Il 2022, lo abbiamo ribadito più e più volte, è stato l’anno della grande crisi economica, quella che nessuno si sarebbe mai atteso dopo di due anni di pandemia. Doveva essere l’anno di rinascita, di ripresa e crescita dopo il timore per il virus, ma è stato invece l’ennesimo da dimenticare a causa dello scoppio della guerra in Ucraina che ha portato con sé una crisi senza fine che ancora oggi viene rispecchiata nell’economia di ogni giorno. Lo stop alle importazioni e alle esportazioni, problema di lunga data come strascico del Covid, ha quindi portato all’aumento dei prezzi in qualsiasi settore, anche in quello edilizio dove oggi pensare di mettere su un piano di ristrutturazione di una casa ha costi non di poco conto.
Ristrutturazione salata, come sono aumentati i costi
Gli ultimi governi hanno provato a dare una mano agli italiani per “svecchiare” il patrimonio edilizio attraverso delle misure mirate come il superbonus, contributo messo a disposizione grazie al decreto Rilancio. Ma dal 2020 al 2022 chi si è trovato a ristrutturare casa ha dovuto affrontare costi via via sempre più salati. Numeri alla mano, infatti, l’esplosione dei costi è dovuto al +25,4% dei prezzi dei materiali, che hanno subito una vera e propria impennata negli ultimi anni.
Solo per citarne alcuni, infatti, il 2022 è stato di certo l’anno del cemento, che ha fatto registrate addirittura il +59% rispetto agli anni passati. Ma non solo: +20% per laterizi e bitume oltre che il +38% da record per il vetro. Tutti questi aumenti, ovviamente, hanno impattato e non poco sul superbonus, con il costo degli infissi, per esempio, che ha subito l’impennata decisa a causa dei rincari.
Il perché di questi aumenti, ovviamente, è cosa risaputa. Sono stati infatti due i fattori, peraltro interconnessi tra di loro, ad aver portato al caro-materiali: la guerra e l’aumento del costo dell’energia. Ma un grande ruolo hanno svolto anche i rincari dei trasporti, con incrementi su base annua dal 15 al 20%.
Aumentato anche il costo della manodopera, voce che nel piano di ristrutturazione mediamente rappresenta un terzo del totale, con l’incremento del 5% in due anni. A dir la verità il settore ha risentito anche di carenza di personale indotta dall’enorme domanda derivante dal superbonus, situazione che ha fatto sì che il reclutamento del personale avvenga con retribuzioni più elevate del minimo contrattuale.
Quanto costa ristrutturare nel 2023
E quindi giunto il momento di fare i conti in tasca a chi, nel 2023, si appresta a ristrutturare casa o a sfruttare il superbonus per avviare i lavori in un condominio. Paragonando le spese a chi ha invece avviato i lavoro dopo il decreto Rilancio, in passato ogni 100.00 euro di spesa si riusciva a ricevere sotto forma di cessione del credito o sconto in fattura tutta la somma spesa, perché le cessioni avvenivano a valori tra i 102 e i 105 euro ogni 100 di spesa e il piccolo guadagno serviva a coprire gli oneri finanziari per il prestito ponte fatto a tassi bassissimi.
Oggi, paradossalmente, quell’importo deve aumentare a 125.400 euro, col 90% di guadagno. Quindi chi ristruttura oggi non solo guarda con invidia a chi in passato ha avviato i lavori “gratis” e guadagnando, ma deve mettere in conto una spesa di 12.500 euro ogni 100.000 spesi.