Stellantis, Pomigliano blocca la Dodge Hornet: dazi Usa e crollo delle vendite

Stellantis ferma la produzione della Dodge Hornet a Pomigliano e congela la ricerca sull'idrogeno. Però raddoppia gli investimenti in Marocco e ammicca agli Usa

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Stellantis ha annunciato la sospensione della produzione della Dodge Hornet nello stabilimento di Pomigliano d’Arco in Campania.

Lo stop alla produzione sarà messo in atto a partire dal Model Year 2026. La decisione, pesantissima, arriva in un momento già difficile per Stellantis e per l’occupazione.

Dodge Hornet via dallo stabilimento Stellantis di Pomigliano

A spingere verso la scelta è stato l’aumento dei dazi doganali imposti dagli Stati Uniti alle auto europee importate: un dazio del 25%, già in vigore, che potrebbe salire al 30% secondo le ultime minacce di Donald Trump. In un contesto del genere, esportare verso gli Usa un veicolo prodotto in Italia diventa economicamente svantaggioso.

Ma a pesare non ci sono solo i dazi: anche il deprezzamento del dollaro, sceso di oltre il -5,5% negli ultimi mesi, ha gravato sull’equilibrio economico dell’intera operazione. Il risultato è stato un crollo del -90% nella produzione della Hornet nei primi 6 mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024, con soli 1.360 esemplari costruiti e vendite dimezzate negli Stati Uniti (-52%, con appena 1.539 unità consegnate nel secondo trimestre).

Il sito Stellantis di Pomigliano d’Arco, uno dei pilastri italiani del Gruppo, che copre circa il 60% della produzione nazionale, vede ora ridurre drasticamente la propria attività. Lo stabilimento, già fortemente dipendente dalla produzione della Panda, rischia un impatto diretto sia in termini occupazionali sia sull’intera filiera industriale collegata: dalla componentistica alla logistica, fino all’indotto tecnologico.

Il ministro Urso aveva promesso, due anni fa, un milione di veicoli prodotti annualmente in Italia. Ma nei primi 6 mesi del 2025, tutti gli stabilimenti italiani (Mirafiori, Cassino, Melfi e Pomigliano) hanno totalizzato appena 125.000 unità: un dato che riflette la crisi profonda della manifattura automobilistica nazionale.

Stellantis spegne il programma sull’idrogeno

Ma la sospensione della Hornet non è l’unico segnale d’allarme: l’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, ha annunciato anche lo stop al programma di sviluppo dell’idrogeno per i veicoli commerciali leggeri. Il motivo: l’assenza di prospettive redditizie nel medio termine.

Quella di Stellantis sull’idrogeno è una scelta in controtendenza rispetto ad altri player del settore come Toyota, Hyundai e Bmw, che al netto delle difficoltà continuano a investire sull’idrogeno come alternativa sostenibile alle batterie elettriche, sulle quali la Cina è attualmente imbattibile. Stellantis, invece, ha deciso di riorientare il personale (circa un centinaio di addetti) verso altri progetti. Stellantis punta infatti a soluzioni più immediate e profittevoli, soprattutto nel mercato nordamericano.

Il caso Stellantis potrebbe non essere isolato, con la linea protezionista promossa da Donald Trump, il cui messaggio esplicito è “costruite in America per aggirare i dazi”. Trump punta, fra le altre cose, a utilizzare i dazi per abbattere la disoccupazione negli Usa. Una strategia che sta mettendo in crisi logiche produttive da decenni basate sulla delocalizzazione.

Con una valutazione borsistica scesa a 25 miliardi di euro, ben 14 in meno rispetto al valore di Stellantis al momento della sua nascita nel 2021, il gruppo guidato da Filosa cerca ora di rafforzare la propria presenza produttiva direttamente negli Stati Uniti. A scapito dell’industria e del lavoro in Italia.

Stellantis investe in Marocco

Ma non è tutto: Stellantis ha inoltre deciso di raddoppiare la produzione in Marocco entro il 2030 con un maxi-investimento da 1,2 miliardi di euro. L’espansione dello stabilimento di Kenitra porterà 3.100 nuovi posti di lavoro per la produzione di veicoli elettrici Fiat, Citroen e Opel.