L’oro si sgonfia su voci possibile tregua in Medioriente

Il metallo prezioso è sceso nella notte, durante gli scambi in Asia, anche se il conflitto Russia-Ucraina controbilancia l'effetto positivo del Medioriente

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 25 Novembre 2024 10:47

Sono scese le quotazioni dell’oro durante gli scambi in Asia, dopo le notizie sui colloqui per il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. La notizia, anticipata da media israeliani, ha segnalato una potenziale riduzione delle tensioni in Medioriente, alimentando vendite sui cosiddetti beni rifugio, anche se è stata in parte compensata dall’escalation di tensioni fra Russia ed Ucraina, sin dalla scorsa settimana.

Le quotazioni dell’oro

Il prezzo spot dell’oro è sceso dell’1,6% a 2.671,63 dollari l’oncia, mentre i future dell’oro con scadenza a dicembre sono scesi dell’1,46% a 2.695,70 dollari l’oncia. Il valore del metallo prezioso resta lontano dall’ultimo record storico toccato a fine ottobre ad un soffio dai 2.790 dollari, ma mantiene un guadagno da inizio anno pari a +36% 

La situazione in  Medioriente

Alcune fonti del governo israeliano avrebbero detto alla tv pubblica israeliana Kan, che l’accordo per la tregua in Libano “è chiuso” e il primo ministro Benyamin Netanyahu in queste ore starebbe pensando come spiegare l’accordo all’opinione pubblica. Al centro della discussione, spiegano le fonti ci sarà la libertà d’azione dell’Idf nella zona di confine tra Siria e Libano. Sempre secondo la tv israeliana, Israele avrebbe ricevuto garanzie da Washington sulla libertà d’azione in caso di violazione dell’accordo.

Un sostegno arriva dalla debolezza del dollaro

L’ascesa del prezzo dell’oro nell’ultimo periodo era stata innescata dalla persistente debolezza del dollaro, in risposta alla politica più accomodante della Fed, che ha realizzato già due tagli dei tassi d’interesse in autunno. Anche a dicembre ci si attende un altro taglio di 25 punti base da parte della banca centrale statunitense, anche se la strategia si è fatta meno chiara dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni. Il dollar index, un indicatore dell’andamento del biglietto verde contro un basket delle maggiori valute mondiali, cede questa mattina lo 0,43% a 107,04 punti, sebbene l’euro sia caduto stamattina a 1,04 USD, anch’esso in attesa di un altro taglio della BBE.

La situazione nell’Est europeo resta tesa

L’oro ha registrato forti guadagni la scorsa settimana, in scia all’intensificarsi delle tensioni tra Russia e Ucraina ed alle minacce del Presidente russo, Vladimir Putin, che ha minacciato l’uso di armi nucleari e l’allargamento del conflitto a livello mondiale. È probabile che queste tensioni proseguano questa settimana, mentre si aprono poche strade alla soluzione della vicenda, e per questo il prezzo del metallo prezioso è sostenuto da queste tensioni e potrebbe registrare una ulteriore inversione di rotta verso i massimi nei prossimi giorni.