Milano e le altre borse europee naufragano sui dati del lavoro USA

L'ultima sessione della settimana è stata determinante ed ha confermato le difficoltà dell'economia americana, bilanciando l'effetto positivo dell'atteso taglio die tassi della Fed

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Redazione

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Piazza Affari e le altre Borse europee chiudono in ribasso una settimana cruciale, dominata perlopiù dall’attesa dei dati sul mercato del lavoro USA, usciti oggi prima dell’apertura di Wall Street. Dati che sembrano confermare un quadro recessivo dell’economia statunitense e che bilanciano l’effetto positivo dell’imminente taglio dei tassi della Fed. Taglio che, secondo le più recenti aspettative potrebbe essere più robusto (50 punti anziché 25) e non isolato.

I dati macro della settimana

La settimana si è chiusa con la pubblicazione del Job Report, che ha confermato un mercato del lavoro più debole del previsto, evidenziando la crescita di 142 mila posti di lavoro, ben al di sotto dei 164 mila attesi. Anche il dato di luglio è stato rivisto pesantemente al ribasso al di sotto delle 100 mila unità.

Il quadro recessivo dell’economia USA era stato disegnato anche dagli indici PMI e ISM manifatturiero. L’indice PMI manifatturiero si è portato a 47,9 punti dai 49,6 di luglio, con una revisione al ribasso rispetto ai 48 della stima preliminare, che aveva già deluso le attese. Stessi segnali dall’indice ISM manifatturiero che si è attestato a 47,2 punti dai 46,8 del mese precedente, risultando anche inferiore alle attese degli analisti che stimavano un aumento fino a 47,5 punti.

Il Beige Book della Federal Reserve, il consueto bollettino mensile della banca centrale statunitense, ha confermato che 9 su 12 distretti della banca centrale mostrano una attività stabile o in rallentamento.

Spread, valute e commodities

Il cambio euro/dollaro ha chiuso la settimana all’insegna della cautela, chiudendo l’ultima giornata in calo dlelo 0,24% e la settimana con una differenza pari a -0,07%.

Ultima sessione debole anche per l’oro, che si è portato a 2.487 dollari l’oncia, cedendo solo nell’ultima giornata lo 0,47% e concludendo l’ottava in flessione dell’1,31%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) a 71,12 dollari al barile è crollato del 2% nell’ultima seduta, segnando su base settimanale un -11% sempre sui segnali di recessione e costringendo l’OPEC+ a rinviare un aumento della produzione.

Sulla parità lo spread, che rimane a quota +139 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,54%.

La performance settimanale delle borse

Profondo rosso per le principali Borse europee, che hanno risentito di un sell-off diffuso. La peggiore è Parigi che ha ceduto il 3,78%, seguita da Francoforte, con un netto svantaggio del 3,23%, in rosso Londra, che evidenzia un deciso ribasso del 2,36%, prestazione negativa per Madrid che fa segnare un -1,63%. L’indice paneuropeo Euronext 100 ha perso oltre il 4%.

Sessione negativa anche per Piazza Affari, con il FTSE MIB che lascia sul parterre il 2,63%, sulla stessa linea il FTSE Italia All-Share ha perso il 2,76%.

Migliori e peggiori

Fra i migliori della settimana vi sono alcune utilities, grazie alla loro natura tipicamente difensiva. Al primo posto a pari merito HERA e Terna con incrementi superiori al 3%. Segue Enel con un progresso del 2,99% e Snam che guadagna il 2,8%.

Fra i peggiori gli industriali e la difesa che sono più capital-intensive. Così Leonardo scivola dell’11% e STMicroelectronics del 9%, anche per effetto della caduta del settore chip a livello globale. Non fa meglio Moncler che ha perso circa il 9%, in scia al comparto del fashion, sui timori di un indebolimento dell’economia cinese.