costoso e le famiglie vanno incontro ad una vera e propria stangata d’inverno legata all’utilizzo dei termosifoni – ha commentato il presidente Carlo Rienzi – Con la ripresa della domanda e l’accensione degli impianti i prezzi del gas sono destinati a salire ulteriormente nei prossimi mesi, aggravando il conto energetico degli italiani. Per questo sempre più famiglie hanno scelto di ricorrere a forme di riscaldamento alternative, acquistando stufe e ripristinando camini in disuso, nel tentativo di risparmiare e tagliare la spesa relativa al gas”.