Prosegue, un po’ a rilento, l’iter della Manovra 2025 che dovrà presto scontrarsi con il sempre non facile esame del Parlamento italiano per il voto. Nel Cdm del 21 ottobre 2024, il governo era chiamato a definire il testo di partenza della Legge di Bilancio che poi dovrà essere depositato alla Camera dei Deputati. Nei piani iniziali sembrava che questo passaggio si sarebbe potuto concretizzare già nella serata del 21 ottobre, o al massimo nella prima mattinata del giorno successivo, ma ci vorrà più tempo. Verosimilmente non si dovrebbe andare oltre mercoledì 23 ottobre. Così come si racconta in ambienti parlamentari, i tecnici sarebbero ancora a lavoro per definire alcuni dettagli, con il governo che giustifica il rinvio della conferenza stampa della premier Meloni sul tema con l’assenza dall’Italia del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani (impegnato al G7).
I prossimi passaggi
Nel momento in cui il testo verrà consegnato, inizialmente alla Camera dei Deputati, potrà prendere il via il percorso parlamentare del ddl che consentirà alle forze politiche di opposizione e non di proporre eventuali cambiamenti alle norme elaborate dall’esecutivo. Quanto ai tempi, si ricorda che la Manovra 2025 deve necessariamente essere approvata dal Parlamento entro il 31 dicembre 2024.
Le possibili modifiche alla Manovra 2025
La forza della maggioranza in Parlamento rende difficile pensare che i partiti d’opposizione possano intaccare alcuni punti fermi della Manovra 2025, come la conferma del taglio del cuneo fiscale o delle tre aliquote Irpef (quasi il totale dei 30 miliardi di euro della Legge di Bilancio), mentre su altri aspetti è possibile che vengano apportate delle modifiche. Si tratta, più nel dettaglio, di alcune misure sulle quali anche all’interno della maggioranza ci sono pareri discordanti.
In tema previdenziale, ad esempio, Forza Italia spinge su un suo vecchio cavallo di battaglia, l’aumento delle pensioni minime. La Lega di Matteo Salvini, invece, punta ad ammorbidire la nuova tassazione prevista su chi guadagna comprando e vendendo bitcoin (che passerebbe dal 26 al 42%). E ancora, c’è il taglio annunciato del tetto dello stipendio per i dirigenti pubblici (da 240mila a 160mila euro) che qualche mal di pancia crea nella maggioranza, così come la revisione degli sconti fiscali alle famiglie. Questa, più nello specifico, andrebbe a vantaggio solo dei nuclei che hanno redditi bassi e tanti figli penalizzando gli altri casi.
Al di là di come proseguirà l’evoluzione delle misure in precedenza elencate, Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia hanno sottolineato più volte nel corso delle ultime ore che qualsiasi emendamento non potrà comportare l’aggiunta di nuove spese. Questo vuol dire che il budget a disposizione della Manovra 2025 è e dovrà rimanere pari a circa 30 miliardi di euro, con tutte le modifiche richieste che dovranno essere a costo zero o finanziate da tagli sugli interventi della finanziaria.
Concordato preventivo, si attendono i fondi
Uno degli aspetti ancora poco chiari delle mosse del governo riguarda il concordato preventivo biennale per le partite Iva e le piccole aziende. La speranza del ministero dell’Economia è incrementare di alcuni miliardi di euro le Casse dello Stato con questa misura, ma si attende di conoscere meglio i dati. La scadenza è infatti fissata al 31 ottobre 2024, con gli eventuali fondi derivanti – a quel punto certi – che potrebbero essere utilizzati per altri interventi, come per esempio l’estensione della flat tax per le partite Iva oltre la soglia attuale degli 85mila chiesta dalla Lega.
Il calendario della Manovra 2025
Come detto, dopo la definizione del testo della Legge di Bilancio 2025 da parte del Cdm, inizierà l’iter parlamentare. Il primo step in calendario è quello della Commissione Bilancio della Camera dove, verosimilmente, si svolgeranno il maggior numero di trattative e verranno presentati gli emendamenti soprattutto da parte delle forze di opposizione. Entro il 30 novembre, inoltre, è atteso il parere della Commissione europea sulla Manovra che potrebbe condizionare i lavori delle due Camere.
La Manovra, superata la Commissione Bilancio, andrà in aula alla Camera per il voto per la discussione di altri eventuali emendamenti e per il voto. Successivamente si passerà al Senato, con il primo step che sarà sempre in Commissione Bilancio. Il successivo voto nella seconda Camera del Parlamento dovrà esprimere parere favorevole entro il 31 dicembre 2024, se così non fosse si andrà in esercizio provvisorio. Ipotesi quest’ultima altamente improbabile al momento.