Criptovalute, nuovi poteri a Bankitalia e Consob: cosa cambia per gli investitori

Un nuovo sistema di controllo sul mondo delle cripto è attivo in Italia: operazioni congiunte da parte di Bankitalia e Consob

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

È prevista una netta stretta sul mondo delle criptovalute, che continua a mostrarsi come colmo di aree oscure, stando al punto di vista di alcune realtà economiche. Con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri di un decreto legislativo, il quadro normativo dell’intero settore procederà verso un netto cambiamento. Ben 48 articoli serviranno a conferire nuovi e ulteriori poteri alla Banca d’Italia e Consob.

Controlli sulle criptovalute

Il Consiglio dei ministri, con l’approvazione prevista quest’oggi, garantisce i poteri necessari di vigilanza e indagine alle autorità competenti, ovvero Banca d’Italia e Consob. Il tutto nell’ambito del mercato delle criptovalute.

Una vera e propria stretta, che ha origine nelle tante circostanze in cui è stata richiamata l’attenzione in merito ai rischi del mondo delle cripto. Sguardo rivolto principalmente ai piccoli risparmiatori, non tutelati nell’acquisto di monete virtuali dalle normative in materia di trasparenza dei prodotti bancari. Il tema delle forme di tutela specifiche, ancora assenti, torna dunque centrale.

Cosa cambia

Previsti dei cambiamenti pratici e immediati. Basti pensare a come venga stabilita una nuova competenza per quanto concerne la Consob. Di fatto viene incaricata della tutela degli investitori e, citando il documento, “dell’ordinato funzionamento e dell’integrità dei mercati delle cripto-attività”.

Per quanto riguarda Bankitalia, invece, cosa cambia? Il Consiglio dei ministri prevede come l’Istituto sia da oggi competente in materia di stabilità del sistema finanziario. Ciò vale per parte di esso o nel suo insieme.

Si mira dunque ad avvicinarsi a quella che è la norma su scala europea. Il regolamento al di fuori dei confini italiani, in relazione ai mercati delle cripto, prevede quanto segue: “obblighi informativi e di trasparenza per l’emissione, l’offerta al pubblico e l’ammissione alla negoziazione di cripto-attività”.

Di fatto controlli sono molto più stringenti, dal momento che vengono indicate delle norme legate ai requisiti prudenziali, l’autorizzazione, l’organizzazione dei soggetti incaricati di prestare servizi per le cripto-attività e la governance.

Al tempo stesso, i possessori di monete virtuali possono dirsi tutelati. Lo stesso dicasi anche per i clienti dei prestatori di servizi. Il tutto al fine di veder generare delle aree oscure in materia, contrastando gli abusi di mercato e tentando di generare una vera e propria “architettura di vigilanza nazionale ed europea”.

Tornando in Italia, il decreto legislativo è molto ferreo, dato che introduce anche un vero e proprio regime sanzionatorio, amministrativo e penale. Uno dei temi più caldi, quando si parla di criptovalute, è di certo legato alla comunicazione illecita. Il tutto connesso all’ipotesi di manipolazione del mercato e al possesso di informazioni privilegiate. In un sistema stracolmo di “fuffaguru”, come online vengono definiti i venditori di corsi di dubbia affidabilità, ha un gran peso l’articolo 33.

Si dispone una sanzione amministrativa pecuniaria a partire da un minimo di 5mila euro a un massimo di 5 milioni di euro. Sono previste sanzioni anche per l’omessa collaborazione o il mancato seguito dato nell’ambito di un’indagine, di una richiesta o di un’ispezione.