Germania, produzione industriale crolla del 2,4% a luglio: auto ed elettronica affondano il paese

Le esportazioni sono cresciute meno delle importazioni. La Germania da tempo è in serie difficoltà economiche: i motivi

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 6 Settembre 2024 11:48

Dopo le speculazioni su una possibile chiusura di uno stabilimento Volkswagen, un evento senza precedenti per l’azienda automobilistica, arriva la notizia che la produzione industriale è scesa del 2,40% a luglio rispetto al mese precedente, quando era aumentata dell’1,7%. Questo risultato è notevolmente peggiore delle previsioni, che indicavano una flessione dello 0,3%.

Giù anche il surplus commerciale

La crisi economica in Germania è ormai accertata, come dimostrano i dati della produzione industriale. Inoltre, il surplus commerciale è sceso a 16,8 miliardi di euro a luglio, rispetto ai 20,4 miliardi di euro di giugno, risultando ben al di sotto delle previsioni, che stimavano un avanzo di 21 miliardi di euro. È il surplus commerciale più basso dal dicembre 2022, dovuto al fatto che le esportazioni sono cresciute meno delle importazioni, come riportato dall’Ufficio federale di statistica.

Le esportazioni sono aumentate dell’1,7% rispetto al mese precedente, raggiungendo i 130 miliardi di euro, segnando il primo incremento in tre mesi dopo un calo del 3,4% a giugno. Le esportazioni verso l’Unione Europea sono cresciute del 3,3%, mentre quelle verso i paesi extra Ue sono diminuite dello 0,2%. In particolare, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono scese dell’1,7%, mentre quelle verso la Cina e il Regno Unito sono diminuite rispettivamente dell’8,0% e del 2,7%.

Al contrario, le esportazioni verso la Russia sono aumentate del 18,9%. Nel frattempo, le importazioni sono salite del 5,4% raggiungendo un massimo di tre mesi di 113,2 miliardi di euro, dopo un incremento rivisto al ribasso dello 0,2% a giugno.

Ordini industria aumentano a sorpresa a luglio

Al contrario, a luglio gli ordinativi all’industria in Germania hanno registrato un aumento a sorpresa del 2,9% su base mensile, sempre secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica Destatis.

Questo incremento segue un +4,6% del mese precedente, rivisto al rialzo da +3,9%. Gli analisti si aspettavano una correzione negativa del -1,6% dopo il forte aumento del mese precedente. Rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, gli ordinativi sono aumentati del 3,7%, in contrasto con il -11,2% del periodo precedente.

Nel dettaglio, gli ordini domestici sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto al mese precedente, mentre gli ordini esteri hanno registrato un aumento del 5,1%. Gli ordini provenienti dall’Eurozona sono saliti del 5,9%, mentre quelli dai paesi terzi sono aumentati del 4,6%.

I motivi del calo

Il nuovo calo della produzione industriale tedesca è stato guidato principalmente dalla debole attività nei settori automobilistico, elettronico e metallurgico.

La Germania sta affrontando gravi difficoltà economiche: nel 2023, il Pil si è contratto dello 0,3% e, nel secondo trimestre del 2024, è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. L’industria pesante soffre a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia, aggravato dalla cessazione delle importazioni di gas russo a basso costo e dalla chiusura di tutti i reattori nucleari. Le elezioni recenti negli stati orientali di Turingia e Sassonia, dove il partito di estrema destra AfD ha ottenuto risultati significativi, hanno messo in luce il malcontento di parte della popolazione tedesca riguardo alle politiche di transizione ecologica basate su fonti rinnovabili intermittenti.

Una possibile chiusura di uno o più stabilimenti di Volkswagen potrebbe ulteriormente aggravare sia le difficoltà economiche che le tensioni sociali, dato che questi impianti non solo occupano migliaia di lavoratori diretti, ma anche molti più lavoratori della filiera, tra cui fornitori di componenti e operatori logistici.

Inoltre, la Germania potrebbe perdere anche il progetto di Intel per una fabbrica di microchip a Magdeburgo, del valore di 32 miliardi di dollari. La società statunitense è in crisi e nelle prossime settimane presenterà un piano di tagli e riorganizzazione delle spese.